Doccia fredda per il rimborso del Cashback di Stato, attesa anche di mesi

Brutte notizie in chi sperava in tempi celeri per l'accredito della somma maturata

rimborso cashback di Stato

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C’è davvero una brutta notizia da commentare oggi 1 luglio che riguarda il rimborso del Cashback di Stato: quest’ultimo dovrebbe arrivare decisamente in ritardo rispetto a quanto pianificato in un primo momento. Nei giorni scorsi, sulle pagine di OM, era stata riportata la nota della Consap in cui si indicava il limite massimo di fine agosto per l’erogazione delle somme spettanti ai partecipanti all’iniziativa. Nell’ultimo DL del Governo Draghi firmato in queste ore, vengono fuori importantissime indicazioni sui tempi e la prossima gestione dell’intero programma.

Stop al Cashback per 6 mesi

Come pure annunciato e sempre in queste ore, è giunta conferma dello stop al Cashback di Stato per il secondo semestre 2021. A partire da oggi 1 luglio nessuna nuova transazione effettuata con metodo di pagamento digitale avrà lo scopo di concorrere ad un nuovo rimborso del 10% di quanto speso. Non si tratta, tuttavia, di uno stop definitivo al programma, semmai di un fermo momentaneo che dovrebbe durare solo fino alla fine dell’anno. A meno di nuove decisioni, dal prossimo 1 gennaio 2022, dovrebbe ripartire nuovamente l’iniziativa con modalità identiche o abbastanza simili a quelle attuali (fatta eccezione per il Super Cashback che difficilmente sarà riconfermato per il possibile rischio di frodi).

Rimborso del Cashback di Stato tra mesi

Altro che fine agosto per vedere accreditati sul proprio conto proprio le somme dovute per il rimborso del Cashback di Stato. Sempre nell’ultimo DL a firma del Governo Draghi viene evidenziato come l’erogazione del rimborso del Cashback di Stato potrebbe avvenire fino alla fine novembre. Si tratta di uno slittamento davvero importante ma che potrebbe essere giustificato dal fatto che l’incredibile adesione all’iniziativa dei cittadini rende fondamentale la disponibilità di cifre davvero ingenti per gli accrediti. Il tempo perso, insomma, avrebbe lo scopo di “fare cassa” e dunque avere a disposizione quanto necessario per risarcire tutti gli italiani aventi diritto dopo il primo semestre 2021.