Emily in Paris tornerà su Netflix nello stesso periodo in cui, su HBO e HBO Max, debutterà il revival di Sex and The City: le due serie accomunata dalla penna di Darren Star sono state paragonate sin da subito, quando il format più giovane si è presentato al pubblico mondiale nell’ottobre 2020 apparendo come una versione più contemporanea, stereotipata e superficiale del primo grande successo dello showrunner.
Sia quest’ultimo che l’attrice Lily Collins difendono Emily in Paris dall’accusa di essere una pallida imitazione del cult degli anni Duemila, ma indubbiamente i paragoni si sprecheranno anche in occasione del debutto, a dicembre, della seconda stagione della serie Netflix e del sequel di HBO And Just Like That… in arrivo nello stesso periodo.
A proposito di Emily in Paris e del suo personaggio, parlando con Nylon in una recente intervista, la neosposa Lily Collins si è lanciata in una difesa accorata del suo personaggio, quello dell’americana giovane esperta di marketing in trasferta a Parigi, definendolo più umano e profondo di quanto appaia a prima vista.
Molte delle qualità che ha Emily, se le valuti sulla carta, sembrerebbero così fastidiose. Avere qualcuno così ottimista, brillante e frizzante – è triste pensare che le persone guardino e dicano, ‘Questo è troppo’. Sono qualità così belle, così come il fatto che lei possa accompagnarle con l’essere vulnerabile, chiedere aiuto e commettere errori. Lei non è infallibile.
La seconda stagione di Emily In Paris che sarà presentata in anteprima su Netflix il 22 dicembre dovrebbe approfondire proprio questo aspetto. Collins ci tiene a precisare anche che il paragone con Sex and The City è forzato, perché la trama “non imita in alcun modo la vita di Carrie“, anche se “Emily probabilmente è cresciuta con i poster di Carrie Bradshaw appesi al muro“, come tutte le ragazze della sua generazione. Il più grosso difetto di Emily in Paris in realtà è stata la mancanza di originalità e la riproposizione di una serie infinita di cliché su Parigi e i parigini (qui la nostra recensione): Darren Star ha promesso una stagione 2 meno appiattita sull’aspetto dello scontro tra le culture americana e francese e una maggiore attenzione alla crescita interiore del personaggio. Ci sarà riuscito?