Sono 330 i candidati iscritti ai concorsi de L’Arte Che Cura, la rassegna su arte e benessere che mira a far conoscere l’importanza dell’arteterapia. Un risultato senza precedenti per la manifestazione, giunta alla quarta edizione, ideata dallo psicoterapeuta Massimo Doriani, organizzata dall’Accademia Imago e dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli con il supporto di Optima Italia.
9 i concorsi: pittura, fotografia, cortometraggio, teatro, musica, canto, poesia, narrativa, danza. E 42 i premi distribuiti, per un valore complessivo di 46mila euro, consistenti in borse di studio. “La partecipazione è andata al di là di ogni aspettativa – dichiara soddisfatto Doriani –, dovremo allestire un’altra sala del PAN per esporre i lavori delle circa 150 opere finaliste selezionate dalla commissione”. I vincitori saranno decisi dalla giuria presieduta dalla psicoterapeuta Caterina Ventura, testimonial d’eccezione Red Ronnie.
L’Arte Che Cura si svolgerà al Palazzo delle Arti di Napoli dal 23 novembre al 1 dicembre. Il tema centrale di questa quarta edizione sono le Emozioni. L’evento è articolato in due momenti: il festival “Arte e benessere” coi concorsi, e la rassegna di laboratori “EmozionARTI”, dedicati alle diverse discipline che si incontrano lungo il percorso formativo di Arteterapia, dallo Psicodramma al Videodramma, dalla Scrittura autobiografica alla Musicoterapia.
Arteterapia, cos’è
Due le idee portanti dell’evento. Primo: l’arte non è solo confronto con la bellezza, ma momento espressivo che dà voce alle parti più profonde del sé e regala benessere. Secondo: sulla base di questo assunto è possibile formare degli arteterapeuti, ossia figure professionali che posseggono la conoscenza dei linguaggi artistici e degli strumenti psicologici, capaci di indirizzare gli allievi in un percorso in cui l’arte diventa occasione di crescita personale.
“Una persona che guarda un quadro o dipinge – dice Massimo Doriani – talvolta si sente meglio, ma non sa bene perché. Se con le giuste competenze psicologiche gli spieghiamo cosa accade lui ne ricava un beneficio. Se a questo accostiamo delle metodologie tecniche e scientifiche precise ecco che questa cosa si trasforma in una vera professione. Questo facciamo nella scuola dell’Accademia Imago, che forma arteterapeuti in un corso triennale seguito da un master di specializzazione biennale. Un titolo che stiamo cercando, con le organizzazioni di categoria, di rendere equivalente alla laurea”.
Arteterapia come professione
L’arteterapia sta diventando una vera professione, che ha un suo riconoscimento legislativo. Continua Doriani: “Una legge del 2014 ha disciplinato le professioni non organizzate in ordini o collegi per riconoscere loro uno status professionale. La norma UNI del 2015 poi, ha fornito una definizione puntuale delle figure operanti nel campo delle ArtiTerapie, individuando i requisiti indispensabili in termini di conoscenze, abilità e competenze”.
Attenzione, l’arteterapeuta non si occupa di patologie, per quelle esistono già figure professionali demandate. “L’arteterapeuta mira alla cura – precisa Doriani –, intesa secondo la nozione di salute formulata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Uno ‘stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia’. Pur non essendo un clinico deve possedere degli strumenti psicologici, dalla psicologia della relazione d’aiuto alla capacità di empatia, ascolto e relazione”
Queste capacità si apprendono in una chiave esperienziale, in cui l’elemento centrale è la crescita personale. “Lo strumento principale per un operatore è sé stesso – puntualizza Doriani –, rimane sempre essenziale insegnare i linguaggi artistici, teatrale, pittorico, musicale eccetera, ma se si vuole trasformare il tutto in una professione d’aiuto, il lavoro principale è quello da compiere su sé stessi. Al centro non c’è cosa si dipinge, ma chi ha in mano il pennello”.
Il corso triennale di formazione prevede quindi: studio della Psicologia della relazione d’aiuto; Evoluzione personale tramite sessioni di psicodramma analitico, uno strumento che viene dalla psicoterapia, efficace per entrare in contatto con sé stessi; studio della disciplina d’indirizzo; esperienze negli altri ambiti disciplinari.
I laboratori dell’Arte Che Cura, perciò, dal 23 novembre, costituiranno l’occasione attraverso cui tanta gente potrà fare un’esperienza diretta delle tecniche e degli strumenti dell’arteterapia in tutte le sue forme. Per capire quanto possa incidere positivamente sul nostro benessere. E per decidere, magari, di intraprendere questo percorso di formazione. Tutti e 15 i laboratori esperienziali di arteterapia sono gratuti. Per consultare il calendario e per partecipare basta prenotarsi nella sezione Workshop del portale della manifestazione, artechecura.it.
Quando l’arte incontra l’impresa
L’arteterapia è una professione da cui emerge anche la stretta connessione che lega benessere, espressione artistica e impresa. Per questo il 7 dicembre si svolgerà al Circolo Ufficiali della Marina Militare di Napoli la conferenza/talk show dal titolo “Quando l’arte incontra Impresa”, cui sono stati invitati l’amministratore delegato di Optima Italia Francesco Caliendo, il presidente di Confindustria Campania Vito Grassi, la presidente del MADRE Laura Valente e Letizia Magaldi, vicepresidente del MADRE e dirigente del gruppo Magaldi.
“Spesso abbiamo dell’impresa un’immagine anacronistica – sottolinea Doriani –, aziende con padri padroni chiuse in sé stesse e interessate solo al prodotto da vendere. Ma nelle attuali società complessa le aziende sono ambienti dinamici in piena osmosi con il territorio, che hanno interesse a trasformare in positivo luoghi e persone, che sanno come il benessere costituisca un volano per creare ambienti migliori e anche più produttivi. Per un’impresa così interconnessa l’arte diventa essenziale, perché è lo strumento che permette di comprendere la struttura profonda della cultura globale contemporanea. E solo se capisci il mondo puoi trasformarlo. Una cosa che interessa tanto agli artisti che agli imprenditori. Il dialogo tra arte e impresa è imprescindibile”.