La prima metà dell’anno non ha risentito dello stop alle produzioni imposto a Hollywood dalla pandemia da Coronavirus. Pur non avendo sfornato un successo universale e indiscusso come la seconda stagione di Fleabag nel 2019, i primi sei mesi del 2020 hanno costellato il panorama dello streaming di tante piccole e grandi perle, fra atroci drammi familiari ed esilaranti incursioni nel mondo degli adolescenti. Ripensiamo quindi alle migliori serie tv del 2020 finora, in attesa di scoprire cos’ha in serbo per noi la seconda metà dell’anno.
L’Amica Geniale – Storia del Nuovo Cognome (Rai/HBO)
La seconda stagione della serie ispirata ai romanzi di Elena Ferrante ha reso ancora più struggente e intenso lo sguardo sulle ambiguità, le invidie, i rancori e le passioni che saldano il legame tra Elena e Lila. Il microcosmo soffocante del rione si è espanso per racchiudere la nuova miseria della vita di Lila, abusata fisicamente e psicologicamente dai bruti della sua storia, e la modernità incombente in quella di Elena, alle prese con un senso di estraneità che minaccia di non abbandonarla mai.
Con il passare degli episodi, il percorso delle due giovani evidenzia in Storia del Nuovo Cognome le distanze siderali fra il pacifico benessere della borghesia colta e il feroce sfruttamento subito dal proletariato. È il senso dell’opposizione fra Elena e Lila, ma anche la necessaria premessa allo sviluppo delle loro storie, atteso nell’adattamento del terzo romanzo della quadrilogia di Elena Ferrante, Storia di Chi Fugge e di Chi Resta.
- Ferrante, Elena (Author)
Unorthodox (Netflix)
Arrivata ed esplosa a sorpresa in pieno lockdown, la miniserie Netflix Unorthodox è la più ambiziosa storia di sofferenza, ribellione e ridefinizione di sé che l’universo dello streaming abbia offerto quest’anno. Ispirata alle memorie di Deborah Feldman, in cui l’autrice svela le sue difficoltà di adattamento al severo contesto chassidico, la miniserie osserva, smonta e sbriciola tradizioni religiose retrograde, pratiche oppressive e credenze oscurantiste.
E così in soli quattro episodi Unorthodox riesce a riflettere con sconvolgente lucidità sulle assurde limitazioni imposte a ogni donna, e sul coraggio che la giovane protagonista culla in sé per compiere un viaggio di liberazione e riscoperta di inestimabile valore. E tra sofferenza e cedimenti, smarrimento e reazione, da una delle migliori serie tv del 2020 emerge e si cristallizza il talento di Shira Haas, presto di ritorno in Shtisel 3.
Mrs. America (FX/Hulu)
Ancora inedita in Italia, Mrs. America è probabilmente in cima alla lista delle migliori serie tv del 2020. Dalla trama al cast, dai costumi alle scenografie, tutto lascia trasparire una cura certosina dei dettagli e un livello di eccellenza difficile da oltrepassare. Al centro della storia finisce la lotta politica che infiamma gli animi delle femministe negli Stati Uniti in un arco di tempo virtualmente esteso fino a oggi.
A scontrarsi sulla possibile approvazione dell’Equal Rights Amendment (ERA) sono le più incisive e popolari femministe del tempo – da Gloria Steinem a Bella Abzug, da Shirley Chisholm a Betty Friedan – e un agguerrito gruppo di sostenitrici degli ideali più tradizionali sul ruolo della donna in famiglia e nella società. A guidarle è Phyllis Schlafly, una Cate Blanchett come sempre impeccabile.
Fra contraddizioni e ipocrisie, solidarietà e sperimentazioni, Mrs. America racconta una storia corale di grande valore, e a reanderla ancor più speciale sono le prove eccezionali della stessa Cate Blanchett, di Rose Byrne, Uzo Aduba, Sarah Paulson, Margo Martindale e Tracey Ullman.
- Steinem, Gloria (Author)
Sex Education 2 (Netflix)
Sex Education 2 non si è limitata ad allontanare lo spauracchio delle seconde stagioni, spesso non all’altezza delle prime, ma ha confermato anche di essere una delle più brillanti comedy in circolazione e, ça va sans dire, una delle migliori serie tv del 2020. Gli sforzi di inclusività di Sex Education si sono espansi in ogni ambito, da quello razziale a quello fisico, passando per lo spettro di orientamenti sessuali osservati.
Allo humour scanzonato, irriverente e mai volgare che si è imparato ad amare nella prima stagione si è affiancata poi un’osservazione più attenta alle motivazioni psicologiche dei personaggi. Sono stati indagati in modo efficace la crisi delle certezze di Jean, la ricerca di una maggiore maturità da parte di Otis, l’esplorazione e accettazione di sé di Adam e Ola, il fiorire di Eric. E con lo stesso tatto e lo stesso acume si sono viste Maeve e Aimee sprofondare e poi riemergere dalle rispettive debolezze, reali o percepite che fossero.
