Gli Emmy 2020 diventano una piattaforma politica: gli appelli di Mark Ruffalo, Regina King e altri

La cerimonia di assegnazione degli Emmy 2020 è stata contraddistinta da numerose parentesi sociali e politiche: una panoramica degli appelli più accesi da parte dei vincitori

Regina King e Uzo Aduba, fra le vincitrici degli Emmy 2020

[TV Academy, YouTube]


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Dalle proteste antirazziste alle imminenti elezioni presidenziali, le tante questioni sociali e politiche al centro del dibattito pubblico statunitense hanno trovato spazio fra le note celebrative degli Emmy 2020. La cerimonia di assegnazione dei riconoscimenti più ambiti della televisione, costretta a reinventarsi per garantire il rispetto delle norme anti-Covid, si è dunque trasformata in una piattaforma politica dalla quale alcuni dei personaggi più in vista di Hollywood hanno spinto i cittadini a dare ascolto alla propria coscienza sociale.

Damon Lindelof, premiato per la sceneggiatura di Watchmen, a sua volta vincitrice della statuetta per la miglior serie limitata, ha pronunciato uno degli acceptance speech più appassionati della serata. La storia è un mistero, è rotta in un milione di piccoli pezzi e molti sono andati perduti, ha detto. Sappiamo dove si trovano, ma non li cerchiamo attivamente prché sappiamo che trovarli farà male. A volte siamo noi gli artefici di quel male, o addirittura ne traiamo vantaggio, ma dobbiamo dargli un nome prima di poter rimediare.

Fate attenzione, siate maldestri, scaldatevi, datevi una calmata, siate come un elefante in una cristalleria, raccogliete quel che avete rotto e rimettetelo insieme. Non fermatevi finché il risultato non è grandioso, confermate, non è mai abbastanza grandioso. Dissentite, siate coerenti, apritevi ai paradossi, non contradditevi. E infine, smettete di preoccuparvi delle cancellazioni [delle serie tv] e chiedetevi cosa state facendo per ottenere il rinnovo, ha proseguito in toni enfatici. Dedichiamo questo premio alle vittime e ai sopravvissuti del massacro di Tulsa del 1921. Gli incendi che hanno distrutto il Black Wall Street ardono ancora oggi; l’unico modo di spegnerli è combatterli tutti insieme.

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Regina King, premiata per il ruolo di Sorella Notte nella stessa Watchmen, ha onorato invece Breonna Taylor, la giovane afroamericana uccisa da poliziotti ancora in liberta. [Breonna] rappresenta decenni, secoli di violenza contro i corpi neri, ha spiegato ai giornalisti in un’intervista successiva alla consegna dell’Emmy. Ha inoltre indossato una maglietta con il volto della ragazza, proprio come Uzo Aduba, vincitrice di un Emmy per l’interpretazione di Shirley Chisholm in Mrs. America.

Se potessi dire qualcosa [a Shirley Chisholm] sarebbe: grazie per aver fatto la cosa più difficile. Le direi grazie per aver normalizzato l’essere sé stessi. In un momento in cui era previsto che le donne nere o le donne di colore occupassero uno spazio molto ristretto, lei non ha avto paura di osare, di vivere sfruttando al massimo il suo potenziale. Che lo sapessimo o no, quel suo modo di fare ci ha aperto una strada della quale eravamo disperatamente alla ricerca, ha affermato dopo aver reso omaggio a Ruth Bader Ginsburg, una donna che ha plasmato la cultura e la storia per le donne, e di cui sentiremo sempre la mancanza.

Mark Ruffalo, premiato per il suo doppio ruolo in I Know This Much Is True – Un Volto, Due Destini il titolo italiano –, ha legato la vittoria dell’Emmy all’essenza stessa del suo paese. La nostra storia racconta di una famiglia. Di un uomo che lotta per il fratello, affetto da un disturbo mentale. È una storia comune negli Stati Uniti e nel resto del mondo di oggi e ci spinge a porci una domanda: come ci confronteremo con gli altri, come onoreremo, come ci prenderemo cura uno dell’altro, e dei più vulnerabili? Lo faremo con amore e compassione, e lottando per loro, ha detto. Se avete dei privilegi dovete lottare per chi è meno fortunato e più vulnerabile. È questo che fa grande l’America, la nostra diversità.

Il suo discorso è proseguito con un riferimento alle imminenti elezioni presidenziali, che ha descritto come un momento importante nel nostro futuro prossimo. Saremo un paese contrassegnato da divisioni e odio, un paese riservato a un certo tipo di persone, o un paese caratterizzato dall’amore e dalla forza, in lotta per far sì che tutti vivano il sogno americano? È questo il momento che stiamo vivendo, quindi andate a votare e scegliete la compassione e la gentilezza, ha concluso.

Ancor più evidente l’impronta politica dei non-grazie espressi da Jesse Armstrong, creatore di Succession, miglior serie drama e protagonista dell’intera awards season. Un non-grazie al virus che ci sta tenendo lontani quest’anno, ha detto. Un non-grazie a Donald Trump per la sua scadente e scoordinata risposta. Un non-grazie a Boris Johnson e al suo governo per aver fatto esattamente lo stesso nel mio paese. Un non-grazie a tuti i governi nazionalisti e quasi nazionalisti: siete esattamente l’opposto di ciò di cui abbiamo bisogno in questo momento. E un non-grazie ai mogul dei media che si adoperano perché [questi leader] mantengano il potere.

I contenuti politici della cerimonia di assegnazione degli Emmy 2020 sono considerati inevitabili. Da una parte tentano di far convergere l’attenzione su elezioni dal risultato ancora incerto, e dalle quali dipende non soltanto il futuro politico del paese, ma anche quello sanitario. Dall’altro seguono quattro anni nei quali una fetta consistente del mondo di Hollywood si è schierata apertamente contro le politiche di Trump, sostenendo con un inedito attivismo gli esponenti delle varie anime del partito democratico.

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