La docu-serie Sarah. La ragazza di Avetrana è l’ennesima dimostrazione dell’interesse per il genere true crime nel panorama televisivo attuale: dopo il contestato film ispirato alla vicenda di Yara Gambirasio di Netflix, un altro sconvolgente caso giudiziario, diventato per anni anche mediatico, viene sviscerato ora da Sky Original, con una produzione in quattro puntate.
La docu-serie Sarah. La ragazza di Avetrana, prodotta dalla Groenlandia di Matteo Rovere e Sydney Sibilia generalmente sinonimo di qualità (Il Primo Re, Il Campione, L’Isola delle Rose, la trilogia di Smetto Quando Voglio) approda su Sky Documentaries dal 23 novembre alle 21.15 con la prima delle quattro puntate, in onda prima visione assoluta.
Scopo della docu-serie Sarah. La ragazza di Avetrana, più che ripercorrere un caso già raccontato in tutte le salse negli ultimi 11 anni, è cercare di capire quanto il morboso interesse mediatico per una vicenda che ha sconvolto il Paese abbia avuto un’influenza sul corso giudiziario delle indagini e del processo. La storia è nota: nell’agosto del 2010 in Salento la piccola Sarah Scazzi scompare nel nulla mentre sta andando al mare e viene cercata ininterrottamente per quarantadue giorni, mentre varie ipotesi sulla sua sparizione si rincorrono sui media nazionali. Dalla rivelazione di segreti di famiglia ai potenziali contrasti e rancori giovanili dovuti a gelosie e invidie, ogni elemento finisce per alimentare una dinamica da reality show dell’orrore e del grottesco che porta il minuscolo paese di Avetrana a diventare un set a cielo aperto, su cui si avventano telecamere da tutto il mondo. Al punto che perfino l’annuncio del ritrovamento del cadavere di Sarah avviene in diretta tv. E non solo per il pubblico, ma per la stessa madre della vittima Concetta Serrano, quando scopre, ospite di Chi l’Ha Visto?, che lo zio Michele Misseri aveva fatto ritrovare il suo corpo senza vita.
La docu-serie Sarah. La ragazza di Avetrana si interroga su come la morte della ragazza, maturata certamente in ambito familiare, sia diventata il caso che più di ogni altro ha cambiato profondamente anche il modo di raccontare la cronaca giudiziaria in Italia, con un circo mediatico interessato solo allo scoop sul pettegolezzo più pruriginoso. La domanda di fondo è quanto possa influire negativamente sulla ricerca della verità un racconto che insegue gli aspetti macabri e morbosi di una vicenda così drammatica. Può perfino inquinare irrimediabilmente le indagini giudiziarie? O è stato proprio quel peso mediatico a dare una svolta alle indagini spingendo Michele Misseri a far ritrovare il corpo di Sara in un pozzo di campagna?
La docu-serie Sarah. La ragazza di Avetrana è l’adattamento dell’omonimo libro scritto da Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni (edito da Fandango Libri): in quattro puntate, ricostruisce tutta la vicenda non solo dal punto di vista giudiziario ma concentrandosi soprattutto sulla sua spettacolarizzazione e sulle conseguenze di questa deriva mediatica dovuta all’attenzione spasmodica su Avetrana e sui suoi abitanti, assurti quasi a personaggi televisivi protagonisti di un film dell’orrore. Scritta da Flavia Piccinni, Carmine Gazzanni, Matteo Billi e Christian Letruria, diretta da Christian Letruria, la docu-serie Sarah. La ragazza di Avetrana è anche una riflessione sui tanti coni d’ombra rimasti su questa vicenda, nonostante il verdetto giudiziario sancito dalla Cassazione. Una sentenza che una delle condannate, Sabrina Misseri, continua a non accettare ritenendosi vittima di un errore clamoroso: il suo avvocato Franco Coppi ha fatto ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo contro la condanna all’ergastolo, che la cugina di Sarah sconta insieme alla madre Cosima. Tra gli intervistati della serie anche il fioraio di Avetrana, testimone chiave del processo, che torna a raccontare la sua versione dei fatti per la prima volta dopo dieci anni.
La docu-serie Sarah. La ragazza di Avetrana debutta su Sky Documentaries il 23 novembre alle 21.15, disponibile anche on demand e in streaming su Now.