I personaggi di Chernobyl, serie rivelazione del 2019 premiata con tre Emmy Awards e una gran quantità di altri riconoscimenti prestigiosi, sono l’anima di un racconto che ha messo in scena per la prima volta quell’unicum nella storia moderna che è stato il primo incidente ad interessare un reattore nell’era dell’energia nucleare, ancora oggi il più grave mai verificatosi in una centrale.
Lo showrunner Craig Mazin ha ricostruito minuziosamente i fatti avvenuti la notte del 26 aprile 1986 nell’impianto di Pryp”jat’, basando la sua sceneggiatura sul libro-testimonianza di Svetlana Aleksievic Preghiera per Chernobyl e affidandosi ovviamente anche ad invenzioni drammaturgiche per confezionare questa miniserie in 5 parti.
- Aleksievic, Svetlana (Author)
Un cast superbo contribuisce a fare di questa serie un grandioso esempio di come la storia contemporanea costituisca materiale vivo per un’avvincente narrazione per il piccolo schermo: nel caso di Chernobyl, siamo di fronte ad un magistrale esperimento di narrativa d’inchiesta in formato televisivo. Nonostante le critiche per alcune presunte incongruenze storiche – ma è sempre bene ricordare che siamo di fronte ad un prodotto di finzione ispirato ad una storia vera e non ad un documentario tout-court – ha scatenato le ire del governo russo che ha prima annunciato e poi ritirato l’idea di realizzare una propria serie tv per raccontare una diversa verità. Forse quella dei numeri ridicolmente esigui delle vittime e dei danni ambientali provocati dall’esplosione, che furono diffusi poco dopo l’incidente e che sono rimasti tali ancora oggi, visto che non furono mai aggiornati.
In onda prima su Sky Atlantic nel 2019 e poi in chiaro su La7 a giugno 2020, Chernobyl vanta tra i fattori del suo meritato successo una caratterizzazione a tutto tondo dei suoi personaggi (quasi tutti realmente esistiti), che rappresenta in modo struggente e magnetico come divisi tra il loro ruolo pubblico e il travaglio privato, la fede politica e la verità scientifica, il senso del dovere e quello della colpa. Ecco chi sono o chi rappresentano nella storia di Chernobyl i personaggi della serie.
Uno straordinario Jared Harris interpreta Valery Legasov, l’esperto di chimica atomica ingaggiato dal Cremlino nella commissione governativa che ha fronteggiato l’incidente nella centrale nucleare nelle ore immediatamente successive all’esplosione. Nonostante un regime interessato a fare di tutto per ridimensionare la portata dell’evento di fronte al resto del mondo e in particolare ai paesi rivali, Legasov si è battuto con tutte le sue forze per essere ascoltato da un governo totalitario restio ad ammettere le reali conseguenze e le responsabilità del disastro. Ha cercato di evitare che la catastrofe ecologica diventasse irreversibile e di raccontare al mondo la verità su quanto accaduto, nonostante le pressioni e le minacce del KGB. Nella serie il suo rapporto con Boris Shcherbina rappresenta lo scontro tra la scienza e la politica: Legasov combatte contro il primato assoluto di quest’ultima per affermare delle verità scientifiche che possono salvare delle vite ed evitare danni ambientali secolari. La sua testimonianza al processo contro gli impiegati della centrale Dyatlov, Bryukhanov e Fomin cambierà per sempre la storia del nucleare, ma anche la sua vita. Il personaggio è realmente esistito: Legasov si suicidò a due anni dall’esplosione, come la serie mostra sin dal primo episodio prima di ricostruire l’intera vicenda. Dopo la sua morte gli venne conferito il titolo di “Eroe della Federazione Russa” dal presidente Boris Yeltsin.
Stellan Skarsgård interpreta magistralmente Boris Shcherbina, il vice Primo Ministro che guidò la commissione d’inchiesta sul disastro di Chernobyl. Inizialmente restio ad ascoltare la voce di Legasov e degli altri esperti, cercò poi di far convivere la ragion di Stato con le evidenze scientifiche per contenere le conseguenze di un disastro annunciato. Il vero Shcherbina morì nel 1990, per problemi di salute quasi certamente riconducibili all’esposizione prolungata alle radiazioni, cui si accenna anche nella serie.
Ulana Khomyuk, interpretata da Emily Watson, nella serie è la scienziata dell’istituto per l’energia nucleare dell’Accademia di Scienze della RSS Bielorussa, tra i primi a rendersi conto della portata del disastro avvenuto alla centrale di Chernobyl e decisa ad allertare i riluttanti dirigenti del partito comunista. Entrata a far parte della squadra che investiga sul caso, la sua collaborazione si rivela preziosa per Legasov nel limitare i danni e scongiurare la catastrofe umana ed ambientale di una possibile seconda esplosione. Il suo prezioso lavoro di raccolta delle testimonianze all’ospedale numero 6 di Mosca sarà determinante per una corretta ricostruzione dei fatti avvenuti nella tragica notte del 26 aprile. Il suo personaggio non esiste nella realtà ma è una summa di tante persone realmente esistite, un’invenzione autoriale che racchiude idealmente il contributo di tutti i fisici, gli ingegneri e gli scienziati, uomini e donne che a decine collaborarono con Legasov e Scerbina nei mesi successivi all’incidente per cercare di contenerne gli effetti.
Paul Ritter interpreta Anatoly Dyatlov, vice ingegnere capo della centrale incaricato di eseguire il test nucleare dal cui fallimento scaturì l’esplosione del nocciolo del reattore numero 4. Strenuo difensore della tesi della mancanza di un errore umano nella procedura, fu condannato a 10 anni in un campo di lavoro, contandone però solo la metà. Morì nel 1995 per patologie legate agli effetti delle radiazioni.
Sam Troughton interpreta Aleksandr Akimov, il supervisore del reattore numero 4 di turno la notte dell’incidente. Nonostante i suoi tentativi di convincere Dyatlov della gravità della situazione, non riuscì ad evitare l’esplosione del reattore. L’attivazione del protocollo di emergenza non poté nulla contro il difetto di progettazione e costruzione dell’impianto. Dopo essersi esposto alle radiazioni per aprire manualmente le pompe idrauliche dell’impianto, morì in un ospedale a Mosca, due settimane dopo i fatti.
Adam Nagaitis è Vasily Ignatenko, uno dei pompieri di Pryp”jat’ chiamato in servizio la notte dell’incendio nonostante non fosse di turno: in prima linea nel domare le fiamme, è stato ricoverato a Mosca per le ustioni riportate durante la missione ed è morto due settimane dopo.
Jessie Buckley è Lyudmilla Ignatenko, la moglie del vigile del fuoco Vasily Ignatenko: per assisterlo in ospedale, si espose alle radiazioni rischiando la vita. Incinta, partorì la loro bambina, Natashenka, nata con un difetto cardiaco e una gravissima cirrosi epatica riconducibili alle radiazioni che ne causò l’immediata morte.
Tutti gli episodi di Chernobyl sono disponibili in streaming sul sito de La7.
Questa sera alle 21:15 secondo appuntamento con la serie evento 'Chernobyl'
Pubblicato da La7 su Giovedì 25 giugno 2020