Si preannunciava un Natale triste, con tutte le notizie dolenti che ci arrivano dal mondo: alluvioni, terremoti, morti sul lavoro, respingimenti ai confini, povertà, disoccupazione, e con lo spettro della pandemia che ancora volteggia sulle nostre teste (e il volteggio non è certo quello del povero pipistrello, creatura immolata sull’altare della menzogna).
Ma oggi abbiamo la certezza che sarà ancora peggio, dopo aver visto il video “Sì sì vax”, con cui i tre virologi Bassetti, Crisanti e Pregliasco rimediano alla temporanea assenza dalle scene mediatiche.
Su un incedere vocale funereo di “Jingle bells”, canzone nata per portare uno scampanio gioioso nella vita dei giorni di festa, i tre virologi, combinano in un minuto e mezzo di esecuzione, l’incapacità di tenere il tempo, di eseguire una rima o una metrica minimamente decente, di tenere una nota alla sua frequenza. Tutti parametri scientifici, si badi, e non prettamente artistici. Ma quando scienza e arte si combinano non ce n’è per nessuno.
Io non so di chi sia stata quest’idea di gusto, quest’operazione simpatia, ma il fatto è che di ironia nella loro espressione facciale e vocale non vi è alcuna traccia. Si assiste impotenti alla distruzione dell’albero, del presepe, degli struffoli, della tavola imbandita, dei buoni propositi. Di colpo la luce del Natale si spegne per dare posto a ovatta, siringhe, hub vaccinali, effetti avversi, statistiche, indici RT.
Come se d’un tratto i campanelli sulle slitte cominciassero a suonare a morto. E chi è morto? Scegliete voi tra il rispetto, la dignità, il buon gusto.