Corey Taylor degli Slipknot sulla tossicodipendenza delle rockstar: “Non devi per forza sballarti per fare musica”

Il cantante di Des Moines ricorda la sua esperienza: "Lavorare sotto effetto non mi garantiva un controllo e il risultato non mi piaceva"


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Negli ultimi anni Corey Taylor degli Slipknot si è rivelato un opinionista senza peli sulla lingua, e forte del successo di We Are Not Your Kind si ritrova spesso a rilasciare interviste nelle quali si mette a nudo.

Lo abbiamo visto, ad esempio, scagliarsi con vigore contro i negazionisti e rispondere a tutti coloro che criticano le nuove maschere della band, mentre si attendono notizie sul suo primo progetto solista. Nelle ultime ore il frontman della band di Des Moines ha rilasciato un’intervista al Marshall Podcast durante la quale ha parlato delle addiction nel mondo della musica.

Con le sue dichiarazioni, Corey Taylor degli Slipknot ha sfatato il mito dello sballo come necessità creativa per reggere alla pressione dei concerti e del lavoro in studio, senza dimenticare le sue dipendenze:

Penso che sia un discorso incoraggiato da chi è dentro quel circolo vizioso. Vogliono che la gente pensi che sia difficile creare musica senza l’aiutino degli stupefacenti. Questo è un linguaggio da tossicodipendente, perché io stesso ho usato questa scusa dal punto di vista della performance.

We Are Not Your Kind
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  • 08/09/2019 (Publication Date) - Warner Music (Publisher)

Successivamente, la voce di Unsainted si è messa a nudo:

Mi convincevo di non essere in grado di rendere al meglio senza il mio bicchiere di Jack Daniel’s e Coca Cola. Da uno, poi, diventavano due. Poi diventava mezza bottiglia. Questa si chiama dipendenza. Dunque penso che sia un mito creato dai tossicodipendenti nel tentativo di trovare una ragione che sia alla base della loro dipendenza. In studio mi è successo un paio di volte e sinceramente non mi è piaciuto, perché non avevo il pieno controllo delle cose. Quando riascoltavo dicevo: “Questa me**a è orribile, perché l’ho fatto?”. Per questo scelgo di sfatare questo mito.

In un certo senso Corey Taylor degli Slipknot cerca di aprire un dibattito sul mito che considera gli stupefacenti e l’alcol un ricorso necessario per poter scrivere un brano, un album o addirittura per affrontare lo stress emotivo del palco. Non sono mancate occasioni, nel passato, in cui in effetti le rockstar non hanno nascosto di far uso di sostanze, in grandi o piccole dosi, per poter bypassare i freni inibitori dell’ansia e della timidezza.

Il frontman degli Slipknot e degli Stone Sour, dunque, conclude:

Sballarsi prima di performare non è una legge della terra. Non devi per forza calarti qualcosa per essere in grado di creare una ca**o di musica. Non devi per forza prendere roba per stare nel ca**o di tempo. Sono sicuro che quando non sei fatto sai addirittura suonare e cantare meglio, perché hai un’energia migliore. Tutta l’attenzione, in quel momento, è su di te e non ci sono scuse. Questa è proprio la verità nuda e cruda di ciò che riguarda il nostro mestiere.

Anche in questa occasione Corey Taylor degli Slipknot dimostra di non avere peli sulla lingua. A proposito di dipendenza, infatti, la band di Des Moines è dovuta correre ai ripari per l’annullamento del tour programmato insieme ai Metallica in Australia e Nuova Zelanda a seguito del ricovero di James Hetfield in un rehab.