A una settimana dal finale di stagione, Westworld 3×07 ha l’ingrato compito di dover gestire una mole davvero impegnativa di materiale narrativo e una densità emotiva con pochi precedenti nella storia della serie.
[Attenzione, spoiler!]
In Passed Pawn, infatti, un’intelligenza artificiale schizofrenica svela al pubblico – e al diretto interessato – l’orribile passato di Caleb, vittima perfetta dei cervellotici piani di Serac. La prima versione di Rehoboam, chiamata Solomon e creata dal fratello schizofrenico dello stesso Serac, rivela anzitutto il senso della propria esistenza, ossia salvare il mondo stroncando alla radice le anomalie di chi lo abita.
Per evitare che gli esseri umani alterino o rovinino il miglior corso di sé e del pianeta prescritto dalle indicazioni dell’intelligenza artificiale, dunque, Searc concepisce un elaborato sistema incaricato di riprogrammare gli individui con comportamenti problematici, così da indirizzarne la vita verso un percorso accettabile e controllabile.
È così che Caleb scopre la verità: ossia che i fatti realmente accaduti sono stati cancellati dalla sua mente e sostituiti da ricordi artificiali frutto di un certosino lavaggio del cervello. I traumi che per settimane lo si è visto affrontare con penose difficoltà non sono quindi la traccia di esperienze realmente vissute, ma il risultato di una dolorosa simulazione elaborata ad arte per mantenerlo sulla retta via.
Il difficile compito di Aaron Paul è condensare in pochi istanti una reazione credibile e condivisibile alla rivelazione più devastante ricevuta nella vita. Il suo sguardo confuso, ferito, carico di orrore è senz’altro efficace, ma non giova all’identificazione del pubblico che Westworld 3×07 carichi pochi minuti di un tale peso emozionale per poi procedere di gran carriera nella propria narrazione.
Un momento così rivelatorio avrebbe meritato che lo spettatore potesse assaporare la ricchezza espressiva dello sguardo di Aaron Paul, compenetrandosi nel suo stato d’animo e processando un po’ alla volta il significato e le implicazioni di una tecnologia capace di trasformare gli umani negli host personali di Serac.
D’altra parte Westworld 3×07 riesce a ricollegarsi al proprio passato attraverso una serie di paralleli, non sempre immediatamente evidenti. Ciò che è innegabile è che Serac conferma di essere l’ennesima mente malefica della serie intenzionata a muovere le vite altrui come pedine su una scacchiera di cui ha l’assoluto controllo.
Considerato come in Westworld nulla sia davvero una concidenza, alcuni tra i fan più impegnati nel decifrare la serie sembrano dar credito alle teorie per cui debba esistere un collegamento fra Caleb e William. Se qualcuno ha sottolineato come il suo ruolo sembri almeno in parte ricalcare quello del giovane William nella prima stagione, altri sostengono invece che possa essere anch’egli una versione giovane di William in un corpo diverso.
Ciò che è probabile è che il legame con Dolores sia dovuto a qualcosa di più profondo dell’affidarsi di quest’ultima a uomini i quali, dietro accenni più o meno chiari a sentimenti d’amore, sarebbero altrimenti dei mezzi utili al raggiungimento di un fine. In questo caso, la rivoluzione.
Nella forsennata corsa al finale di stagione, insomma, Westworld 3×07 apre a risvolti interessanti da un punto di vista narrativo, ai quali però non viene concesso uno spazio sufficiente e che finiscono col sovraccaricare personaggi e spettatori. Nel dover scegliere se far prevalere l’attenzione alla trama o l’empatia per un personaggio vittima di uno sconvolgente meccanismo di controllo, la serie perde una buona occasione di ricordare quanto grandiosamente sappia riflettere sulla libertà e l’identità.
La speranza resta ancora che tutti i nodi vengano al pettine nell’episodio in onda il 3 e 4 maggio, intitolato Crisis Theory, di cui proponiamo il primo promo ufficiale.