In chiusura d’anno è d’obbligo soffermarsi sulle produzioni più significative di dodici mesi senza precedenti. La pandemia di Coronavirus ha spazzato la routine stacanovista dell’intrattenimento internazionale, costringendo reti e piattaforme a un lungo stop, per poi concedere una lenta e tentennante ripresa, passando per rinvii e cancellazioni dolorose che dimostrano come la vecchia normalità sia ancora lontana.
Il futuro prossimo della serialità è dunque tutto da scrivere, e la lista delle migliori serie tv del 2020 redatta dal New York Times dimostra come quest’anno, in fondo, sia riuscito a veder arrivare sullo schermo un numero di grandi storie paragonabile a quello del 2019. La classifica della testata statunitense fa spazio a serie accolte da un favore universale e anche a piccole gemme sfuggite al grande pubblico, tralasciando invece alcuni tra i più clamorosi successi di critica (su tutti, La Regina degli Scacchi).
La lista delle migliori serie tv del 2020 del New York Times apre con Better Call Saul, considerata la più spettacolare rappresentazione di un incidente d’auto al rallentatore. Ciò che James Poniewozik – autore dell’articolo – rileva, a ragione, è la squisita bellezza di un’esplosione, di quell’auto che più che mai va in pezzi nella quinta stagione. Il merito, si legge, è anche di un’ipnotica Rhea Seehorn, la cui graduale corruzione dimostra che tutti possono ritrovarsi a percorrere lo stesso oscuro cammino scelto da Jimmy.
Si passa poi a Better Things, monumento alla genialità creativa di Pamela Adlon, che nella quarta stagione continua a offrire una delle storie più ricche di cuore viste in tv. Incluse anche City So Real e The Good Lord Bird. Il primo, un documentario sulle elezioni amministrative di Chicago del 2019, osserva magistralmente la città nelle sue profonde divisioni sociali e razziali. La seconda, una miniserie voluta da Ethan Hawke, racconta tra violenza e un insolito, asciutto umorismo la storia dell’abolizionista John Brown, le cui vicende hanno condotto alla guerra civile americana.
- Tevis, Walter (Author)
Nell’omaggiare I May Destroy You, invece, il New York Times segue la scia di Entertainment Weekly, che ha appena inserito Michaela Coel tra le principali personalità dell’anno. Secondo Poniewozik, la miniserie I May Destroy You è stata per il 2020 quel che la seconda stagione di Fleabag è stata per il 2019: un capolavoro che sarebbe impossibile immaginare scritto o interpretato da chiunque altro. Il percorso di Arabella, protagonista della serie, è quello di una vittima di abusi sessuali costretta a procedere a ritroso per ricostruire ogni passaggio di quella violenza. Il titolo promette, la serie mantiene.
Finisce nella lista delle migliori serie tv del 2020 anche Mrs. America, osservazione romanzata e affascinante della lotta a favore (e contro) l’approvazione dell’Equal Rights Amendment negli Stati Uniti. Il New York Times sottolinea la possibilità di ritrovare nella serie alcuni dei conflitti più aspri esacerbati dalla società contemporanea. In particolare, la contrapposizione tra il progressismo motivato dalla fede nella realtà e nella scienza e l’atteggiamento reazionario di chi, di fronte a quella stessa realtà, volge invece lo sguardo a guerre culturali basate su fatti alternativi.
A Normal People, l’adattamento dell’omonimo romanzo di Sally Rooney curato dalla stessa scrittrice, il New York Times dedica parole di grande entusiasmo, definendolo la storia di un ondeggiante, complesso rapporto d’amore che spezza il cuore nei migliori modi possibili. Inevitabile concordare: Paul Mescal e Daisy Edgar-Jones rendono con essenzialità genuina l’attrazione tra Connell e Marianne, in un contesto segnato con lucidità e un pizzico d’amarezza da evidenti divisioni di classe e potere.
C’è poi Pen15, tra le migliori serie tv del 2020 per la capacità di tracciare una linea sottile tra orrore e umorismo, una linea che attraversa gli anni della scuola media. Nella sua seconda stagione, inedita in Italia, la destabilizzante comedy con Maya Erskine e Anna Konkle conferma una straordinaria capacità di rievocare nella mente del pubblico tutte le stranezze e gli imbarazzi di un’età ricordata spesso con disagio.
Chiudono i riferimenti del New York Times alle migliori serie tv del 2020 due titoli di nicchia quali What We Do in the Shadows e P-Valley. La prima è definita la comedy più divertente dell’anno, in cui non ci si abbraccia, non si impara niente e non si è mai esposti alla luce solare. La seconda è un drama senza precedenti televisivi, adattamento dell’omonimo spettacolo teatrale di Katori Hall. Le storie di Uncle Clifford e delle stripper del Pynk, locale prossimo al collasso nel Dirty Delta del Mississippi, si incrociano ai destini di una cittadina deturpata dalla corruzione e celebrano la volontà ferrea di chi lotta per guadagnarsi il riscatto sociale.
Tra le migliori serie internazionali segnalate dal New York Times, infine, spicca la seconda stagione de L’Amica Geniale. Elena e Lila sono descritte come due donne la cui amicizia è sconvolta dalle violente correnti storiche del XX secolo europeo, in una storia raccontata con i piaceri di un melodramma ben fatto e intelligente.
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