Chi Ha Incastrato Babbo Natale?, un nuovo sconclusionato racconto fantasy per Alessandro Siani

Esce il 16 dicembre l’ultimo film diretto e interpretato dall’attore napoletano, con accanto Christian De Sica e l’esordiente Diletta Leotta. La ricetta è ancora quella fiabesca delle sue ultime pellicole. Con risultati davvero modesti

Chi Ha Incastrato Babbo Natale?

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Chi Ha Incastrato Babbo Natale? è la quinta prova da attore/regista di Alessandro Siani (qui pure sceneggiatore, con Gianluca Ansanelli e Tito Buffulini). Babbo Natale (Christian De Sica) è in crisi, perché i bambini per le feste richiedono sempre più dispositivi tecnologici per i quali la storica fabbrica di giocattoli con sede in Lapponia non è attrezzata. Inoltre il braccio destro di Babbo Natale, Romeo (Leigh Gill) è in attesa della nascita dell’erede e preoccupato per il futuro della famiglia decide di vendere l’anima al diavolo. Che ha le fattezze della Wonderfast, azienda della logistica e spedizioni che vuole sbarazzarsi dell’unico vero competitor sul mercato, Babbo Natale, che fa pure concorrenza sleale, a fin di bene e gratis (Siani si è accorto di aver ritratto Amazon come l’impero del male?).

Per questo quando si tratta di individuare un esperto che possa risollevare le sorti della ditta, Romeo sceglie fraudolentemente Genny Catalano, il “re dei pacchi”, intesi come truffe – insieme al suo sodale, il ragazzino Checco (Martin Francisco Montero Baez) sostituisce un cellulare con un mattone e lo rifila a una coppia di tedeschi boccaloni – almeno ai suoi tempi qualcun altro era in grado di pensare in grande, vendendo direttamente la fontana di Trevi. Non appena Genny giunge in Lapponia la sua consulenza si rivela disastrosa, e la ditta natalizia rischia di andare sul lastrico. Ma lo spirito del Natale farà ravvedere anche l’irricuperabile gaglioffo napoletano, che naturalmente ha un cuore grande così.

Forte di una massiccia uscita in circa 500 sale con Vision Distribution, Chi ha incastrato Babbo Natale? conferma la scelta di Alessandro Siani, già testimoniata dal precedente Il Giorno Più Bello Del Mondo, di confezionare un fantasy natalizio rivolto a un pubblico supposto generalista, ingolfando un settore di mercato che in queste settimane ha già visto l’Io Sono Babbo Natale postumo con Gigi Proietti e, dal 30 dicembre, La Befana Vien Di Notte 2 con Monica Bellucci (a proposito di Befana, anche il film di Siani ha la sua, interpretata da Angela Finocchiaro in una contrastata liason plurisecolare con Babbo Natale).

Che però la scelta dell’attore-autore napoletano sia vincente è tutta da dimostrare. Guardando al botteghino dei suoi film, il trend è calante. Lasciando da parte l’exploit di Benvenuti Al Sud (30 milioni), che s’avvantaggiava del fatto d’essere il remake d’un film francese, Giù Al Nord, dalla solida sceneggiatura e perfettamente riadattabile al contesto italiano nella linea della solita conflittualità nord-sud, i film diretti da Siani hanno progressivamente ottenuto riscontri sempre più risicati, dai 15 milioni circa de Il Principe Abusivo e Si Accettano Miracoli, ai 10 di Mister Felicità e i 6 de Il Giorno Più Bello Del Mondo.

A nostro avviso una delle ragioni del calo sta proprio nella scelta di Siani di piegare le sue qualità migliori di comico con una nota malinconica – che, fatte le debite proporzioni, inizialmente rimandava al proibitivo modello di Troisi – a un cinema sempre più chiuso dentro un universo completamente artificioso. In effetti, prima della scelta apertamente fantasy degli ultimi due film, già Si Accettano Miracoli puntava sul racconto di un microcosmo fasullo e quasi presepiale, attardato su improbabili figurine stereotipiche, melassa e buoni sentimenti impossibili da ricollegare a una qualsivoglia realtà di riferimento. Dove la miglior commedia italiana s’è sempre giovata della sua vocazione di specchio deformato dei tempi – anche recentemente nei film di comici-comici come Checco Zalone e Ficarra e Picone (quando sono in vena) –, Siani opta per il piccolo cabotaggio del fiabesco velleitario e inoffensivo, che non riflette, non graffia, non morde.

Chi Ha Incastrato Babbo Natale? procede esattamente così: mettendo insieme una ricetta che prevede il vecchio campione del cinema natalizio Christian De Sica – spaesato in un ruolo che gli offre ben poco, facendo addirittura rimpiangere la cattiveria qualunquista del suo personaggio da cinepanettone –, la bellissima del momento e un bambino le cui origini, all’interno della storia, restano misteriose – dovrebbe essere uno scugnizzo napoletano, ma si esprime in un italiano perfetto e leziosissimo. La sceneggiatura rabberciata e periclitante offre come sempre troppi monologhi al Siani attore e ai suoi sfiancanti giochi di parole, che ogni tanto però, la melassa didascalica di cui sopra, si accendono di toni moralistici sulle autentiche difficolta e la povertà diffusa – “la vita è la più grande truffa che c’è mai stata”, sbotta a un certo punto, pensoso.

Per il resto Chi Ha Incastrato Babbo Natale? ondeggia tra split screen, freeze frame e timelapse da cinema all’americana, con anche una palette di colori che, trattandosi di Babbo Natale, rimanda visivamente a spot in tema della Coca Cola, e un’ambientazione e uno spirito da cinema comico all’italiana che occhieggia e cita i napoletani maggiori. A un certo punto uno degli elfi fa per imitare Genny a uso di Babbo Natale, commentando: “Non ho capito niente, però mi sono divertito”. Vorremmo poter dire lo stesso, invece temiamo di aver capito abbastanza di questo film, e di non avervi trovato nulla di cui rallegrarci. Buon Natale.

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