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OM intervista Alessio Bernabei: “Mi sento solo a volte ma dalla solitudine è nata Everest”

Le caz*ate, gli schiaffi, i Dear Jack, Everest, i fiori blu: OM intervista Alessio Bernabei in occasione del rilascio del nuovo singolo

di Cinzia Del Prete
10/02/2021
INTERAZIONI: 765

INTERAZIONI: 765

Alessio bernabei

OM intervista Alessio Bernabei in occasione del rilascio di Everest, il nuovo singolo disponibile dal 5 febbraio. Scritto testo e musica dallo stesso artista, è accompagnato da un videoclip girato alla cava di zolfo di Manziana (Roma) per la regia di Marcello Maw.

A proposito del nuovo singolo, Alessio Bernabei racconta che è nato a giugno, quando si è trovato a riflettere sulle volte in cui si è arreso e si è sentito solo. “Ho sempre voluto fare da paracadute agli altri per impedirgli di farsi male ma poi stavo male io“, ricorda Alessio. Everest è quindi “un invito a trovare la forza di affrontare i mille ostacoli della vita per raggiungere un obiettivo più grande perché ‘anche il fiore più bello può crescere all’inferno‘”.

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Il video di Everest racconta il viaggio che un essere umano fa nella propria vita, un viaggio di ostacoli, di paura, di crescita personale dove l’importante è il percorso perché è grazie a quello che si arriva alla meta, sporchi di fango, con tante cicatrici ma totalmente cambiati e più consapevoli.

Ciao Alessio, spiegami questa cosa che i Dear Jack ti stanno sul caz*o… (Intervista su Rolling Stone)
Ci siamo andati sul caz*o durante l’ultimo tour ma come io non sopportavo più loro, loro non sopportavamo più me. Credo che sia una conseguenza di tutta la sovraesposizione mediatica e della convivenza forzata per un anno e mezzo. Con gli occhi di adesso ti dico che voglio molto bene ai miei ex colleghi e sono molto felice che abbiano rispettato le mie scelte, come io ho rispettato le loro. 

A me invece stavano sul caz*o perché ogni volta che si faceva una domanda a te rispondeva qualcun altro… 
La nostra formula durante le interviste era quella di dare la parola ad ogni membro della band. Il mio essere ingenuo e senza filtri molte volte veniva percepito come un errore e come mancanza di professionalità. Molte volte gli altri venivano in mio soccorso durante le interviste e credo che anche a loro piacesse partecipare. Ed era giusto così.

Anni fa mi hanno raccontato un’altra versione del motivo del tuo addio al gruppo, qual è la verità?
Credo che ognuno di noi abbia una visione diversa di come sono andate le cose, ognuno ha la propria verità, ed è proprio questo alla base delle divergenze tra noi, impossibili da evitare.

Quindi “divo egocentrico” o no? 
Io forse per loro ero “la diva” della band; loro per me erano i musicisti bravi tecnicamente ma che non amavano stare alle spalle di qualcuno e forse non accettavano l’idea che l’autore nel gruppo fosse uno solo. Avevamo un’idea di band diversa, tutto qua.

Rudy Zerbi, però, ad Amici più volte ti aveva invitato a lasciare il gruppo. Sei pentito di non averlo fatto?
Non mi sono pentito perché in quel momento volevo i miei amici al mio fianco. Tutto quello che ho fatto, sia dentro che fuori il programma, era quello che il mio istinto mi diceva di fare e non me ne pento.

E Maria De Filippi che diceva?
Maria ha sempre rispettato le mie scelte; sono stato fortunato ad incontrare una persona, una professionista, che è sempre riuscita a capire che sono una persona vera. La ringrazierò sempre per il grande supporto che mi ha dato, anche dopo il talent.

Di recente ho letto che Warner ti ha deluso, perché?
Warner non mi ha proprio deluso. Mi dispiace solo che avevano una visione di me che non si avvicinava alla mia. Avevamo due visioni diverse che ci hanno portato a separarci, ma va bene così.

Hai detto che la persona che ti ha deluso di più è Alessio Bernabei. In alcuni momenti ha deluso anche me, perché, “ti sei arreso troppe volte”. Perché ti sei arreso?
La cosa che mi porto dietro da quando sono un bambino è la mia parte pessimista, la tendenza di buttarmi giù davanti alle minime difficoltà. Ho sempre avuto la fortuna di avere una famiglia che mi ha aiutato ma a 28 anni sto provando a guardarmi come un uomo, sto provando a contare solo ed esclusivamente su me stesso per assumermi le mie responsabilità. È un lavoro che richiederà tempo ma ce la farò.  

Quali sono, invece, le caz*ate che hai fatto? 
Le ca*zate sono le ingenuità e gli errori che un ragazzo di 21 anni commette perché non conosce il mondo al quale si approccia. Guardandomi indietro le accetto con il sorriso perché è grazie a quelle se ora sono una persona più consapevole e più autocritica. Ho imparato a guardarmi dall’esterno e a correggermi.

E gli schiaffi che hai preso? 
Sono le critiche che gli addetti ai lavori e il pubblico mi hanno sempre lanciato perché forse non ero vero con me stesso e quindi non lo ero neanche verso gli altri.

In una diretta recente mi è sembrato di aver visto un nuovo tatuaggio: ego.
L’ego è il mio principale nemico in questo momento della mia vita. Ogni giorno lotto contro il mio ego e non credo ci sarà mai un vincitore. Dovrò solo imparare a conviverci. 

“Sorrisi falsi a mia madre, poi morivo sul letto, sempre solo”. Ti senti solo?
Sì, mi sento solo, a volte, e cerco di non far ricadere questa solitudine sulle spalle di mia madre. Però non sempre è brutto sentirsi soli, è anche un’opportunità perché grazie a questo riesco a buttare giù canzoni vere, come Everest. Non vorrei più nasconderla la solitudine.

E i fiori blu?
Rappresentano un dono che vorrei portare alla mia meta e la meta è quella di riuscire ad essere realizzato, quella di riuscire a fare emergere il vero Alessio. I fiori blu del video di Everest simboleggiano il voler conservare e portare alla mia meta la semplicità che amo di me e che non voglio perdere. 


 

Tags: alessio bernabeidear jackintervistemusica italianamusica pop

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