Bruce Springsteen contro Donald Trump: “Non ha idea di cosa significhi essere americani”

Il Boss risponde al tycoon dopo esser stato definito "piccolo" durante un comizio a Minneapolis


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Sì, abbiamo già detto che il mondo del rock non ha in simpatia l’inquilino della Casa Bianca, ma dopo le feroci critiche del tycoon per l’endorsement del Boss a Hillary Clinton la replica che mette di nuovo Bruce Springsteen contro Donald Trump non poteva mancare.

Eravamo rimasti, infatti, all’attacco che il presidente degli Stati Uniti aveva inflitto al Boss insieme a Beyoncé e Jay-Z per aver supportato l’avversaria Hillary Clinton durante la campagna elettorale del 2016. Durante un comizio a Minneapolis, nel Minnesota, Trump aveva detto:

Non ho avuto bisogno di Beyoncé, di Jay-Z e del piccolo Bruce Springsteen. Quest’ultimo suonava due canzoni e se ne andava, e con lui se ne andava il pubblico. Hillary Clinton sta ancora parlando alla solita pessima folla. È la cosa più folle che io abbia mai visto.

In quell’occasione, come sottofondo, suonava Purple Rain di Prince e con quella scelta Donald Trump aveva violato un accordo precedentemente firmato con la Prince Estate nel quale si disponeva di non ricorrere alla musica di Prince per scopi politici.

In un’intervista rilasciata nelle ultime ore per CBS Morning, infine, è arrivata la risposta di Bruce Springsteen all’invettiva del presidente americano. Il Boss definisce “spaventoso” il momento storico che gli americani stanno vivendo, e argomenta il suo pensiero con queste parole:

È spaventoso, sai? Viviamo in un momento spaventoso. La gestione della nazione è stata buttata via a qualcuno che non ha idea di cosa significhi, e sfortunatamente abbiamo qualcuno che so per certo non abbia alcuna comprensione del profondo significato dell’essere americani.

Il Boss non è nuovo ai dissing contro il tycoon a capo degli Stati Uniti: già nel 2017 Springsteen lo aveva criticato aspramente per le scelte politiche sull’immigrazione – un discorso ripreso due anni dopo dalla popstar Rihanna – e ancora prima lo aveva definito un “tossico narcisista”, ma il cantautore di Born In The USA è una delle tante voci di protesta con una posizione ben precisa sulla politica americana.

Gli attacchi a Donald Trump dal mondo della musica sono quasi all’ordine della settimana. Non è trascorso tanto tempo dalla presa di posizione dei Nickelback, per esempio, dopo l’utilizzo non autorizzato di una clip del singolo Photograph in un tweet in cui l’inquilino della Casa Bianca attaccava il suo avversario Joe Biden.

Oltre a Springsteen, Chad Kroeger e Rihanna abbiamo conosciuto le invettive di Taylor Swift, ma le critiche più sentite e pesanti arrivano dal mondo del rock. A Tom Morello in prima fila, recentemente, si sono uniti i Green Day che in una recente intervista hanno rivelato che nel nuovo album non vi sarà alcun riferimento a Donald Trump in quanto, a detta del frontman Billie Joe Armstrong: “Mi fa venire la diarrea”.

Non sono mancate le prese di posizione dei REM e dei Rolling Stones, ma anche i Sum 41 non si sono tirati indietro dal criticare la politica americana nel loro ultimo album Order To Decline. L’ultimo bizzarro episodio interessa il rapper Eminem, sul quale è stata portata a compimento un’inchiesta di BuzzFeed da cui è emerso che Marshall Mathers fu interrogato dai Servizi Segreti nel 2018 per alcuni testi pieni di veleno nei confronti del presidente USA.

Le parole di Bruce Springsteen contro Donald Trump avranno un seguito? Può darsi: il tycoon è solito attaccare i suoi oppositori su Twitter e non si esclude una replica a una discussione accesa tanti anni fa.