Non per nulla è diventata nel giro di un anno la serie in lingua non inglese più vista su Netflix: La Casa di Carta ha ricevuto di recente una nuova investitura perfino da Stephen King, che ne ha raccomandato la visione pronunciandosi su Twitter.
Entusiasta della serie creata da Alex Pina, King ha invitato i suoi follorwers appassionati del genere a seguire Money Heist (titolo della serie in inglese, mentre l’originale spagnolo è La Casa dePapel), descrivendola come esplosiva.
Il re della letteratura horror contemporanea ha scritto testualmente sul suo profilo Twitter: “Money Heist, su Netflix: se vi piacciono le rapine a mano armata, vi innamorerete. È una bomba. In spagnolo, con sottotitoli in inglese o doppiato” .
Partita come fenomeno di nicchia prima su Antena3 in Spagna e poi nel resto del mondo con la distribuzione internazionale su Netflix, La Casa di Carta è diventata nel 2018 un caso mondiale grazie al passaparola sui social e all’interesse suscitato presso influencer particolarmente seguiti, come l’italiana Chiara Ferragni.
Di endorsement in endorsement, i consensi per La Casa di Carta sono cresciuti fino a farne la serie più vista in assoluto nella storia di Netflix tra quelle non in lingua inglese. Un fenomeno le cui proporzioni numeriche restano comunque avvolte dal mistero, visto che la società per sua policy non divulga il numero delle visualizzazioni in streaming dei suoi prodotti, ma la mania scatenata dai simboli della serie (dalle maschere di Salvador Dalì usate per la rapina alla Zecca spagnola all’inno della resistenza partigiana Bella Ciao diventato oggetto di remix e cori da stadio) è evidente ed innegabile. E se non bastasse questo a decretarne il successo, c’è l’ordine di una terza stagione da parte di Netflix, che nell’aprile scorso ha annunciato l’ingresso nella produzione della serie al fianco delle società spagnole Vancouver Media e Atresmedia.
Intorno alla serie c’è ancora un certo snobismo da parte di chi la considera ruffiana, populista per l’antieuropeismo del suo protagonista e talmente inverosimile nella trama da risultare ridicola, ma c’è da ammettere che nonostante quel retrogusto trash da soap spagnola mista a poliziesco d’antan La Casa di Carta può contare su molte qualità: una solida sceneggiatura, un ritmo incalzante con colpi di scena ben assestati e mai banali, una regia attenta e moderna, una buona recitazione da parte di molti volti del cast (il “professore” Alvaro Morte, la voce narrante Ursula Corberò, l’affascinante Pedro Alonso, il veterano della tv spagnola Paco Tous ed altri).
Forse non resterà negli annali come un gioiello della serialità, vista la diffusione di massa che l’ha resa ormai un fenomeno commerciale nel senso meno auspicabile del termine, ma La Casa di Carta ha avuto il merito di mostrare al mondo un modo diverso di produrre format contemporanei e soprattutto ha dato luce al mercato dell’audiovisivo iberico e di conseguenza europeo, ancora poco sviluppato e succube di quello americano, mostrando come anche nel Vecchio Continente sia possibile produrre idee nuove, dinamiche, coinvolgenti e capaci di attirare pubblici trasversali. Non è un caso che Netflix si sia accaparrata un contratto di esclusiva con il creatore de La Casa di Carta Alex Pina per la creazione di nuove serie originali e che abbia intenzione di produrre numerosi format in lingua spagnola nei prossimi anni. Merito indubbiamente de La Casa de Papel, che ha impresso una svolta inattesa in direzione di questa strategia. E che merita di essere guardata senza troppa (ingiustificata) sufficienza.
MONEY HEIST, on Netflix: If you like heist capers, you're going to love this. It's a firecracker. In Spanish, with English subtitles, or dubbed.
— Stephen King (@StephenKing) November 23, 2018