Nonostante sia rimasta una serie iconica nel suo genere e sia capace di conquistare ancora oggi nuove platee di telespettatori grazie alla diffusione in streaming, negli ultimi anni si è fatto un gran parlare del fatto che Friends sia “invecchiata male“ dal punto di vista della rappresentatività, dell’inclusione e del rispetto della diversità.
A dispetto del suo enorme successo – quest’anno la serie ha compiuto 25 anni ed è tornata più che mai di moda – è innegabile come una discussione sull’eredità di Friends non possa prescindere da un’analisti di quelli che sono stati i suoi stilemi narrativi, il suo linguaggio, le scelte dei suoi sceneggiatori in termini drammaturgici e di rappresentazione dei personaggi.
Quando si dice che “Friends invecchia male” si fa riferimento a quelli che oggi appaiono come una serie di anacronismi, ma che vanno inquadrati considerando il contesto degli anni Novanta. Indubbiamente ci sono battute, scelte narrative e rappresentazioni di personaggi in Friends che oggi consideriamo a ragione disturbanti e inaccettabili. Basti pensare al fatto di usare l’etichetta di “normali” per identificare gli eterosessuali, termine che viene spesso usato dai personaggi della serie per distinguerli dai gay o dalle lesbiche, la transfobia instillata in Chandler nei confronti del personaggio di suo padre, il bodyshaming verso una giovane e obesa Monica, la visione macchiettistica dei difetti degli italiani sublimati in Joey. Sono aspetti che oggi, alla luce di un’ampliata sensibilità nei confronti del concetto di diversità, fanno storcere il naso e riflettere sull’eredità di una serie quanto sulla caducità di alcuni espedienti narrativi, spesso anche relativi a temi e personaggi di primo piano. La sola scelta di avere sei protagonisti tutti bianchi (mentre quelli asiatici o di colore appaiono solo in ruoli minori o come comparse) appare oggi poco incline a quella rappresentatività e inclusività tanto ricercata nelle narrazioni contemporanee. Aspetti che oggi spiccano in tutta la loro evidente problematicità, ma che all’epoca non destarono grandi problemi né suscitarono un dibattito in grado di espandersi al di là di alcune nicchie culturali.
Ora a difendere la serie dalle critiche di chi ritiene che contenesse elementi offensivi per alcune minoranze o semplicemente mancasse di sensibilità su temi rilevanti come l’orientamento sessuale, è intervenuto in modo netto uno dei protagonisti. David Schwimmer, interprete nella serie del paleontologo dalla turbolenta vita sentimentale Ross Galler, ritiene che le critiche a Friends siano oggi ingenerose, perché è impossibile applicare i parametri della sensibilità e dell’inclusione che sono frutto di un’evoluzione dei costumi, dei diritti e del concetto stesso di diversità.
Intervistato dal Guardian, il volto di Ross invita a calare la serie nel contesto degli anni Novanta e a non demonizzarla per certe ingenuità, visto che c’erano ben altri aspetti decisamente progressisti per l’epoca. Per questo rispedisce ai mittenti la polemica sull’invecchiamento di Friends.
Non mi interessa. Quello spettacolo era rivoluzionario a suo tempo per il modo in cui parlava del sesso in modo così naturale, del sesso protetto, di matrimonio gay e di relazioni. L’episodio pilota mostrava la moglie del mio personaggio che lo ha lasciato per una donna e ci sono stati un matrimonio gay, tra la mia ex e sua moglie, a cui ho partecipato. Gran parte del problema oggi in così tante aree è che il contesto viene sottovalutato. Devi guardarlo dal punto di vista di ciò che lo show stava cercando di fare in quel momento. Sono la prima persona a dire che forse qualcosa era inappropriata o insensibile, ma ritengo che il mio barometro fosse abbastanza buono in quel momento.
L’attore rivela anche di aver spinto perché il suo personaggio interagisse con persone di diversa nazionalità e colore della pelle, ricordando i personaggi di Julie e Charlie, entrambe compagne di Ross nel corso delle stagioni.
Ero già in sintonia con le questioni sociali e le questioni di uguaglianza. Forse dovrebbero esserci amici completamente neri o amici asiatici. Ma ero ben consapevole della mancanza di diversità e per anni ho fatto una campagna per far sì che Ross frequentasse a donne nere. Una delle prime amiche che ho avuto nello show è stata una donna asiatica americana, e in seguito ho frequentato donne afroamericane. È stata una spinta molto consapevole da parte mia.
Di sicuro le nuove generazioni che stanno scoprendo Friends potranno notare tutti quegli aspetti che nel tempo appaiono superati e non più accettabili con leggerezza, ma va riconosciuto a questa serie di aver trattato – non sempre in modo eccellente ma sicuramente in modo efficace – tematiche non sempre facili da trovare in tv per il suo tempo.
- Jennifer Aniston, Courteney Cox, Lisa Kudrow (Actors)