Golden Globes 2021, chi vincerà nelle categorie per il cinema? I pronostici di OM Optimagazine

Netflix guida le candidature coi due film più titolati, "Mank" e "Il Processo Ai Chicago 7". Probabile la vittoria postuma di Chadwick Boseman. E una delle tre candidate come miglior regista dovrebbe spuntarla

Oscar 2021

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Il 28 febbraio si svolgerà la premiazione dei Golden Globes 2021, 78esima edizione, del premio assegnato a cinema e tv dai circa novanta giornalisti della stampa estera della Hollywood Foreign Press Association. Causa pandemia, come tutti gli altri riconoscimenti anche i Globes hanno affrontato vari cambiamenti – normalmente si svolgono a inizio gennaio –, assestandosi alla fine sulla data inizialmente prevista per la cerimonia degli Oscar, spostati invece al 25 aprile. Lo slittamento della data, dicono gli esperti, potrebbe avere conseguenze interessanti, dato che le votazioni per designare le nomination dell’Academy cominceranno il 5 marzo. E allora i risultati dei Golden Globes quest’anno potrebbero influenzare più del solito le scelte dei giurati dell’Oscar.

I Golden Globes 2021 saranno presentati per la quarta volta, in presenza, dalla coppia comica Tina Fey ed Amy Poehler. La formula è inedita: la prima sarà alla Rainbow Room del Comcast Bulding a New York, e la seconda alla tradizionale sede del Beverly Hilton Hotel di Los Angeles. I candidati, invece, interverranno da remoto, come accadde già con gli Emmy 2020. Il pubblico italiano potrà seguire in diretta l’evento nella notte del 28 febbraio, in esclusiva su Sky Atlantic e Sky TG24, con il preshow dalle 00.30 e la cerimonia dalle 2.

Fatta la tara a tutte le scontate considerazioni sulla singolarità di quest’annata e su quanto il cinema abbia sofferto per la pandemia, trasformato per l’assenza di distribuzione in sala da arte della condivisione a rapporto solipsistico e forzatamente individuale tra opera e spettatore – che resta un’esperienza certo interessante, però indubbiamente snaturata –, vale la pena rinnovare il gioco dei pronostici dei possibili vincitori per la categoria cinema. In un anno in cui, non poteva essere altrimenti, la migrazione su piattaforme streaming dei film ha fatto sì che Netflix recitasse ancor più la parte del leone, con 20 candidature complessive e due suoi lungometraggi, Mank di David Fincher e Il Processo Ai Chicago 7 di Aaron Sorkin, a guidare la classifica dei più titolati, rispettivamente con 6 e 5 nomination. Entriamo subito nel vivo delle previsioni, ricordando come sempre che i Golden Globes fanno una distinzione tra film drammatici e commedie o musical, il che porta al raddoppiamento dei riconoscimenti per alcune categorie.

Miglior Film Drammatico

Il favorito: Il Processo Ai Chicago 7 di Aaron Sorkin
Gli altri candidati: The Father di Florian Zeller; Nomadland di Chloé Zhao, Mank di David Fincher; Una Donna Promettente di Emerald Fennell

Quintetto eterogeneo e agguerrito. Guidano il drappello i due summenzionati film Netlflix: il raffinato cinema sul cinema (un po’ contro il cinema) del Mank di Fincher e il solido, parlatissimo – come nelle abitudini dello sceneggiatore e ora regista Sorkin – courtroom drama sugli otto attivisti arrestati nel 1968 dopo le proteste alla Convention democratica del 1968. Altro serio candidato Nomadland, nella parte del film d’autore e indipendente del lotto, infatti premiato con il Leone D’Oro a Venezia per la capacità della regista cinese di studi statunitensi Chloé Zhao di gettare uno sguardo sul paese degli esclusi dal sogno americano. Completano la cinquina un classico gioco d’attori come The Father (che potrà dire la sua nelle categorie corrispondenti) e la sorpresa del forte dramma al femminile dell’esordiente Emerald Fennell (anche qui la protagonista Carey Mulligan ha buone chances, come vedremo). Sebbene forse per gli Oscar sia Nomadland il vero favorito, vincitore di tanti premi assegnati da critici e addetti ai lavori, ai Golden Globes 2020 i favoriti sembrano i due film Netflix, con una predilezione per la più canonica sceneggiatura a orologeria di Sorkin.

