Oscar 2023, tutto quello che c’è da sapere: favoriti, polemiche e come vederlo in tv

Notte degli Oscar domenica 12 marzo. Il film con più nomination è "Everything Everywhere All at Once". Diretta su Sky Cinema Oscar, Sky Uno e in chiaro su Tv8

Oscar 2023

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Nella serata di domenica 12 marzo, di notte in Italia, si celebreranno gli Oscar 2023, 95esima edizione del più prestigioso premio per il cinema, assegnato dall’Academy of Motion Picture of Arts and Sciences. Teatro della cerimonia, come accade fin dal 2002 – fatta salva ovviamente la parentesi pandemica del 2021 quando si svolse alla Union Station – sarà il Dolby Theatre di Los Angeles. La manifestazione ha consegnato agli appassionati lo scorso anno uno degli eventi più incresciosi della sua lunga storia, lo schiaffo dato al comico Chris Rock da Will Smith, il quale subito dopo venne insignito, nell’imbarazzo generale, della statuetta come migliore attore protagonista, che ritirò con un discorso tanto emozionato quanto sconclusionato. È certo che, quasi a esorcizzare il ricordo, qualcuno sul palco ci ricamerà sopra qualche battuta.

Chi ne ha saputo beneficiare più di tutti è stato ovviamente lo stesso Chris Rock, il cui ultimo spettacolo Selective Outrage, che ha una succosa parte relativa all’episodio, è stato rilasciato su Netflix con tempismo perfetto, solo pochi giorni prima della notte degli Oscar, finendo subito nella top ten statunitense degli show più visti della piattaforma. Com’è noto invece Will Smith si dimise da membro dell’Academy, venendo poi bandito per dieci anni dalla cerimonia. Insomma, gli Oscar 2023 partono a handicap, con un convitato di pietra che dovranno saper gestire adeguatamente.

Vediamo tutto quel che c’è da sapere per seguire al meglio la notte di cinema più attesa dell’anno.

Dove vedere la diretta tv degli Oscar 2023?

Trasmessi negli Stati Uniti dalla ABC, prodotti da Ricky Kirshner e Glenn Weiss, in Italia gli Oscar 2023 saranno visibili in diretta, red carpet compreso, a partire dalle ore 23.15 su Sky Cinema Oscar (canale 303 di Sky), Sky Uno e, in streaming, su NOW. Per chi non fosse abbonato, la diretta della cerimonia sarà anche in chiaro sul canale del digitale terrestre TV8. Dagli studi Sky il maestro di cerimonie sarà come sempre Francesco Castelnuovo, affiancato dallo studioso Gianni Canova e la giornalista Francesca Baraghini. Ospiti della serata Costantino della Gherardesca e Claudio Santamaria.

Chi non potesse assistere alla diretta da nottambuli potrà godersi la riproposizione integrale della cerimonia nella mattina e nel pomeriggio di lunedì 13 marzo su Sky Cinema Oscar. In prima serata ci sarà l’appuntamento con “Il meglio della Notte degli Oscar 2023” alle 21.15 su Sky Cinema Oscar e Sky Uno, e in seconda serata in chiaro su TV8, disponibile anche on demand su Sky e in streaming su NOW.

Chi presenta gli Oscar 2023

Nel triennio 2019-2021, gli Oscar avevano abbandonato la formula del presentatore unico della serata. Tuttavia il bassissimo gradimento del 2021 aveva spinto i produttori a cambiare idea, sperimentando per il 2022 una conduzione femminile a tre, con Amy Schumer, Wanda Sykes e Regina Hall, in verità anch’essa poco apprezzata. E allora si è tornati alla tradizione con Jimmy Kimmel, che aveva già presentato le edizioni del 2017 (quella famigerata dello scambio di busta che portò alla proclamazione del vincitore sbagliato, La La Land invece di Moonlight) e del 2018. Insomma, un cerimoniere di esperienza e pronto a gestire gli imprevisti. Ricordando gli inciampi delle sue conduzioni, in un’intervista a Good Morning America Kimmel ha scherzato dichiarando: “Quando ho presentato io lo show nessuno è stato picchiato. Si sono comportati tutti bene ai miei Oscar”, aggiungendo che, ovviamente, non si potrà non citare la querelle Smith-Rock, che però, assicura il presentatore, non monopolizzerà lo show.

Accanto a lui, come sempre, ci saranno molte celebrità che assegneranno singoli premi. Già annunciati sul palco Halle Berry, Paul Dano, Cara Delevingne, Harrison Ford, Kate Hudson, Mindy Kaling, Eva Longoria, Julia Louis-Dreyfus, Andie MacDowell, Elizabeth Olsen, Pedro Pascal, John Travolta, Riz Ahmed, Halle Bailey, Antonio Banderas, Elizabeth Banks, Emily Blunt, Jessica Chastain, John Cho, Glenn Close, Jennifer Connelly, Ariana DeBose, Andrew Garfield, Hugh Grant, Danai Gurira, Salma Hayek Pinault, Samuel L. Jackson, Dwayne Johnson, Michael B. Jordan, Nicole Kidman, Troy Kotsur, Jonathan Majors, Melissa McCarthy, Janelle Monáe, Deepika Padukone, Florence Pugh, Questlove, Zoe Saldaña, Sigourney Weaver, Donnie Yen.

