Don Matteo 12, ultima stagione della storica fiction Rai, chiuderà letteralmente un’epoca televisiva. La storia dell’omonimo parroco protagonista, che con la sua intramontabile bicicletta d’epoca, ha attraversato l’Italia e il resto del mondo. Ovunque, Don Matteo è identificato con Terence Hill, che ha trovato nuova linfa vitale in un progetto televisivo a lungo sofferto.
Correva l’anno 1998 quando Mediaset concepì l’idea di un sacerdote detective con l’attore come protagonista, e successivamente passò alla Rai il compito di svilupparla. Terence Hill era l’uomo perfetto in grado di incarnare un personaggio dotato di profonda umiltà che riesce a scavare nelle mille sfaccettature dell’animo umano. L’attore, nato come Mario Girotti, proveniva da un periodo non proprio brillante al cinema. Dopo l’epoca d’oro, in cui ha inaugurato gli spaghetti western accanto all’amico Bud Spencer, Terence Hill cercava un modo per rilanciare la carriera dopo gli ultimi insuccessi al cinema.
Il sacerdote di Gubbio (e successivamente Spoleto) è stato il suo alter ego per quasi vent’anni – l’anniversario ricorrerà nel 2020, e si pensa che Rai1 possa lanciare Don Matteo 12 proprio in quei mesi. Perché la fine della fiction rappresenterà anche la conclusione di un’era televisiva?
Quando la serie debuttò nel 2000, fin da subito riuscì ad attrarre milioni di spettatori, surclassando la concorrenza dell’inossidabile Grande Fratello. Un successo inaspettato per l’azienda di Viale Mazzini, che rilanciò non solo la carriera di Terence Hill, ma introdusse un nuovo genere televisivo. Il giallo si mescolava con la commedia; Don Matteo aiutava il Maresciallo Cecchini nelle sue indagini, fornendo attente analisi del caso. Il tono della narrazione non è mai stato violento, piuttosto leggero e creativo. La drammaticità degli eventi è interrotta da una vena sottile di ironia e di moralismo.
Tuttavia, l’arte si deve adattare ai tempi, e le avventure del parroco di Terence Hill devono perciò lasciare il posto a nuove storie. Abbandonato il buonismo, Rai sta puntando su fiction di qualità, in cui i protagonisti sono uomini (o antieroi) tormentati – basti pensare al burbero Rocco Schiavone – ma anche donne forti – come Alice Allevi de L’Allieva. Don Matteo 12 chiuderà un’epoca televisiva d’oro, e anche Terence Hill dovrà dire addio alla tonaca. I fan, però, non dimenticheranno quelle storie intrise di buoni sentimenti che hanno rappresentato un’intera generazione. Ci piace immaginare Don Matteo che, quando arriverà il momento dell’addio, saluterà i suoi concittadini su una slitta trainata da un cavallo, proprio come faceva Trinità (uno dei personaggi più famosi di Terence Hill).