Miglior Film Commedia o Musicale

Il favorito: Borat – Seguito Di Film Cinema di Jason Woliner
Gli altri candidati: Hamilton di Thomas Kail; Palm SpringsVivi Come Se Non Ci Fosse Un Domani di Max Barbakow; The Prom di Ryan Murphy; Music di Sia

Personalmente, all’interno di un quintetto piuttosto debole, il mio preferito è Palm Springs, commedia che rivisita l’ormai canonico meccanismo del loop temporale di Ricomincio Da Capo con un’intelligenza sapientemente romantica e malinconica. Ma pur apprezzato dalla critica, il film non è cresciuto troppo nella considerazione degli addetti ai lavori e difficilmente farà centro. E allora scartati l’ipercorretto e camp The Prom (col quale persino Meryl Streep non ha ottenuto nomination, e non è un buon segno) e l’impallinato Music, un film sbagliato e ruffiano passato attraverso le forche caudine di polemiche interminabili per il modo in cui rappresenta le persone autistiche (c’è stata addirittura una petizione per cancellare le due nomination ai Globes), gli unici candidati possibili restano il “non film” Hamilton – che è la ripresa di una musical teatrale (per questo non è candidabile agli Oscar) e il cinematograficamente rudimentale Borat, commedia a nostro avviso grossolana però molto considerata negli Usa per il presunto graffio satirico-politico con al centro il lanciatissimo protagonista Sacha Baron Cohen, che ha addirittura due nomination personali come attore. E purtroppo direi che è il favorito.

Migliore attrice in un film drammatico

La favorita: Carey Mulligan, Una Donna Promettente
Le altre candidate: Viola Davis, Ma Rainey’s Black Bottom; Andra Day, The United States vs. Billie Holiday; Vanessa Kirby, Pieces Of A Woman; Frances McDormand, Nomadland

Viola Davis si avvia a diventare l’attrice di colore con più nomination nella storia degli Oscar, e giganteggia nella parte della cantante blues Ma Rainey, mentre Andra Day, meno prestigiosa, veste i panni dell’altra leggenda del jazz Billie Holiday. Vanessa Kirby in Pieces Of A Woman, chirurgico ritratto sul dolore della perdita costruisce un’interpretazione introversa con cui ha vinto la Coppa Volpi a Venezia. È un forte ritratto di donna in linea con la sua eterodossia d’interprete quello di Frances McDormand, che s’inoltra nei sentieri dell’altra America. Carey Mulligan, nel complesso ruolo d’una donna che attua per interposta persona una vendetta contro gli uomini colpevoli di uno stupro, è stata al centro di un singolare caso. Dopo una critica non benevola di Variety ha dichiarato il suo indispettimento al New York Times, dopo di che Variety, senza modificare l’articolo del suo critico Dennis Harvey, vi ha però premesso un cappello introduttivo di scuse all’attrice che in sostanza sconfessa il lavoro del recensore. Facendo scattare un dibattito sulla natura del mestiere del critico e sulle varie forme possibili di censura. E però tutto questo alla fine potrebbe ottenere un effetto promozionale sul film, considerato anche il fatto che le altre due candidature più forti, Davis e McDormand, appartengono ad attrici già premiate più volte.

