Alla fine Lady Gaga si è dovuta arrendere alla dura realtà: il suo ARTPOP ha debuttato alla grande, primo nelle chart digitali di oltre 80 paesi del mondo, poi però il primo verdetto ufficiale sulle vendite non è stato completamente un successo. Quel primo posto di ARTPOP della Billboard Chart americana è certamente positivo, ma le 259mila copie vendute sono così al di sotto delle aspettative che la cifra non poteva passare inosservata, soprattutto in relazione al milione di copie raggiunto dal precedente Born This Way.
Con un album che molti critici hanno definito “pasticciato e confuso, senza nuove idee” e certamente non all’altezza dei lavori precedenti e del suo talento, Lady Gaga è stata battuta dalla rivale del momento Katy Perry, che col suo Prism nella settimana del debutto aveva venduto 286mila copie, ma anche dalla giovanissima Miley Cyrus, che con Bangerz ha raggiunto le 270mila copie. Numeri che inevitabilmente hanno scatenato polemiche, con l’effetto di acuire la rivalità tra fan.
Sarà anche per questo che Lady Gaga ha reagito ai continui attacchi dei cosiddetti “haters”, i detrattori che continuano a prenderla di mira sui social network. E anche Miss Germanotta ha sbottato contro il sistema dello show business innervato di odio e cattiveria: “Io metto cosí tanto amore nella musica, nei miei show, faccio tutto per voi. Non riuscirò mai a capire l’ondata di odio che mi mandate. O forse l’intrattenimento è diventato questo ora. È piú divertente puntare il dito e deridere piuttosto che apprezzare l’artista. Io continuo per la mia strada #showbiz“.
E mentre ha annunciato uno spettacolare ARTPOP Ball Tour, Lady Gaga ha deciso di giocarsi l’ennesima carta promozionale, un fashion film di ARTPOP. Sì avete letto bene, un fashion film, ovvero un cortometraggio che racchiude tutti i suoi outfits sfoggiati durante la realizzazione e la promozione di ARTPOP. Ad aprire la clip c’è una specie di dichiarazione d’intenti di Miss Germanotta, che definisce il suo album “una celebrazione, il mio dolore che esplode nella musica elettronica” ma anche un modo per sentirsi “di nuovo felice (…) più leggera“.
Diretto dai fotografi di moda olandesi Inez & Vinoodh, il film ripercorre i vari look di Lady Gaga che hanno scandito i momenti più importanti della realizzazione dell’album, dagli artwork più celebri come quelli per i primi due singoli Applause e Do What U Want a quelli mostrati in pubblico durante il release party di Berlino o la performance agli Youtube Music Awards 2013. E il campionario è vasto: si va dalle immagini di lei senza veli agli abiti dalle forme più scultorei, passando per i numerosi accessori improbabili sfoggiati in questi mesi. Una panoramica sullo stile di Gaga, che di recente è stata nominata Donna dell’Anno per il 2013 dalla rivista Glamour.
Queste pop star di oggi mi fanno quasi tenerezza, e provo una certa pietà per loro.
Sono nate in un mondo completamente globalizzato e schiacciato dalle logiche di mercato.
Non possono fare a meno dei social network e della rivoluzione digitale, ne fanno continuamente uso a fini promozionali, senza accorgersi che si tratta di un boomerang letale.
Mischiarsi ai fans nei social, promuovere il disco con forsennata e confusa pioggia di singoli in rete, apparire sempre e comunque, non lasciare mai un pò di attesa: tutto ciò uccide il desiderio.
Lo uccide negli ascoltatori che vengo sfiancati ancor prima dell’uscita del disco, saturi senza più sorpresa: viene distrutta l’attesa ed il mistero, che sono i due elementi che generano la venerazione ed il mito.
Desiderio che viene ucciso anche nell’artista, che bombardato di richieste e schiacciato dalle pressioni rigide del mercato non ha più quei tempi e quegli spazi necessari per creare qualcosa di memorabile.
Ed ecco che già al quarto album, arrivato dopo il già traballante BTW, Lady Gaga si trova a sfornare un dischetto che verrà dimenticato in poco tempo.
Anni fa questo sarebbe stato oggetto di riflessione da parte dell’artista; oggi lei stessa si dichiara stupita dal tanto odio buttatole addosso dalla rete, la quale non ci mette un attimo a distruggere ciò che ha creato, in favore di qualche altro fenomeno in arrivo.
Quello che mi mette tristezza è che tutto ciò sembra arrivare come un cataclisma improvviso, quando è proprio questo sistema a creare il cortocircuito. Ai tempi di Bad Romance tutto quest’odio non veniva avvertito. Come mai?
Smetta Lady Gaga di fare proclami, di parlare di capolavori epocali e di elevarsi ad artista intellettuale.
Smetta anche di mischiarsi su Twitter e di far scegliere i singoli agli umori della rete.
Recuperi tempo, indipendenza e distacco, e pensi a scrivere buone canzoni.
Un’artista autentica come lei deve fare della sottrazione il valore fondamentale, se non vuole essere inghiottita dal rutilante ed implacabile mondo globale.