Io e mia figlia Lucia abbiamo iniziato a scrivere insieme le pagelle Padre e figlia di X Factor nel 2015, sul Fatto Quotidiano, quando lei, mia figlia, aveva appena quattordici anni. Nel tempo abbiamo proseguito, approdando due anni fa qui su Optimagazine. Abbiamo poi spostato l’attenzione sul Festival di Sanremo e anche su altri eventi, come il concerto di Margherita Vicario (qui trovate la recensione https://www.optimagazine.com/2022/04/29/le-pagelle-di-lucia-e-michele-monina-il-concerto-di-margherita-vicario/2345172).L’altro giorno è andata a vedere Willie Peyote e ne ha scritto. L’ho letta e mi sono detto, caspita, fosse la volta buona che posso cominciare a pensare di andare in pensione. Ecco cosa ha scritto.
UNO DEI CONCERTI MIGLIORI A CUI ABBIA ASSISTITO (di Lucia Monina)
In questo mese di luglio sto lavorando come assistente e segretaria in uno studio legale a Milano, Milano a luglio, con il surriscaldamento globale, come immaginerete, non è il massimo. Lo studio legale è vicino a casa mia, saranno massimo 15 minuti a piedi, in questo tragitto, in questi giorni mi sto ascoltando a ripetizione Iodegradabile, l’album di Willie Peyote, specialmente “Quando Nessuno Ti Vede”, che è la mia canzone preferita e che in questo periodo della mia vita, a vent’anni, mi fa sentire molto compresa. Il 19 avevo una giornata lavorativamente parlando molto intensa, dovevo andare in trasferta anche a Como, a depositare degli atti, in più, mi si era rotto il cellulare, ma nonostante questo il mio umore era alle stelle, perché la sera sapevo che sarei andata a vedere Willie in concerto, per la prima volta live. In apertura c’erano tali Claudia, emergente che nell’ultimo mese ha scalato in un lampo le classifiche di streaming, devo dire meritatamente, e Micheal Sorriso, che non ha sorriso neanche una volta e soprattutto non ha fatto sorridere neppure nessuno del pubblico, al massimo ridere, ma era più una risata amara, in attesa che iniziasse il concerto vero e proprio, ha esordito un pezzo chiedendosi perché fosse lì, e sinceramente ce lo siamo chiesti anche tutti noi lì presenti.
Ma tornando al concerto di Willie Peyote, c’erano tutti i presupposti per far si che fosse una serata discreta, anzi, seccante, non per Willie, che anzi mi piace molto, sia chiaro, ma per il contesto, le circostanze.
Partiamo dal presupposto che ho pagato una sola birra, neppure troppo grande otto euro, che persino per Milano è un tantino esagerato, era pieno di vespe attratte dai panini alla salamella, questo per me fonte di preoccupazione, dato che a Firenze ho scoperto di esserne allergica dopo ben due punture in un giorno solo, e sia chiaro non temo la morte bensì l’oblio (piccola parentesi che apro e chiudo all’istante) ma diciamo che non mi sembrava il momento più indicato per morire, il caldo era allucinante nonostante fosse sera, ed essendo che ci trovavamo all’ippodromo il terreno creava una marea di polvere che ballando la gente alzava involontariamente, rendendo le scarpe e gli abiti di ognuno completamente marroni e la respirazione un po’ difficoltosa. A fine serata, per di più, ci siamo dovuti fare 20 minuti a piedi, anche a passo spedito, perché essendo arrivati con le auto del comune, la nostra, parcheggiata vicino, era stata presa da qualcuno che si era diretto lí prima di noi. Insomma, c’erano tutti i presupposti per far si che questa serata fosse stressante e poco piacevole, e invece, è stato decisamente uno dei concerti migliori a cui abbia assistito.
Tutto perché Willie è riuscito a creare un vero e proprio show, facendo performance canore strepitose, non stonando mai, avendo al suo fianco una band eccezionale, con un trombettista davvero bravo, avendo un pubblico caloroso che cantava e saltava a tutte le canzoni e riuscendo a trasmettere quanto si stesse divertendo a essere lì, rendendo anche il più scocciato del pubblico allegro ed energico. Avevo buone aspettative, mi piace molto e da anni Willie Peyote, ma non avendolo mai visto live c’era un briciolo di timore che potesse deludermi, invece ha alzato le aspettative. Si è dimostrato un artista a tutti gli effetti, non solo per la capacità di cantare, muoversi e stare sul palco, ma anche per il suo concetto di arte e quello che ha provato a trasmettere a chi fosse lì, ha tenuto un discorso su quanto per fare arte, secondo lui, fosse più importante il coraggio che il talento, e secondo me ha pienamente ragione, non ho mai riflettuto troppo su questo concetto, ma effettivamente è pieno il mondo di gente che ha talento ma per insicurezza, paura di buttarsi, è rimasta con il suo talento a casa sua, e lui questo voleva far comprendere, non ha detto che il talento non serva, o che il talento non aiuti, o che il talento non porti a spiccare, ma che non basta, che bisogna anche essere coraggiosi, ma non solo nell’arte, ma nella vita in generale.
