Il Governo impugnerà l’ordinanza di De Luca sulle scuole chiuse in Campania? Ci sono speranze sul fatto che il blocco delle attività in presenza per gli studenti campani dal 10 al 29 gennaio sia revocato o comunque ridotto? Quasi alla mezzanotte di ieri 7 gennaio è giunta proprio l’ordinanza numero 1 del 2022 a firma del governatore Vincenzo De Luca e si delinea già uno scontro diretto tra la specifica autonomia locale e il Governo. Quest’ultimo ha fatto sapere immediatamente che intende fare ricorso in proposito: ci sono tuttavia i tempi e le modalità per intervenire subito sullo stop alle attività in aula?
L’ordinanza di De Luca
Le motivazioni dell’ordinanza che prevede le scuole chiuse in Campania fino al 28 gennaio sono condensate nelle seguenti motivazioni: da palazzo Santa Lucia spiegano la decisione estrema con l’impossibilità di fornire mascherine FFP2 nelle aule dove si verifichi almeno un caso di positività, le difficoltà insormontabili della didattica mista, live e a distanza, dove necessario per presenza di studenti vaccinati e non. Ancora De Luca ha lamentato, all’indirizzo del Governo, la mancata occasione di conoscere la condizione di vaccinati o meno nelle aule a causa del rispetto della privacy, così come l’assenza (ancora) di impianti di sanificazione dell’aria adeguati negli istituti. Insomma, l’intera ordinanza è un’accusa all’indirizzo del governo centrale per mancata gestione della nuova ondata, motivo per il quale non si può che chiudere gli istituti.
Dunque il Governo impugnerà l’ordinanza di De Luca
Il Governo potrebbe di certo intervenite sulla base dell’articolo 127 della Costituzione che consente all’Esecutivo (appunto) di non stare a guardare quando ritiene che una legge regionale ecceda la competenza della Regione stessa. La questione di legittimità costituzionale può essere dunque impugnata davanti alla Corte costituzionale entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione.
Ora cosa potrebbe accadere? L’ordinanza delle scuole chiuse avrà validità di tre settimane. In un range temporale così breve, la macchina del ricorso potrebbe non essere messa in moto, a meno di un intervento repentino e quanto mai inusuale da parte degli organi centrali. Magari, almeno nelle prossime ore, ne sapremo di più sulle intenzioni del Ministero dell’Istruzioni e dello stesso premier Draghi.