Migliore attore in un film drammatico

Il favorito: Chadwick Boseman, Ma Rainey’s Black Bottom
Gli altri candidati: Riz Ahmed, Sound of Metal;Anthony Hopkins, The Father; Gary Oldman, Mank; Tahar Rahim, The Mauritanian

Viste anche le quattro candidature ottenute ai SAG Awards (due individuali e due per il cast), pare probabile la vittoria postuma di Chadwick Boseman, compianto e lanciatissimo attore scomparso appena 43enne nel 2020. Ai Golden Globes 2021 non ha ottenuto la nomination come non protagonista per Da 5 Bloods di Spike Lee, quindi la candidatura per Ma Rainey’s Black Bottom è l’occasione per l’HFPA per omaggiarne il talento. Ancora più probabile è il successo nel caso in cui Viola Davis non vinca il premio come protagonista femminile. L’altro pretendente più accreditato non è l’ottimo Oldman di Mank (perché ha vinto tutto poco tempo fa per il suo Churchill de L’Ora Più Buia), ma l’83enne Anthony Hopkins, per un premio che potrebbe, per l’ennesima impeccabile elegante interpretazione, giungere quasi come un riconoscimento alla carriera.

Migliore attrice in un film Commedia o Musicale

La favorita: Michelle Pfeiffer, French Exit
Le altre candidate: Maria Bakalova, Borat – Seguito Di Film Cinema; Anya Taylor-Joy, Emma; Rosamund Pike, I Care A Lot; Kate Hudson, Music

Anya Taylor-Joy vincerà sicuramente nella sezione serie tv per la sua Regina Degli Scacchi, improbabile quindi la doppia affermazione. Kate Hudson è azzoppata da un film criticatissimo e onestamente indifendibile. Restano la gran signora Michelle Pfeiffer, alla sua ottava nomination ai Golden Globes (una sola vittoria più di trent’anni fa per quel piccolo capolavoro che è I Favolosi Baker), Rosamund Pike per il ruolo nerissimo di I Care A Lot e la Balakova per un film su cui ho già espresso le mie perplessità. C’è il rischio che vinca quest’ultima, anche se Borat è atteso alla probabile doppietta per film e protagonista maschile, e un terzo premio sembrerebbe onestamente troppo. Perciò diciamo (auguriamoci) Pfeiffer.

Migliore attore in un film Commedia o Musicale

Il favorito: Sacha Baron Cohen, Borat – Seguito Di Film Cinema
Gli altri candidati: James Corden, The Prom; Dev Patel, La Vita Straordinaria Di David Copperfield; Andy Samberg, Palm Springs; Lin-Manuel Miranda, Hamilton

Sacha Baron Cohen, come abbiamo già sottolineato, è anche candidato come non protagonista per Il Processo Ai Chicago 7. È molto probabile che almeno una statuetta la porti a casa, e dovrebbe essere questa, perché nessuno degli altri nominati sembra essere protagonista di interpretazioni memorabili. Bravo Dev Patel, in un film che è però fuori del novero dei titoli più prestigiosi, lo stesso si può dire per Andy Samberg che fa in sostanza Andy Samberg. E allora il nome è proprio Baron Cohen. E se vincesse farebbe una storica doppietta, riagguantando a 14 anni di distanza il premio ottenuto con lo stesso ruolo nel primo episodio di Borat.

Migliore regista

La favorita: Chloé Zhao, Nomadland
Gli altri candidati: Emerald Fennell, Una Donna Promettente; David Fincher, Mank; Aaron Sorkin, Il Processo Ai Chicago 7; Regina King, One Night In Miami

Categoria molto attesa, perché per la prima volta nella storia ci sono tre donne su 5 candidati, una novità per un premio molto tradizionalista come i Golden Globes, che in quanto a inclusività sono decisamente indietro rispetto agli Oscar. Da un lato c’è il peso delle 6 candidature di Mank, che rischia di restare all’asciutto se nemmeno la regia di Fincher ottenesse il premio (lo ha vinto nel 2010 per The Social Network), cosa che probabilmente accadrà. Sorkin dal canto suo tra miglior film drammatico e sceneggiatura dovrebbe essere accontentato. Ma anche indipendentemente da queste considerazioni resta la candidatura più accreditata di Chloé Zhao, anche perché ai Golden Globes 2021 probabilmente altri premi non arriveranno, e un riconoscimento è d’obbligo per quello che costituisce uno dei film dell’anno. La Zhao è oltretutto è una candidata più solida rispetto alle registe esordienti Fennell e King (la quale, come attrice, ha già vinto sia Globes che Oscar).

