Orange Is The New Black e i 5 dubbi amletici rimasti dopo il finale

La stagione conclusiva della serie ha gettato le basi per il futuro dei suoi personaggi, lasciando però molto spazio a dubbi e preoccupazioni sulla sopravvivenza di alcuni di essi

Una scena da Orange Is The New Black 7

INTERAZIONI: 40

La saga di Orange Is The New Black si è conclusa a luglio 2019 con una stagione che oseremmo definire formativa: un’occasione di dirsi addio, di imparare a sperare e lasciar andare tra fiumi di lacrime e tenerezza.

Con la consueta arguzia e un’inesauribile carica emotiva la serie ha chiuso il cerchio attorno al suo nucleo di personaggi principali, segnandone i destini o quantomeno indirizzandoli.

Una buona parte di essi ha scovato una direzione da imprimere alla propria vita, altri si sono visti chiudere le porte in faccia dalla sorte, altri ancora sono usciti tristemente sconfitti dalle proprie battaglie contro il sistema o l’esistenza in genere.

Ciò non toglie che gli eventi con cui si è conclusa abbiano lasciato spazio a domande e dubbi, sorti proprio per la natura aperta del finale di Orange Is The New Black. Eccone alcuni che, pur non intaccando l’eredità della serie, accrescono in noi la nostalgia per quell’indimenticabile gruppo di donne.

Il declino di Red

La parabola personale di Red ne ha segnato il declino nell’arco di sette stagioni. Da donna d’acciaio, mamma chioccia e leader delle cucine, la detenuta interpretata da Kate Mulgrew si è ritrovata vittima della fragilità della propria mente.

L’intera settima stagione di Orange Is The New Black è stata un lento, triste addio a una figura dall’apparenza inscalfibile, rimpiazzata da un guscio che delle fattezze originarie ha mantenuto solo i contorni.

La demenza di Red, dovuta forse al troppo tempo trascorso in isolamento nella Shu, è stato uno dei risvolti più desolanti della serie, e certo non ha aiutato assistere alla disperazione di Nicky, costretta a dirle addio ma poi motivata a raccoglierne il testimone nelle cucine della prigione.

Il destino di Karla

Pur essendo stato introdotto soltanto nell’ultima stagione, il personaggio di Karla ha saputo conquistarsi spazio ed empatia mettendo sul piatto una storia tristemente attuale.

Il suo percorso personale è stato peculiare ma dolorosamente comune per le donne centroamericane negli Stati Uniti. La motivazione più viscerale che ha mosso il suo agire è stata il desiderio di riunirsi ai figli, ed è proprio in considerazione di questo innato bisogno che il suo destino è apparso tremendo.

Il finale di stagione ha svelato infatti come il puro e semplice istinto di sopravvivenza abbia imposto ai compagni di viaggio di Karla di chiudere il cuore al suo infortunio, di fatto condannandola a morte certa.

La seconda chance di Black Cindy

Adrienne Moore ha avuto un arduo compito, nella stagione conclusiva di Orange Is The New Black: riuscire a far emergere l’umanità complessa di Cindy nel momento in cui la donna ha raschiato il fondo del barile.

Il suo orrendo tradimento nei confronti dell’amica Taystee ha trovato un bilanciamento karmico nel destino che l’ha attesa fuori di prigione. Eppure sarebbe stato difficile non avvertire alcun moto di umana pietà per le incomprensioni di Cindy con la figlia-sorella e l’impossibilità di mantenere un tetto sopra la testa.

Gli ultimi istanti del finale hanno lasciato intuire come, per lei, non tutto fosse perduto. Che il suo rapporto con la figlia fosse recuperabile o meno, la speranza è che abbia trovato un modo di far pace col proprio passato e cavarne indicazioni per il futuro.

La sopravvivenza di Daya

Quello fra Aleida e Daya è stato fin dal principio uno dei rapporti più elaborati e interessanti. Lungi dal ricalcare le tradizionali dinamiche madre-figlia, le due hanno sovvertito i rispettivi ruoli in più occasioni e dimostrato come spesso sia impossibile ribellarsi davvero alle circostanze avverse.

Il percorso di Daya, in particolare, è stato fra i più sconsolanti. Da ingenua e innocente, la giovane interpretata da Dascha Polanco si è evoluta in una donna dura, crudele e senza scrupoli, capace di gestire una complessa rete della droga dentro e fuori dal carcere.

La scena finale della serie ha tentato di rovesciare ancora una volta le dinamiche del potere fra Daya e Aleida, portando quest’ultima a ristabilire con la forza una parvenza d’autorità sulla figlia.

Difficile pensare che il loro scontro sia terminato con lo strangolamento di Daya, ma altrettanto complesso credere che tra le due possano poi essersi ricreate le condizioni per sanare una normale relazione madre-figlia.

Il futuro di Lorna

Come per Red, anche per Lorna Morello la settima stagione di Orange Is The New Black è stata un continuo colpo al cuore. Fin dal debutto è parsa evidente in lei una certa fragilità, un’inclinazione alle fantasie senza freno, ma in pochi avrebbero potuto immaginare per Lorna un destino tanto infausto.

Il meccanismo di autoprotezione dalla morte del figlio ha rivelato tutto il peso di una realtà inaccettabile per ogni madre, e dunque destinata a fare a pezzi la psiche del personaggio di Yael Stone.

E il collasso, in effetti, è arrivato. Nicky ha dovuto così dire addio al secondo punto fermo della sua vita, domandandosi al pari di ogni altro se la Florida sarebbe stata sufficiente a proteggere Lorna dai suoi demoni interiori.