Non è un mistero che Stranger Things sia arrivata su Netflix nel 2016 un po’ in sordina e nemmeno che David Harbour, interprete dello sceriffo Jim Hopper, temesse un fallimento totale della serie. Ne ha parlato di nuovo al Comic Con di New York sabato 9 ottobre, ricordando come la sua ansia da prestazione per lo show sia stata alimentata dal collega Paul Wesley.
Prima dell’uscita di Stranger Things su Netflix, Harbour era preoccupato che il format non avesse ricevuto una sufficiente sponsorizzazione da parte dello streamer: la campagna pubblicitaria per il lancio della saga di fantascienza dei fratelli Duffer era stata deficitaria – se non addirittura impercettibile – e l’attore aveva confessato i suoi timori di un clamoroso fallimento all’amico Paul Wesley, con cui all’epoca stava lavorando in uno spettacolo off-Broadway.
Harbour temeva che Stranger Things passasse inosservato sulla piattaforma a causa dello scarso investimento nel battage promozionale. In tutta risposta, l’attore di The Vampire Diaries ha alimentato i suoi dubbi, due settimane prima del debutto, con una teoria per niente confortante: “Scusa amico, stanno cercando di affossarlo“ è stata la sua deduzione. Harbour ha rivelato quella conversazione al pubblico del Comic Con ricordando come la sua ansia sia aumentata notevolmente dopo il confronto col collega.
Invece Stranger Things, nonostante la scarsa promozione iniziale, si è rivelato un successo mondiale grazie al passaparola, diventando una delle serie più viste e popolari tra gli originali Netflix negli ultimi cinque anni. Oggi è giunta alla quarta stagione, attualmente in produzione e in uscita nel 2022. Harbour ha raccontato che il cast è ancora unito come il primo giorno: “Quando entriamo sul set insieme, sembra ancora il primo giorno. È un ambiente ancora molto creativo. (…) Tutti amiamo ancora lo spettacolo. Amiamo i creatori e amiamo i nostri personaggi, ci vogliamo bene e ci sentiamo come una famiglia“.