Le esibizioni musicali

Grazie anche ai candidati alla statuetta per la miglior canzone, agli Oscar 2023 si preannuncia un parterre musicale di livello. Si esibiranno Rihanna con Lift me up, tratta da Black Panther: Wakanda Forever; l’ex Talking Heads David Byrne (che l’Oscar lo vinse nel 1988 con la colonna sonora de L’Ultimo Imperatore di Bertolucci) eseguirà This Is a Life da Everything Everywhere All at Once, insieme alla coprotagonista del film Stephanie Hsu e a Son Lux; Sofia Carson e Diane Warren canteranno Applause da Tell It Like a Woman; e dalla colonna sonora del film indiano RRR gli attori Rahul Sipligunj & Kaala Bhairava eseguiranno Naatu Naatu, al centro di una sequenza con scatenata coreografia che è diventata incredibilmente virale (il che li rende i più accreditati per la vittoria della statuetta). Mancherà invece Lady Gaga, candidata per Hold my hand da Top Gun: Maverick, per gli impegni sul set del nuovo Joker: Folie à Deux.

Le polemiche degli Oscar 2023

Polemiche non mancano mai agli Oscar. Quella che tenne banco alla vigilia dell’edizione 2022 è fortunatamente rientrata quest’anno. Infatti l’Academy ha deciso di non ritentare l’esclusione dalla cerimonia dei premi di ben 8 categorie – erano montaggio, trucco e acconciature, cortometraggio documentario, colonna sonora, scenografia, cortometraggio animato, cortometraggio e sonoro –, eliminate per accorciare la durata dell’interminabile cerimonia. La decisione raccolse talmente tante autorevoli reazioni negative – una lettera aperta al presidente dell’Academy David Rubin firmata da gente del calibro di James Cameron, Kathleen Kennedy, John Williams e Guillermo del Toro – da spingere al ritorno nel 2023 alla cerimonia integrale.

Agli Oscar 2023 le maggiori turbolenze si sono concentrate nella categoria migliore attrice protagonista. Prima legate alla candidatura incredibilmente a sorpresa di Andrea Riseborough, protagonista di un minuscolo film indipendente, To Leslie di Michael Morris, ignoto ai più. Vista l’eccezionalità dell’accaduto, lì per lì l’Academy ha voluto vederci chiaro per capire se vi fossero stati comportamenti illeciti da parte di qualcuno, dichiarando di voler indagare su eventuali violazioni delle campagne promozionali relative in generale alle nomination, guardandosi bene dal citare esplicitamente il caso della Riseborough.

Andrea Riseborough in To Leslie

In realtà è accaduto che il tradizionale lavoro di lobbying dietro le quinte per spingere i film, di cui s’avvantaggiano ovviamente le opere supportate da grandi budget e agguerriti uffici stampa, in questo caso è stato condotto alla luce del sole su social e media tradizionali da un gruppo di attori influenti che hanno spinto per la candidatura, con l’endorsement alla Riseborough di star come Jennifer Aniston, Edward Norton, Charlize Theron, Gwyneth Paltrow, Amy Adams, Kate Winslet. Da un lato le proteste hanno sottolineato che questa operazione a favore dell’attrice inglese aveva tolto un posto ad altre interpreti meritevoli di colore, come Danielle Deadwyler, protagonista di Till e Viola Davis per The Woman King (quest’anno l’unica candidata afroamericana è Angela Bassett, favorita tra le non protagoniste).

D’altro canto la, per un momento, paventata esclusione dalla cinquina della Riseborough ha sollevato altre reazioni, per esempio dell’attrice Christina Ricci in un post poi cancellato, a sottolineare la disparità di atteggiamento dell’Academy, che mai si è sognata di istruire indagini sulle nomination di attrici e attori che hanno usufruito di enormi battage pubblicitari delle case di produzioni più influenti, mentre invece lo ha fatto nel caso di un piccolo film senza sponsor. Comunque alla fine si è deciso per il non luogo a procedere.

L’altro momento di imbarazzo l’ha creato Michelle Yeoh. La protagonista di Everything Everywhere All at Once il 7 marzo, a votazioni ancora aperte, in un post su Instagram ha rilanciato un articolo di Vogue firmato da Radhika Seth, dedicato al fatto che da oltre vent’anni non c’è una migliore attrice non bianca. Nel pezzo si dice che un terzo Oscar a Cate Blanchett non farebbe che confermarne lo status, mentre una statuetta cambierebbe la vita professionale di Michelle Yeoh: “il suo nome sarebbe per sempre preceduto dalla frase ‘vincitrice dell’Oscar’, e potrebbe permetterle di ottenere parti più significative, dopo un decennio in cui è stata criminalmente sottoutilizzata a Hollywood”.

