Alvaro Morte e l’amore per l’Italia nell’ennesima curiosità sul personaggio del Professore

Alvaro Morte ha un rapporto speciale con l'Italia e ne è dimostrazione l'ennesima curiosità sul suo personaggio ne La Casa di Carta


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Alvaro Morte è amatissimo in Italia sin dalla sua apparizione nella soap opera Il Segreto. Con l’esplosione della popolarità de La Casa di Carta su Netflix, poi, è diventato un vero idolo delle folle. Il suo “Professore” Sergio Marquina, ideatore della rapina alla Zecca di Spagna nella serie spagnola di Alex Pina, è diventato in pochi mesi uno dei personaggi più celebri dell’universo tv.

Morte è ben consapevole dell’ascendente che esercita sul pubblico italiano: ha raccontato più volte di aver compreso la portata del successo de La Casa di Carta proprio quando nel 2018 venne a Roma per l’evento in cui Netflix avrebbe annunciato il rinnovo della serie e rimase scioccato dalla quantità incredibile di persone che lo attendevano sotto l’hotel e che hanno cercato in tutti i modi di avvicinarlo.

Poco dopo è stato travolto dal calore del pubblico anche a Firenze, in occasione delle riprese di due scene ambientate nel centro storico della città per la terza stagione de La Casa di Carta, insieme a Pedro Alonso (Berlino).

Non stupisce, dunque, che se dovesse scegliere un nome in codice per il suo personaggio nella serie, quel nome sarebbe italiano. Il Professore è l’unico membro della banda di rapinatori a non avere un nome di città, a differenza degli altri, visto che già viene identificato come El Profesor. Ma se proprio dovesse averne uno, vorrebbe il nome di una città italiana. Anzi, di una città-stato presente in Italia.

In una recente intervista a La Voz de Galicia, ha rivelato che avrebbe voluto chiamarsi “Città del Vaticano”, come l’enclave sede della Chiesa cattolica, nonché il più piccolo Stato del mondo. Proprio quest’ultima caratteristica, secondo Morte, rappresenterebbe appieno il personaggio del Professore.

Adoro il professore. Ma se potessi scegliere una città, dopo molte riflessioni, direi Città del Vaticano. Non per la questione religiosa, ma per il fatto che è una città molto piccola, come il personaggio del Professore, così timido, così ritirato, ma che ha un potere assoluto sul resto del pianeta.

Una metafora perfetta per esprimere la riservatezza ma anche la forza del suo Professore. Un ruolo a cui Morte deve molto: quando è stato scelto per La Casa di Carta aveva da poco lasciato Il Segreto e lo aveva fatto senza avere un’alternativa professionale all’orizzonte. Una vera scommessa. Oggi è estremamente grato a questa opportunità, al punto da dichiarare che farebbe anche dieci stagioni de La Casa di Carta, potendo. E mentre si appresta a debuttare anche nella serie HBO-Hulu The Head, mantiene i piedi ben ancorati a terra.

Sono stato in situazioni molto precarie come attore, e questo ruolo mi è arrivato sulla quarantina e con molta gavetta alle spalle. Quindi cerco sempre di tenere i piedi per terra e di usare il massimo del buon senso, la calma e l’umiltà di cui sono capace. Sono fortunato ad essere arrivato dove sono, ma sono consapevole che domani potrebbe finire tutto.

A dimostrazione della sua umiltà, di recente ha voluto anche rendere omaggio a Il Segreto, in cui ha interpretato il dottor Lucas Moliner, in occasione del finale della soap opera trasmesso in Spagna lo scorso maggio.