Nelle ultime ore, si parla moltissimo del presunto esordio di X a pagamento. Il social di Elon Musk (ex Twitter) potrebbe richiedere ben presto un pagamento (anche se irrisorio) ai nuovi utenti? La notizia non è affatto campata in aria ma nasce da una dichiarazione esatta del CEO della piattaforma attraverso il suo profilo (pure visibile al termine di questo articolo).
Esistono già i profili verificati su X, degli account con funzioni premium dietro pagamento di un abbonamento. Eppure, le ultimissime dichiarazioni riguardano altro. Proprio Musk ha chiarito che per i nuovi utenti potrebbe essere presto introdotta una piccola “tassa” che renda possibile la validazione dell’account. L’operazione servirebbe a contrastare il gran numero di profili fake creati da bot, responsabili della diffusione di notizie false. La nuova misura estrema si rende necessaria a causa pure del contributo di sistemi e tecnologie guidate dall’intelligenza artificiale, capaci di aggirare tutti gli attuali sistemi di controllo come i noti “sei un robot”.
Solo pagando una tassa di accesso, i nuovi utenti X potranno postare contenuti. In caso di mancato pagamento invece, ogni nuovo profilo dovrebbe solo essere in grado di leggere e consultare quanto presente sulla piattaforma. Insomma, senza alcun esborso, sarebbero precluse tutte le funzioni attive per il social.
In attesa di saperne di più (magari sempre da Elon Musk) sul più che probabile X a pagamento per i nuovi utenti, possiamo solo ipotizzare (per il momento) il costo esatto della tassa dovuta per iniziare a postare i tanto famosi cinguettii. Secondo alcune fonti statunitensi, il costo sarebbe davvero irrisorio e non superiore ad un dollaro per il primo anno. Allo stesso tempo, sembrerebbe anche possibile che, dopo circa 3 mesi di mancato pagamento del dovuto, le funzioni di editing sarebbero comunque garantite. Meglio attendere anche ulteriori conferme per quest’ultimo elemento.