Venezia 77 si conclude con il presidente Roberto Cicutto visibilmente soddisfatto che si chiede retoricamente: “Che dite ce l’abbiamo fatta? Credo di sì“, mentre ringrazia il lavoro collettivo che ha consentito l’insperato svolgimento di un festival che tutti hanno riconosciuto impeccabile sotto il profilo organizzativo. Per Alberto Barbera è stata una “esperienza laboratorio”, che potrebbe servire da modello per tutti i festival a venire. Anche se, naturalmente, tutti si augurano che condizioni del genere non debbano ripetersi mai.
Venezia 77 è riuscita a regalare una sensazione di normalità in tempi non normali, sicuramente dando fiducia a un’intera industria del cinema attesa con tutta la sua filiera a un cambio di passo. Certo qualcosa è mancato, soprattutto alcuni grandi titoli hollywoodiani da Oscar che hanno contribuito sensibilmente in questi ultimi anni a rendere sempre più centrale la Mostra del Cinema di Venezia.
Alla vigilia il tratto più caratterizzante era subito sembrato quello della grande presenza di nomi femminili nel concorso principale, ben otto titoli diretti da donne. Ed è stata una donna alla fine a vincere, Chloé Zhao, con uno dei film più attesi della kermesse, Nomadland. Con lei condivide la vittoria Frances McDormand, iconica attrice americana che questo film l’ha voluto fortemente, interpretando e producendo una storia che racconta le pieghe di un’altra America, quella di nomadi che sono come pioneri contemporanei, vivendo e rinnovando a loro modo il mito della frontiera – e per restituire ancora meglio questa sensazione il film mescola attori professionisti a persone prese dal vero.
Regista e protagonista, ovviamente non presenti in sala, hanno ringraziato la Mostra e la giuria guidata da Cate Blanchett inviando un videomessaggio in cui, ironicamente, parlano da un camper, come fossero ancora dentro il loro film. Da sottolineare che Chloé Zhao è la quinta regista della storia della Mostra a vincere il Leone d’Oro, dopo Mira Nair, Agnès Varda, Margarethe Von Trotta e Sofia Coppola. E dopo questo successo crescono le quotazioni di un film che potrebbe dire la sua in chiave Oscar.
Qualche delusione c’è state per gli, anzi le italiane. C’era qualche speranza che soprattutto Susanna Nicchiarelli col suo apprezzato Miss Marx, uno dei quattro film nostrani in concorso, avrebbe potuto dire la sua nella competizione per il premio maggiore. Delusione parzialmente rientrata grazie alla vittoria della Coppa Volpi di Pierfrancesco Favino, migliore attore per il ruolo d’un vicequestore ferito in un attentato in Padrenostro di Claudio Noce, film autobiografico sugli anni Settanta e il terrorismo, perché quel poliziotto al centro della vicenda era il padre del regista. Per questo Favino ha voluto prima di tutto ringraziare Noce, che “si è fidato prima dell’uomo che dell’attore, chiedendomi di custodire il suo affetto più grande“, aggiungendo che questo premio è “la più grande e bella sorpresa della mia vita“. Il film sarà nelle sale dal 24 settembre.
La Coppa Volpi per la protagonista femminile è andata a Vanessa Kirby: l’attrice britannica divenuta celebre grazie alla serie televisiva The Crown era presente a Venezia 77 con ben due titoli, il tormentato amore tutto al femminile di The World to Come di Mona Fastvold e il doloroso Pieces Of A Woman di Kornél Mundruczó, forte storia di una donna che deve confrontarsi col dolore della perdita e d’una maternità negata. Ed è con quest’ultimo che la Kirby s’è aggiudicata il premio.
Il Gran Premio della Giuria è andato al distopico Nuevo Orden del regista messicano Michel Franco, mentre lo sguardo sul Giappone del 1940 all’alba della Seconda Guerra Mondiale di Wife Of A Spy ha regalato a Kiyoshi Kurosawa il premio per la miglior regia. Nella sezione Orizzonti la vittoria è andata al film iraniano Dashte Khamoush (The Wasteland) di Ahmad Bahrami, in un concorso nel quale il premio per la regia è andato con Lahi, Hayop (Genus Pan) al maestro filippino Lav Diaz, che nel 2016 a Venezia s’era aggiudicato il Leone d’Oro con The Woman Who Left. Da questa sezione l’unico altro premio italiano, a Pietro Castellitto, miglior sceneggiatura per il suo esordio al lungometraggio I Predatori, racconto spiazzante nell’ambiente della destra romana.
Ecco tutti i premi di Venezia 77:
Concorso
Leone d’Oro per il miglior film: Nomadland di Chloé Zhao
Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria: Nuevo Orden di Michel Franco
Leone d’Argento – Premio per la migliore regia: Spy No Tsuma (Wife Of A Spy) di Kiyoshi Kurosawa
Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile: Pierfracesco Favino, Padrenostro di Claudio Noce
Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile: Vanessa Kirby, Pieces Of A Woman di Kornél Mundruczó
Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice: Rouhollah Zamani, Khorshid (Sun Children) di Majid Majidi
Premio per la migliore sceneggiatura: Chaitanya Tamhane, The Disciple
Premio Speciale della Giuria: Dorogie Tovarischi! (Dear Comrades!) di Andrei Konchalovsky
Sezione Orizzonti
Miglior film: Dashte Khamoush (The Wasteland) di Ahmad Bahrami
Migliore regia: Lahi, Hayop (Genus Pan) di Lav Diaz
Premio Speciale: Listen di Anna Rocha De Sousa
Miglior interpretazione maschile: Yahya Mahayni, The Man Who Sold His Skin
Miglior interpretazione femminile: Khansa Batma, Zanka Contact
Miglior sceneggiatura: Pietro Castellitto, I Predatori
Miglior cortometraggio: Entre tú y milagros di Mariana Saffon
Leone del Futuro Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”
Listen di Anna Rocha De Sousa
Venice Virtual Reality
Migliore opera VR immersiva: The Hangman At Home. An Immersive Single User Experience di Michelle Kranot e Uri Kranot
Migliore esperienza VR immersiva: Finding Pandora X di Kiira Benzing
Migliore storia VR immersiva: Sha Si Da Ming Xing (Killing A Superstar) di Fan Fan