Il rinnovo di The Crown 6, arrivato a sorpresa quest’estate dopo che Netflix aveva annunciato la fine della serie con la quinta stagione, è un ritorno al progetto originario di Peter Morgan, creatore e showrunner della serie.
A mettere un freno alle ambizioni di completare le sei stagioni previste per la saga reale inglese, rivela lo sceneggiatore, era stata una certa stanchezza dettata dai ritmi di lavoro frenetici: un anno per scrivere le sceneggiature e due per girare le relative stagioni (finora Netflix ne ha prodotte due per volta). Ma poi ha prevalso lo spirito iniziale, anche grazie all’idea di dare al nuovo cast che subentrerà con la quinta stagione la stessa opportunità di calarsi nei personaggi della famiglia Windsor che era stata data ai precedenti interpreti.
Come ha raccontato di recente a The Hollywood Reporter, Peter Morgan aveva deciso di archiviare la serie al quinto capitolo perché troppo faticosa, ma il cast di The Crown 5 – capitanato da Imelda Staunton nei panni della Regina – ci ha messo lo zampino spingendo per avere due stagioni a disposizione. E così si è tornati al primo intento: sei stagioni con tre cast differenti per raccontare un arco temporale che va dall’ascesa al trono di Elisabetta II al recente passato.
Così Peter Morgan racconta come ha cambiato idea nel corso dell’ultimo anno.
Sono io che sono esausto, e la verità è che le persone sono state così solidali e gentili. Sono state così gentili ad accompagnarmi nell’idea di una versione da cinque stagioni. È stato un atto di generosità perché è stato sempre presentato come un progetto da sei stagioni e ho sempre immaginato che sarebbe stato così. Penso che abbiano semplicemente guardato lo stato in cui mi trovavo, che è un classico look da showrunner. Sembri leggermente verde e giallo e hai le borse sotto gli occhi e sembri almeno di 10 anni più vecchio di quanto sei in realtà. A quel punto, la gente dice: “Lascia che questo poveraccio esca dalla sua miseria”. Ma poi, durante l’incontro con gli attori, erano tutti furiosi di avere solo una stagione. (Ride) Del tipo: “Beh, non è giusto. Come mai Claire Foy e Olivia Colman ne hanno avute due e io ne prendo solo una?”.
Sebbene ironico, Morgan ha spiegato così la scelta di tornare al progetto preliminare: sei stagioni di The Crown per arrivare a raccontare la monarchia di Elisabetta II fino a inizio del secolo corrente. Senza arrivare al presente, perché – come ha già spiegato in passato – occorre una certa distanza dai fatti per poterli drammatizzare e non farne una mera cronaca. Per questo motivo non ci sarà spazio in The Crown 6 per le vicende di Harry e Meghan, né quelle controverse del principe Andrea, coinvolto nello scandalo sugli abusi sessuali commessi dall’amico finanziere Jeffrey Epstein e per questo escluso da ogni funzione istituzionale. “Sono molto più a mio agio a scrivere di cose che sono successe almeno 20 anni fa” ha ribadito lo sceneggiatore.
Ora, mentre la quarta stagione si appresta a debuttare su Netflix, lo attende un anno sabbatico, che in realtà è un anno dedicato alla scrittura: Morgan si dedicherà alla stesura della quinta stagione, che non entrerà in produzione prima del 2021 e di conseguenza non sarà su Netflix prima del 2022. La sua scrittura, però, non risentirà della pandemia da Coronavirus: non ha intenzione di scrivere scene pensando al distanziamento o alle limitazioni in termini di location, confidando che per l’inizio della produzione saremo fuori dall’emergenza.
La sto scrivendo esattamente come scrivevo prima. Non faccio concessioni di sorta in termini di location internazionali, in termini di comparse, in termini di dimensioni. Semmai, lo spettacolo sta diventando più grande. Quindi conto assolutamente che non solo ci sia un vaccino, ma che a quel punto il vaccino abbia avuto una diffusione globale.
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