Il simbolismo dei costumi in The Undoing, tra l’omaggio alla giovane Nicole Kidman e la “dea greca” Matilda De Angelis

Dal cappotto verde di Grace all'abito rosa di Elena, i guardaroba dei personaggi della serie sono frutto di scelte ben precise e lanciano chiari messaggi

Nicole Kidman in The Undoing

[HBO]


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Tanto nella messa in onda su HBO quanto nella veloce corsa su Sky e NOW TV, The Undoing ha mostrato un’inattesa tendenza a dividere i pareri del pubblico. Che si tratti del suo deludente finale, della solidarietà alla coppia protagonista o della credibilità della storia, tutto sembra essere riuscito a dividere gli spettatori tra sostenitori e detrattori della maxiproduzione dell’autunno scorso.

E lo si può dire dei costumi di The Undoing, così prominenti da esser considerati coprotagonisti della storia. Se da un lato è impossibile non notare la ricercatezza estrema del guardaroba di Grace Fraser, dall’altro non sono mancate le critiche di chi ritiene che un lusso così sfacciato finisca soltanto per spegnere l’empatia del pubblico nei confronti della protagonista.

Quel che è certo è che per Signe Sejlund, costume designer della serie, ciascuno degli outfit indossati da Nicole Kidman è frutto di una scelta ben precisa e carica di simbolismi. Nelle numerose interviste concesse alle più svariate testate di moda, la costumista si è soffermata sulle ispirazioni fondamentali per ciascuno degli abiti di Grace Fraser, a cui si è aggiunto il tocco scandinavo dovuto alle origini canadesi della stessa costumista.

Una grande fonte d’ispirazione sono stati anche i capelli di Nicole Kidman, riportati allo splendore della gioventù dell’attrice per una sorta di omaggio. I capelli [di Grace] sono rossi e movimentati, quasi un personaggio a sé, ha spiegato Sejlund. L’abito Givenchy che indossa alla raccolta fonti è legato a un momento fondamentale della storia. È lì che incontra Elena per la prima volta. Avevo bisogno di far conoscere Grace al pubblico senza rivelare troppo di lei.

Nonostante sia cresciuta nell’Upper East Side di New York e sia molto benestante, la sua è una ricchezza familiare di vecchia data alla quale è sempre stata abituata, quindi non ha mai sentito il bisogno di vantarsene. Ha uno stile particolare, tutto suo, giusto un po’ bohémien. L’ho vestita spesso di viola perché l’ambientazione della storia era invernale. Pure i suoi gioielli erano abbastanza diversi da quelli che avrebbe indossato una qualsiasi newyorkese benestante, ma anche in questo caso è dipeso tutto dal suo modo personale di vedere le cose, ha spiegato ancora.

Il simbolismo dei costumi in The Undoing si è esteso anche ai tanti soprabiti indossati da Nicole Kidman, e in particolare al cappotto verde con cui la si è vista passeggiare a lungo per Central Park. È interessante che quel cappotto abbia polarizzato le opinioni in modo così radicale, ha spiegato Sejlund. Ad alcuni non è piaciuto affatto, altri l’hanno adorato. Quel che volevo era che Grace indossasse un cappotto davvero cinematografico, qualcosa che rimanesse impresso. [Il suo guardaroba] doveva basarsi su indumenti che le permettessero allo stesso tempo di passare inosservata ed emergere rispetto agli altri. Insomma, volevo che quel cappotto fosse per lei una sorta di scudo, qualcosa da indossare che la aiutasse a sentirsi invisibile.

[…] Le indagini sul caso sono durate mesi, e quindi essendo una donna tanto ricca era semplice immaginare che avesse, non so, almeno una ventina di cappotti. Se l’arco della storia si fosse esaurito in poche settimane forse l’avremmo vista indossare solo quello, ma invece no. Per me è stata una fantastica opportunità di creare degli altri costumi, e l’ho accolta con gioia, ha aggiunto.

Il messaggio più evidente nel simbolismo dei costumi di The Undoing arriva però dall’abito indossato da Elena Alves (Matilda De Angelis) per partecipare alla cerimonia di raccolta fondi nel primo episodio della serie. Volevo che somigliasse a una dea greca, ha spiegato Sejlund. Ne ho dovuti cucire ben dieci, di quei vestiti, visto quel che è successo a quella povera donna. Inizialmente speravo di trovare un abito di seconda mano, ma non ci sono riuscita.

Credo che quello che ho deciso di farle indossare sembri comunque di seconda mano. Era importante che Elena fosse estremamente sexy, ma allo stesso tempo c’era bisogno che il vestito facesse capire che quella donna stava per addentrarsi in un mondo che le era decisamente estraneo, ha chiarito. I suoi gioielli sono super economici, credo che la collana costi circa dieci dollari, e il vestito 150 dollari, ma dato che ha un corpo fantastico tutto le sta benissimo, ha concluso.

Molto più lineare, ma ugualmente simbolico, il lavoro fatto per Hugh Grant e Ismael Cruz Córdova. Per la costumista i vestiti di Hugh sarebbero potuti essere un po’ più colorati, ma lui è un tipo classico e le giacche che abbiamo scelto per lui gli stavano benissimo. La pelliccia nel collo del cappotto è stato l’unico tocco in più rispetto a un capo normale. Hugh odia provare gli abiti, e non posso fargliene una colpa. Ma è un tipo divertente, alla fine non se l’è passata così male.

Per quanto riguarda il guardaroba di Fernando Alves, marito di Elena, la scelta è stata adeguata al fatto che il personaggio di Ismael è un uomo comune, la sua famiglia non ha molti soldi. Indossa camicie semplici, jeans e una giacca Lewis con l’imbottitura di pelliccia. Ismael è davvero splendido, quindi ho cercato di non farlo sembrare troppo appariscente.

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