Nel 2021 Willie Peyote ha partecipato a Sanremo, con un brano: Mai dire Mai (La Locura), sempre durante quell’anno ha tenuto un podcast in cui sparava a zero in maniera acida, cinica, pessimista e arrogante sugli altri concorrenti, per questa mossa era stato ampiamente criticato, dagli altri artisti, dal pubblico e dai giornalisti, ecco secondo me era stata una grande stronzata, e significava non comprendere minimamente lui e il personaggio. Willie Peyote è cinico, critica senza peli sulla lingua chiunque, anche durante il concerto non ha avuto timore a fare nomi, ha citato Giorgia Meloni e i suoi seguaci, ha citato Federico Lucia (Fedez), ha citato Rhove e così via, perché fa proprio parte del suo personaggio, e basta ascoltare un paio di suoi brani per capire come fa. Ieri per l’appunto, non ha avuto timore a citare alcuni personaggi famosi e criticarli o deriderli, ma oltre a citazioni in negativo, ci sono state anche tante belle citazioni musicali, richiami ad altri artisti e ad altre canzoni, riprese e cantate da lui al concludere di alcuni pezzi, per esempio con Mac Miller. Per questo lo considero un artista e uno spettacolo a tutti gli effetti, con valenza sociale, valenza culturale, ma il tutto con accezione di leggerezza e sarcasmo, che in questo periodo storico penso sia essenziale.
Willie Peyote, inoltre, si definisce un nichilista torinese, e dai testi delle sue canzoni si intuisce subito, i testi sono carichi di cinismo, pessimismo e ironia, e sarà che anche io mi definisco nichilista, sarà che vengo dalla terra di Leopardi, e che l’anno scorso visitando per la seconda volta la sua casa mi sono messa a piangere pensando alla sofferenza umana, mentre mia cugina che mi aveva solamente accompagnata si chiedeva se fosse normale tutto ciò con un briciolo di inquietudine e imbarazzo, ma ecco, saranno questi i motivi o sarà la mia visione simile a lui sull’amore, sulla vita, sul lavoro, sulle persone, ma trovo la sua penna eccezionale e i suoi testi geniali. E vedere ieri una marea di persone che cantavano in coro, a squarciagola, unite, La Tua Futura Ex Moglie, devo dire che mi ha veramente commosso. Detto questo posso dire che questo concerto è stata un’esperienza che rifarei volentieri, che lui mi ha davvero sorpreso in positivo, e che è sicuramente un concerto che consiglierei vivamente a chiunque ami il rap e l’indie, perché lui è il mix perfetto tra i due generi. E se non vi siete ancora ascoltati il suo repertorio non posso che consigliarvi Quando Nessuno Ti Vede (che penso racchiuda perfettamente il cinismo dell’autore), brano che adoro e che ho avuto la fortuna di ascoltare in apertura come secondo, Le chiavi in borsa, Ottima Scusa, Semaforo, C’era una Vodka, La colpa al vento, Diventare Grandi e L’effetto Sbagliato, queste solo per cominciare.
Ma prima di concludere questa recensione vorrei fare una domanda diretta a Willie, come fai a berti cinque gin tonic e rimanere integro ed energico sul palco? Perché dal pubblico ce lo chiedevamo tutti, ed è vero che io sono alta un metro e cinquantacinque appena, ma io personalmente, dopo il secondo gin tonic mi ritrovo la mattina seguente a vomitare di nascosto nel bagno di casa mia, cercando di coprirne le tracce ai miei, ma fallendo miseramente, perché puntualmente mi becca mia nonna che mi guarda con aria schifata mentre pasteggia colazione, pranzo e cena con vino rosso.
Quindi ecco se hai qualche consiglio su come tollerare il gin tonic facci sapere. (Chiedo per un’amica, ovviamente)
Apprezzo anche se non sempre condivido gli articoli di Michele Monina, lo trovo uno dei pochissimi critici musicali non allineati al pensiero unico. Su questo pezzo scritto dalla figlia non dico nulla, i figli sono sacri e non vorrei offendere nessuno. Solo una osservazione su Willy Peyote: attaccare la Meloni ‘e i suoi seguaci’ (e ovviamente Salvini) secondo me è quanto di più conformista e scontato possa fare oggi un artista, del resto da Fedez a Vasco a Salmo è un coro continuo. Quindi non lo avrei evidenziato come un grande merito, Willy ne avrà certamente altri.
Un saluto
Gianni