Nel mare di critiche che avvolge questo revival il personaggio di Miranda in And Just Like That è indubbiamente il più chiacchierato, se non apertamente preso di mira. La scelta di scrivere per lei un’evoluzione personale che tra alti e bassi la porta a scoprire di essere queer, nel suo caso potenzialmente omosessuale o bisessuale, ha lasciato il pubblico storico della serie un po’ confuso e decisamente non entusiasta. Come se fosse un tradimento, un’incoerenza rispetto al passato. Invece la rottura con quello che rappresenta la norma eterosessuale dovrebbe essere intesa – ed è così che prova a raccontarlo la nuova serie – come una scoperta, un viaggio personale che può essere intrapreso anche in età matura.
Attenzione Spoiler!
Miranda in And Just Like That è forse la cinquantenne dal percorso di vita più complesso: se Charlotte è una perfetta borghese che cerca di stare al passo con le sue figlie adolescenti, mentre Carrie affronta il lutto per la perdita del marito e la solitudine che ne deriva, l’avvocato Hobbes è colei che più di tutte mette in discussione se stessa e le sue convinzioni in quella che parte come una crisi di mezza età e si rivela una felice scoperta di una parte di sé finora mai esplorata.
La svolta per Miranda in And Just Like That arriva nell’episodio 5 e ovviamente include il personaggio non binario di Che Diaz (interpretato dalla new entry Sara Ramirez), che ha rappresentato finora la personalità attraverso la quale Miranda ha avuto accesso ad una nuova visione dell’identità di genere, restandone affascinata. Il flirt tra le due è iniziato già nel terzo episodio, o probabilmente già durante il funerale di Mr. Big nel secondo, ma l’incontro che rappresenta la prima esperienza lesbo per Miranda avviene nella cucina di Carrie, mentre quest’ultima dorme dopo un intervento all’anca. La protagonista si sveglierà in cerca di aiuto per andare in bagno, ma finirà per osservare da uno specchio il primo rapporto sessuale tra Miranda e il suo capo Che Diaz, arrivata a casa per farle visita e poi finita a ubriacarsi e flirtare con la sua migliore amica. Per Miranda l’incontro si rivela “la sensazione migliore che abbia mai provato“, che suona come un vero e proprio coming out. E il successivo confronto con Carrie rivelerà come questa scoperta dai contorni ancora indefiniti – non è chiaro se il personaggio si identificherà come bisessuale, gay o più genericamente queer – arrivi dalla consapevolezza di essere infelice nella sua vita.
Miranda in And Just Like That si è ritrovata ad essere una cinquantenne con un matrimonio stagnante, un marito trasformatosi in un coinquilino, un figlio adulto che ha un’intensa vita sessuale nella quale, probabilmente, sua madre rivede se stessa da giovane facendo un confronto amaro con la sua vita piatta di oggi. Il viaggio LGBTQIA+ di Miranda parte da queste premesse e prosegue a tappe forse un po’ forzate ma con una scoperta dietro l’altra, dall’attrazione per una persona non binaria alla prima esperienza omosessuale. Un percorso fatto in parallelo col tentativo di intorpidire la sofferenza con l’alcool, una potenziale dipendenza di cui il personaggio appare però consapevole e determinato ad evitare. Probabilmente sarà proprio l’ammissione della sua natura queer la chiave per uscire da una depressione che la bottiglia aveva solo cercato di sopire.
La decisione di trasformare Miranda in And Just Like That nel primo personaggio queer tra i volti principali della serie originale ha sicuramente a che fare con le istanze di Cynthia Nixon: l’attrice e attivista democratica si identifica come queer anche nella vita reale ed è sposata con Christine Marinoni. Proprio la consapevolezza di non aver fatto abbastanza, anzi di aver fatto pochissimo, in quanto a inclusività nella rappresentazione di generi e orientamenti sessuali nella serie originale, ha spinto l’attrice a chiedere apertamente agli sceneggiatori di porre rimedio a quella lacuna. L’apertura al mondo LGBTQIA+ è stata una condizione della sua partecipazione al revival, come ha rivelato la stessa Nixon e sta riguardando anche altri personaggi, ad esempio con la storyline di Rose (Alexa Swinton), figlia di Charlotte, che non si identifica nel suo sesso biologico femminile.
La rivoluzione di Miranda in And Just Like That e gli altri temi introdotti in questo revival potranno far storcere il naso a coloro che avrebbero preferito un’impronta più standard e fedele alla serie originale. In effetti in questo esperimento mancano il glamour, il sesso, lo scintillio di Sex and The City, ma d’altronde che senso avrebbe avuto replicare la stessa serie di vent’anni fa oggi, con protagoniste cinquantenni in una società radicalmente cambiata?
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