Sara Ramirez sta per debuttare nel revival di Sex and The City facendo la storia della serie: in And Just Like That…, che arriverà in Italia a dicembre in contemporanea con gli Usa, l’attrice statunitense di origini messicane interpreterà il primo personaggio queer non binario del format originale di HBO.
Per Sara Ramirez è il secondo ruolo televisivo dall’addio a Grey’s Anatomy nel 2016: dopo undici stagioni nei panni del chirurgo ortopedico bisessuale Callie Torres, ha interpretato un personaggio non binario in Madam Secretary e ora sarà una speaker radiofonica che tiene un podcast dedicato a Carrie Bradshaw (la protagonista Sarah Jessica Parker) nel revival di Sex and The City per HBO.
Sara Ramirez, parlando della sua carriera in un’intervista su Out100 che le dedica la copertina, ha rivelato che interpretare Callie Torres per un decennio ha avuto un impatto determinante sulla sua vita: “Prima di Callie Torres, non mi ero mai vista rappresentata in televisione, c’erano così tante cose che non sapevo di non sapere… quindi mi sono ritrovata in lei in molti modi“. Ad oggi il personaggio risulta ancora il più longevo tra i personaggi LGBTQ+ in tv e non è escluso che possa apparire in futuro nella serie, visto che è uscito di scena per poi ricongiungersi a New York con Arizona Robbins (Jessica Capshaw).
Sara Ramirez ha visto crescere la consapevolezza della propria identità di genere grazie all’esperienza televisiva: ha fatto coming out come bisessuale nel 2016 e nel 2020 si è definita persona non binaria, non riconoscendosi pienamente nel binarismo della definizione di genere uomo/donna. Negli anni è diventata anche una fervente attivista per i diritti civili della comunità LGBTQ+.
Coerentemente con la sua storia Sara Ramirez ha detto a Out che spera di continuare ad interpretare ruoli all’insegna dell’inclusività, affinché il pubblico possa vedersi riflesso nei suoi personaggi proprio come è accaduto a lei nel corso della carriera: “Se possiamo innescare conversazioni genuine e nuove in spazi che normalmente non sarebbero coinvolti in quelle conversazioni, penso che la visibilità possa cambiare il modo in cui vediamo noi stessi e il mondo“.