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Per Claudio Giovannesi La Paranza Dei Bambini è il film della consacrazione, confermato dalle otto nomination ai Nastri d’Argento, tra cui tre personali per lo stesso Giovannesi, film, regia e sceneggiatura, scritta insieme a Roberto Saviano e Maurizio Braucci. E proprio con la sceneggiatura il terzetto aveva già ottenuto un riconoscimento prestigioso nel febbraio scorso, l’Orso d’Argento al Festival di Berlino, in cui il film era passato in concorso.
Claudio Giovannesi, nell’intervista rilasciata in esclusiva ai microfoni di OM Optimagazine, sottolinea l’importanza anche di altre candidature: da quella alla fondamentale fotografia naturalistica di Daniele Ciprì, a quella al certosino lavoro del casting. “È stata una delle chiavi di volta del successo del film”, dice il regista. Ricordiamo che per trovare i nove giovanissimi protagonisti del film, che racconta la formazione di una gang criminale di adolescenti tra i quartieri popolari della Napoli contemporanea, è stato fatto un lunghissimo lavoro di selezione, 4000 audizioni a ragazzi tra i 14 e i 18 anni, al fine di individuare dei volti di non professionisti che dessero al film un tono di autenticità non recitata, verosimile.
Ed è sicuramente questo uno dei punti di forza de La Paranza Dei Bambini, che conferma, dopo Alì Ha Gli Occhi Azzurri e Fiore, la sensibilità di Claudio Giovannesi – che proviene dal documentario, e si vede – nel raccontare le storie degli adolescenti, ritratti sempre con curiosità e senza pregiudizi, anche quando si tratta di ragazzi difficili come quelli della Paranza. “In questo film ho cercato di fare quello che faccio sempre – ha aggiunto Giovannesi – provare empatia coi personaggi, senza giudicarli. E quell’empatia che sento verso le loro emozioni spero sempre sia la stessa che proverà il pubblico. Per fortuna, nel caso della Paranza, questa cosa è accaduta”.
Non è la prima volta che Claudio Giovannesi si misura con la scrittura di Roberto Saviano – ricordiamo che il film è tratto dal romanzo omonimo, primo di un ciclo che lo scrittore napoletano ha dedicato alle nuove forme di criminalità giovanile. Giovannesi è stato infatti uno dei registi della seconda stagione di Gomorra – La Serie. Ma in questo caso, con La Paranza Dei Bambini, possiamo dire che sia stato compiuto un lavoro più personale, che si allontana dal tono noir concitato e piuttosto mistificante della serie tv, per prediligere invece uno stile quotidiano, che senza enfasi racconta le storie devianti d’un gruppo di ragazzini che trova nella vita criminale la risposta alla distorta voglia di successo a ogni costo.
Ne esce fuori un film senza retorica e senza mitologie. Davanti al quale lo spettatore vive un’esperienza contraddittoria. Perché da un lato frappone una distanza tra sé e questi feroci criminali adolescenti; dall’altro, però, proprio per la loro giovanissima età, è portato a sentire una forma di pietà per l’enorme spreco di vita inscritto in queste traiettorie esistenziali disperate e disperanti, che sono il riflesso di un modello sociale, etico, educativo che ha fallito.
Il lavoro compiuto da Claudio Giovannesi adesso ha ottenuto il giusto riconoscimento dai Nastri d’Argento. E i premi costituiscono un nutrimento necessario del lavoro. “I premi hanno il valore di un conforto – sottolinea il regista –, la lavorazione di un film dura tanto, io non ci metto mai meno due anni. E quella resta una dimensione sostanzialmente privata. All’improvviso il film diventa di tutti, ed è una fase della vita molto forte, perché riconosci davvero il film solo quando arriva qualcun altro. Perciò il premio costituisce un conforto, finalmente sei contento di aver speso due anni della tua vita in quel modo”.