- Sex
- Furman, Ezra
Dead To Me 2 (Netflix)
Come già la prima stagione, anche Dead To Me 2 ha proposto una trama ridotta all’osso e colpi di scena da cui sono scaturiti tutto e il contrario di tutto. Eppure l’improbabile congiunzione astrale per la quale Jen e Judy sono riuscite a tenere pulita la fedina penale è l’ultima delle preoccupazioni di chiunque abbia guardato la seconda stagione della serie. Perché abbandonare qualsiasi pretesa di congruenza ha permesso di concentrarsi sulle prove straordinarie di Christina Applegate e Linda Cardellini.
Ancor più che nella prima stagione le due hanno raggiunto livelli d’intesa sbalorditivi, grazie ai quali il pubblico ha potuto godersi lo scoppio pirotecnico di emozioni e sentimenti. Linda Cardellini ha arricchito la sua Judy di rimpianto e desiderio, macchiandone la superficie docile e delicata con un pizzico di scaltrezza. Il suo calore, la generosità e l’apertura a un buono che scorge in chiunque sono balsamo sulle ferite di Jen, personaggio cucito ad arte su Christina Applegate e che proprio quest’ultima eleva fino a farne il capolavoro della serie.
- Tutti i 18 episodi su 6 DVD incluso il taglio del regista s del pilota...
- scene eliminate, dietro le quinte, e outtakes
I May Destroy You (BBC/HBO)
Definirla la nuova Phoebe Waller-Bridge sarebbe ingiustamente limitativo, ma con lei condivide un talento cristallino, una libertà creativa invidiabile e un punto di vista sul mondo incredibilmente lucido e anticonvenzionale. Parliamo di Michaela Coel, che con I May Destroy You ha offerto al pubblico una delle migliori serie tv della prima metà dell’anno. Le vicende narrate sono quelle di Arabella, millennial osservatrice della realtà del suo tempo, alle prese con un abuso sessuale di cui non ha memoria e che deve ricostruire fra dubbi, dolore e resistenze proprie e altrui.
La serie, unica nel suo approccio a temi complessi come il consenso, l’elaborazione dei traumi e l’assunzione di responsabilità, ha colpito fin dal debutto per la capacità di trasmettere ogni sensazione scatenata dalla materia di cui si è occupata, inducendo nello spettatore un disagio che lo costringe a ripensare ciò che crede di sapere sui propri meccanismi di difesa, reazione ed elaborazione di ciò che gli accade.
- Coel, Michaela (Author)
I Know This Much Is True (HBO)
Che un attore interpreti più di un ruolo non è più cosa nuova. Negli ultimi anni lo si è visto fare a James Franco, Paul Rudd e soprattutto Tatiana Maslany, e con I Know This Much Is True anche Mark Ruffalo può unirsi a questa piccola élite. E può farlo vantando una performarce davvero eccezionale. Nella serie ha interpretato i gemelli Dominick e Thomas, quest’ultimo schizofrenico e paranoico e bisognoso di cure e controllo costanti.
Proprio il legame fra i due – talvolta burrascoso, ma viscerale e incancellabile – è al centro dell’intera storia, un concentrato di dolore e sacrificio che tarpa le ali di un Dominick costretto così a una vita modesta. Ed è lui, nel grigiore di un’esistenza di perdite e rinunce, a dover scendere a patti con il passato, con eredità familiari pesanti e responsabilità presenti, trovando la forza di perdonare e ricostruirsi.
- Lamb, Wally (Author)
The Great (Hulu)
Le serie storiche sono una fonte d’attrazione sempre viva per creativi e spettatori, ma con The Great Tony McNamara ha saputo tirare fuori dal cilindro qualcosa di insolito e delizioso. E così quello che poteva essere l’ennesimo racconto delle gesta di una gloriosa regnante come Caterina di Russia è diventata una riscrittura satirica, politicamente scorretta e a tratti apertamente crudele della vita di Caterina, in quegli anni non ancora la Grande.
Dopo la vita teatrale e cinematografica, la Caterina di McNamara è approdata sul piccolo schermo col volto di Elle Fanning per intrattenere con una storia carica d’humour effervescente e maligno, capace di scavalcare qualsiasi tabù per prendersi gioco di difetti fisici e caratteriali, tradizioni antiquate e becere usanze. Un mondo, quello di The Great, in cui a fare la differenza non sono tanto le gesta dell’eroina, quanto l’assurdo, machiavellico complotto ordito ai danni dell’antagonista – l’inqualificabile Pietro di Nicholas Hoult – e i rozzi, perversi meccanismi della sua corte.
- Olivia Colman, Emma Stone, Rachel Weisz, Nicholas Hoult, Joe Alwyn...