Eva Longoria e Marc Cherry difendono Felicity Huffman, ma la “grande umanità sul set” non può bastare

Marc Cherry ed Eva Longoria hanno scritto delle lettere a sostegno dell'amica e collega, ma l'umana bontà non è sufficiente per estinguere i debiti con la giustizia

Eva Longoria e Felicity Huffman

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Lo scandalo dei college è esploso ormai sei mesi fa e da allora la vita di Felicity Huffman non è più la stessa. Il mito della donna normale, alimentato dalla vicinanza al suo indimenticabile personaggio in Desperate Housewives e dall’adorabile matrimonio trentennale con il collega William H. Macy, è andato in mille pezzi nello scontro con le accuse di corruzione. Huffman, è la tesi peraltro confermata dalla diretta interessata, ha pagato 15.000$ perché i punteggi dei test scolastici della figlia venissero manipolati a suo vantaggio. Il pubblico ministero ha chiesto per lei un mese di detenzione, mentre gli avvocati dell’attrice hanno proposto un anno di libertà vigilata, lavori socialmente utili e una multa di 20.000$. Per conoscere l’esito della sentenza bisognerà aspettare il 13 settembre.

La vicenda sembrava pronta a concludersi in maniera rapida e relativamente indolore, ma negli ultimi giorni è tornata al centro dell’attenzione generale per via delle dichiarazioni di alcuni volti noti. Nel tentativo di esprimere il proprio sostegno alla straordinaria interprete di Desperate Housewives, American Crime, When They See Us e Transamerica, infatti, amici e colleghi come Marc Cherry ed Eva Longoria hanno inviato ai giudici delle lettere traboccanti di lodi e apprezzamenti.

Marc Cherry, creatore di Desperate Housewives, Devious Maids e più di recente della miniserie Why Women Kill, ha descritto Felicity Huffman come una donna paziente e cortese, nonché un modello di umana compassione per la cortesia mostrata sul set nei confronti di una collega anziana in difficoltà con le battute. La lettera, intercettata e pubblicata da US Weekly, non rivela esplicitamente il nome dell’anziana attrice coinvolta, ma è probabile che si tratti della defunta Kathryn Joosten, interprete di Karen McCluskey in Desperate Housewives.

Quando riguardavo le riprese mi commuovevo: un’interprete così eccezionale non riusciva più a ricordare neppure una parola, ha scritto Cherry, ma Felicity Huffman restava al suo fianco, la trattava con una tale gentilezza. […] Felicity continuava a offrirle pazienza e sostegno, trasformando in una masterclass in umana compassione quella che sarebbe potuta essere una situazione molto tesa. Qualsiasi pietà possiate mostrare nei confronti di questa donna non sarà sprecata, ha concluso.

E a quanto pare non si è trattato dell’unica circostanza in cui Felicity Huffman sia riuscita a distinguersi per l’umanità e la correttezza dei propri comportamenti. È ancora Marc Cherry a lodare la cordialità dell’attrice nelle interazioni quotidiane con una grande star della serie nota per i suoi gravi problemi comportamentali. Durante le riprese facevano tutti del loro meglio per andare d’accordo con questa donna, ma era impossibile, e le cose andavano di male in peggio. Eppure Felicity continuava a dirle “Buongiorno”, pur sapendo che non avrebbe ottenuto risposta. Quando l’ho scoperto e le ho chiesto spiegazioni mi ha detto “Solo perché lei prova in tutti i modi a essere scortese non significa che io debba smettere di essere cordiale”.

La pecora nera citata da Cherry è probabilmente la stessa ad aver popolato gli incubi di Eva Longoria, autrice di un’ulteriore lettera resa pubblica da NBC News nei giorni scorsi. L’ex interprete di Gabrielle in Desperate Housewives ha parlato di Huffman come di una buona amica, capace di accoglierla a braccia aperte nonostante le sue scarse esperienze televisive. C’è stato un periodo in cui un(a) collega mi bullizzava. Tremavo al solo pensiero di dover lavorare con quella persona, era una pura tortura. Finché un giorno Felicity ha detto “basta” ed è finito tutto. Capiva che ero sopraffatta dall’ansia, nonostante non me ne fossi mai lamentata né ne avessi fatto parola con qualcuno, ha scritto.

Anche in questo caso non si conosce ufficialmente il nome della star coinvolta nei presunti abusi o nei comportamenti problematici. Fin dalla messa in onda della serie, però, si rincorrono le voci sull’incompatibilità fra Teri Hatcher e le co-star, situazione che avrebbe reso irrespirabile l’aria sul set dall’inizio alla fine.

Ad ogni modo è difficile che le lettere di Marc Cherry ed Eva Longoria, oltre a quelle di William H. Macy e altre 24 persone, possano influenzare profondamente le decisioni dei giudici. Le azioni di Felicity Huffman e degli altri soggetti coinvolti nell’operazione Varsity Blues sono il frutto di una percezione alterata dei concetti di libertà, possibilità e diritto di fare. Sentir dire ad amici e colleghi che il volto tanto amato di Lynette Scavo è quello di una donna ricca di umanità e comprensione serve più a rincuorare i fan che a deviare il corso della legge. Né sarebbe corretto se si rivelasse vero il contrario. All’attrice non si contesta la professionalità sul set, né la sua colpevolezza potrebbe mai porla sullo stesso piano di un serial killer o un terrorista. Che i debiti con la giustizia vadano saldati, però, resta indubbio, soprattutto se contratti a partire da una percezione distorta del privilegio.