Migliore attrice non protagonista

La favorita: Amanda Seyfried, Mank
Le altre candidate: Olivia Colman, The Father; Jodie Foster, The Mauritanian; Glenn Close, Elegia Americana; Helena Zengel, Notizie Dal Mondo

Tre nomi sembrano in vantaggio: Olivia Colman, già vincitrice di praticamente tutto un paio d’anni fa con la regina de La Favorita, e contemporaneamente con una nomination per migliore attrice di serie tv drammatica per The Crown; una signora dello schermo come Glenn Close (14 nomination e 3 vittorie ai Globes), in un film discutibile che si regge sulla sua irruenta interpretazione, sempre sul filo, non per colpa sua, del ridicolo involontario; terza la Marion Davis di Amanda Seyfried, che ha uno dei ruoli più belli e originali di Mank. Il fatto che sia stata tagliata fuori dalle nomination dei Sag Awards non è un buon segno, ma la sua vittoria sarebbe la soluzione più giusta e meno scontata, e anche una chances per non lasciare il film più titolato a bocca asciutta.

Migliore attore non protagonista

Il favorito: Leslie Odom Jr, One Night In Miami
Gli altri candidati: Jared Leto, Fino All’Ultimo Indizio; Daniel Kaluuya, Judas and the Black Messiah; Bill Murray, On the Rocks; Sacha Baron Cohen, Il Processo Ai Chicago 7

Se Baron Cohen non vice per Borat potrebbe ottenere il contentino qui. Ma è molto più probabile un testa a testa tra Daniel Kaluuya – per un film molto interessante sulle pantere nere che i Golden Globes 2021 hanno sottovalutato, ma che in chiave Oscar potrebbe far sentire molto la sua voce – e il grande cantante soul Sam Cooke interpretato da Leslie Odom Jr nel dramma da camera black One Night In Miami. Con una preferenza per quest’ultimo.

I vincitori nelle altre categorie dei Golden Globes 2021

Migliore sceneggiatura: Aaron Sorkin, Il Processo Ai Chicago 7. LO sceneggiatore per antonomasia è Sorkin. Sarebbe bello il premio postumo a Jack Fincher, padre di David per Mank, ma il credito di Sorkin non è in discussione.

Miglior film d’animazione: Soul di Pete Docter. Bella la favola irlandese di Wolfwalkers, ma il premio è già appaltato alla Pixar.

Migliore film straniero: Minari di Lee Isaac Chung. Il dramma americano-coreano ai Golden Globes 2021 è stato confinato al premio per il film straniero, mentre agli Oscar potrebbe ottenere di più. E allora è probabile che trionfi lui, ai danni dell’altro contendente più accreditato, Un Altro Giro di Thomas Vinterberg che ha vinto gli Efa, gli Oscar europei. Chances minime per La Vita Davanti A Sé di Edoardo Ponte, con Sophia Loren.

Migliore colonna sonora originale: Trent Reznor, Atticus Ross, Jon Batiste, Soul. Reznor e Ross hanno una candidatura anche per la colonna sonora di Mank, ma vinceranno per Soul, la cui anima musicale è il pilastro su cui si regge il film Pixar.

Migliore canzone originale: Leslie Odom Jr, Sam Ashworth, Speak Now da One Night in Miami. Qui c’è l’altra candidature de La Vita Davanti A Sé, col brano Io Sì (Seen) cantato da Laura Pausini. Ma difficilmente avrà la meglio contro Speak Now.