A parte l’ineleganza, il post della Yeoh, pure quello velocemente cancellato, ha fatto sorgere il dubbio di una infrazione al regolamento dell’Academy relativo alle modalità di promozione dei film candidabili (consultabile qui), il quale all’articolo 11 vieta espressamente la citazione di altri concorrenti, con la possibilità di sospensione per un anno dal ruolo di membro per chi si rende colpevole di una prima violazione, e addirittura l’espulsione alla successiva irregolarità. Anche stavolta non ci sono state conseguenze formali, ma questa polemica, ribadiamo avvenuta a urne ancora aperte, potrebbe aver avuto qualche ripercussione sulle chance di vittoria dell’attrice asiatica.

I candidati e i film favoriti

Il film con più nomination è Everything Everywhere All at Once, con 11, seguito a pari merito da Niente di Nuovo sul Fronte Occidentale e Gli Spiriti dell’Isola a 9; a 8 c’è Elvis, 7 candidature invece per The Fabelmans di Steven Spielberg, 6 per Top Gun: Maverick e Tár. Sulla base dei rumours della vigilia, i risultati dei premi di avvicinamento alla notte degli Oscar e le quote dei bookmakers, alla fine Everything Everywhere All at Once, diretto dai giovani Daniel Kwan e Daniel Scheinert, dovrebbe fare la parte del leone, portando a casa le statuette più pesanti, da miglior film a regia a sceneggiatura originale, mentre la sceneggiatura non originale potrebbe andare, e sarebbe uno dei pochissimi premi al femminile, a Women Talking, scritto e diretto da Sarah Polley, che ha vinto il premio di categoria del sindacato degli sceneggiatori, il WGA Award.

Nelle categorie tecniche i favoriti sono ancora Everything per il caleidoscopico montaggio, Elvis per costumi e trucco, Niente di Nuovo sul Fronte Occidentale per la fotografia, Babylon per le rutilanti scenografie e forse la colonna sonora (unici premi di un film poco amato in patria), e solo briciole per i blockbuster, suono per Top Gun: Maverick ed effetti speciali per Avatar – La Via dell’Acqua. Miglior film internazionale ancora Niente di Nuovo sul Fronte Occidentale, miglior film d’animazione il Pinocchio di Guillermo del Toro e documentario, forse, All the Beauty and the Bloodshed, già Leone d’Oro a Venezia.

I dieci candidati per il miglior film, leggi l’approfondimento di OM

Oscar 2023, gli attori favoriti per la statuetta

Per gli attori, sui quali rinviamo per approfondimenti all’articolo dedicato, la sfida è aperta. Certa la vittoria come non protagonista maschile di Ke Huy Quan, che fu giovanissima stella del cinema degli anni Ottanta (I Goonies e Indiana Jones e il Tempio Maledetto) ed è stato rilanciato dopo decenni da Everything Everywhere All at Once. Per la non protagonista femminile è in pole position Angela Bassett per Black Panther: Wakanda Forever, che sarebbe sia l’unica attrice di colore a vincere quest’anno, sia la prima statuetta ad andare a un interprete di un Marvel movie. Attenti però alla Jamie Lee Curtis di Everything Everywhere All at Once, che ha vinto ai SAG Awards.

Per migliore attore ci dovrebbe essere un testa a testa tra Austin Butler per Elvis e Brendan Fraser per The Whale. L’impressione è che la combinazione tra la storia personale di Fraser – il suo ritorno dopo anni di anonimato – e la complessità del ruolo emotivamente coinvolgente di un uomo oppresso dal peso di ricordi che si traducono in peso anche fisico, potrebbe dargli la spinta per la vittoria. Migliore attrice, l’abbiamo già detto, è una sfida tra Blanchett per Tár e Yeoh: alla fine tra polemiche e lignaggio, dovrebbe emergere la Blanchett, anche se Yeoh ha vinto ai SAG Awards, che si sbagliano di rado.

I pronostici per le categorie degli attori: leggi l’approfondimento di OM

L’Italia agli Oscar 2023

Ultimissima voce, gli italiani. Sono solo due nomination: la prima per il miglior cortometraggio, con il posto trovato in cinquina da Le Pupille, diretto da Alice Rohrwacher e coprodotto da Alfonso Cuarón, la seconda di Aldo Signoretti per il trucco di Elvis. Signoretti, candidato insieme ai colleghi Mark Coulier e Jason Baird, è il favorito della vigilia, e anche Rohrwacher è ben posizionata a leggere le quote dei bookmaker, accreditata di un testa a testa con An Irish Goodbye di Tom Berkeley e Ross White.

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