Sono passati dieci anni dalla trasmissione del finale di Lost in Italia, la televisione è cambiata enormemente da allora e l’arrivo delle piattaforme streaming ha stravolto il mondo della produzione cine-televisiva, ma l’inizio della golden age della serialità può essere individuato proprio nel fenomeno che questa serie ha rappresentato nei primi anni Duemila.
Insieme ad altri format come Grey’s Anatomy e Desperate Housewives, ha salvato ABC da un periodo di crisi, ma con la sua qualità eccezionale per gli standard dell’epoca ha fatto molto di più: ha riscritto i canoni della narrazione di genere in tv, incrociando dramma, avventura, thriller, soprannaturale e un pizzico di commedia, ha reso chiaro come fosse possibile lavorare con gli alti standard cinematografici per la tv generalista, ha creato un racconto super corale dall’intreccio complesso, su più piani temporali e con un numero enorme di personaggi tutti interconnessi tra loro. Una sceneggiatura che ha smantellato i canoni classici del racconto, sia sul piano temporale che per quanto riguarda le interazioni tra i personaggi, rappresentando una sfida per lo spettatore, chiamato a ricomporre un enorme puzzle di eventi, nessi, relazioni e a squarciare un velo di mistero permanente.
La storia della lotta per la sopravvivenza dei naufraghi dell’Oceanic Flight 815 è diventata anche una grande metafora filosofica, con riferimenti ai più grandi pensatori e scienziati di tutti i tempi, una fonte di riflessione sul senso della vita e sulla morte, pur restando una serie destinata al grande pubblico popolare. Non a caso ancora oggi Lost è considerata un pilastro della storia della televisione del nuovo millennio e molto di quanto si vede oggi in tv ha certamente un debito con quell’epopea straordinaria.
Nel decimo anniversario della sua conclusione, ecco 10 curiosità per celebrare Lost.
Il soggetto
L’idea per il soggetto di Lost è arrivata all’allora presidente della ABC Entertainment, Lloyd Braun, mentre era in vacanza con la sua famiglia alle Hawaii nell’estate del 2003, guardando il film Cast Away: pensò di trarne ispirazione per una serie tv, anche se inizialmente i vertici di ABC non erano convinti che avrebbe funzionato.
Il titolo
L’idea del titolo è proprio di Braun e deriva da un reality show della NBC del 2001. Ma lo sceneggiatore Jeffrey Lieber, assunto per scrivere la serie nonostante fosse alle prime armi, pensò di cambiarlo in Nowhere. Quando Lieber fu licenziato, pur restando citato tra i creatori della serie, ABC assunse Damon Lindelof e JJ Abrams come showrunner del progetto. E sul titolo prevalse l’idea iniziale.
Jack
In una prima versione della sceneggiatura, il personaggio di Jack doveva morire a metà dell’episodio pilota, poi però il timore di deludere troppo presto il pubblico ha fatto sì che invece diventasse il protagonista e leader dei naufraghi del volo Oceanic 815, rappresentando l’anima razionale del gruppo in contrapposizione a quella spirituale incarnata da John Locke.
Michael Keaton
Proprio perché il personaggio di Jack era stato pensato per morire nel primo episodio, Abrams avrebbe voluto che ad interpretarlo fosse una guest star d’eccezione, Michael Keaton. Quando poi il copione è cambiato, l’opzione Keaton è stata chiaramente esclusa e si è cercato un protagonista che potesse sostenere un’intera stagione, almeno. La scelta è ricaduta su Matthew Fox.
Hurley
Il personaggio di Hurley è basato sull’attore Jorge Garcia, che Abrams ha visto in un episodio di Curb Your Enthusiasm e ha voluto nella sua serie. Garcia inizialmente ha sostenuto un provino per il ruolo di Sawyer, finché gli autori hanno creato il personaggio di “Coso” cucendoglielo addosso: conta il maggior numero di presenze negli episodi della serie.
Locke
L’unico membro del cast principale scelto senza nemmeno essere provinato pare sia stato Terry O’Quinn (Locke), che aveva già lavorato con JJ Abrams nella serie Alias nei panni del direttore dell’FBI Kendall.
Boone
Ian Somerhalder (Boone) è stato il primo attore ad essere scelto per il cast della serie e, ironia della sorte, il suo personaggio è anche il primo ad essere ucciso. Di lì a poco sarebbe diventato il protagonista di The Vampire Diaries.
L’episodio pilota
Il primo episodio di Lost è costato quanto un kolossal, qualcosa come 13 milioni di dollari, costi dovuti perlopiù alla necessità di trasportare la fusoliera di un aereo in disuso su una spiaggia delle Hawaii, ma ha ripagato ABC in termini di ascolti.
Le ultime scene
La scena del finale di stagione in cui Jack si riconcilia col padre è stata l’ultima ad essere scritta dal produttore esecutivo Carlton Cuse a Damon Lindelof e l’hanno sempre avuta in mente sin dall’inizio. La scena che invece conclude la serie, la morte di Jack che finisce per spirare accanto al cane Vincent nello stesso posto in cui è precipitato con l’aereo, era un modo per collegare l’inizio e la fine di Lost.
Il finale di stagione
Le teorie sul finale di Lost si sprecano ancora oggi e gli stessi autori hanno fatto dichiarazioni contraddittorie, soprattutto sull’idea dell’isola come “Purgatorio” per i protagonisti che il finale sembra suggerire. La verità è che un alone di mistero sull’ultimo episodio è un effetto voluto dagli sceneggiatori: “Non intendiamo spiegare o giustificare il finale che abbiamo scritto se non per dire che siamo stati in grado di fare quello che volevamo fare. Non abbiamo rimpianti a riguardo. Avevamo la nostra storia in mente e siamo stati abbastanza fortunati da riuscire a farlo esattamente come volevamo” ha spiegato Cuse.
- vedi singole stagioni (Director)