Si pensa già ad un sequel del film di Downton Abbey, ma è proprio necessario?

Lo sceneggiatore e i produttori pensano già ad un sequel del film di Downton Abbey in caso di successo al box office, ma la sensazione è che sia davvero superfluo


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Il film di Downton Abbey è appena uscito nelle sale inglesi e sarà in quelle americane dal 20 settembre – in Italia arriverà solo il 24 ottobre – ma già si pensa ad un sequel.

Da quando la serie è finita nel 2016, il pubblico ha chiesto insistentemente che la saga dei Crawley e dei loro servitori ambientata ai primi del Novecento avesse un seguito in una qualche altra forma, dall’ennesimo speciale tv all’adattamento cinematografico. Quest’ultimo progetto ha prevalso su potenziali altri e dopo tre anni di complessa gestazione il film di Downton Abbey ha debuttato nel Regno Unito il 13 settembre, ottenendo però un’accoglienza un po’ freddina rispetto alle attese.

Il riscontro che il film avrà al box office sarà determinante per stabilire se ci sarà un seguito. Un’idea che è già balenata nella mente del creatore e showrunner della pluripremiata serie, nonché sceneggiatore del film, Julian Fellowes: lo scrittore si è detto aperto all’idea di un secondo film, così come lo sono i produttori, che già sul red carpet dell’anteprima mondiale londinese parlavano di un potenziale sequel in caso di successo del primo. Un’intenzione confermata di recente anche dal produttore esecutivo Gareth Neame a Variety.

Abbiamo alcune idee di cose che esploreremmo, nella fortunata ipotesi che questo accada, ma tutto dipende dai prossimi giorni. Ci piace pensare di vivere in tempi democratici e che sia tutto incentrato sui fan e sul pubblico – se lo adorano e lo guardano, beh, allora siamo pronti a fare di più. Comunque, qualunque cosa accada, spero che la gente lo adori. Il tempismo è giusto. Un divario di tre anni da personaggi così amati è un bel po’ di tempo, e penso che alla gente siano mancati davvero tanto.

Insomma, l’entusiasmo è tanto e non sembra essere stato smorzato dalle critiche non troppo favorevoli della stampa inglese dopo l’anteprima di Londra. Per il momento si resta alla finestra, con l’idea di un potenziale secondo film che sarà portata avanti o archiviata a seconda dei risultati del primo.

Non credo che possiamo parlarne seriamente, fino a quando non vedremo come viene accolto questo film. E poi, sono sicuro che ci sarà una conversazione a riguardo, anche se non saprei dire da che parte andrà.

Eppure le prime recensioni hanno messo in evidenza come, probabilmente, nemmeno questo primo film di Downton Abbey fosse davvero necessario: sebbene tutti concordino sull’effetto nostalgia innescato dal ritorno del cast al gran completo, la stampa inglese ha sottolineato come la pellicola manchi di una reale trama, come il racconto sia quasi banale e non ci siano vere evoluzioni nei personaggi. Insomma, come la forma sopravanzi nettamente la sostanza. D’altronde Fellowes aveva già motivato la sua decisione di portare sul grande schermo i personaggi di Downton Abbey con una trama che non stravolgesse il finale della serie, perché quello resta l’epilogo della saga. E quel finale agrodolce in cui tutte le storyline avevano trovato una conclusione e tutti i personaggi avevano instaurato un equilibrio destinato ad essere duraturo – comprensibilmente dal punto di vista di un autore che lo ha pensato e scritto – non va rivoluzionato con un film destinato a concludersi nel giro di meno di due ore e dunque che non può approfondire o dare la giusta rilevanza a grandi cambiamenti. Di conseguenza, si è optato per una trama leggera che fosse un po’ sopra le parti – una visita della famiglia Reale a Downton – e che rappresentasse semplicemente un pretesto narrativo come un altro per rimettere insieme tutti i personaggi.

Ma allora, visto che la logica adottata da Fellowes è quella di non cambiare il finale della sesta stagione inserendo nuovi eventi destinati a stravolgerlo, che senso avrebbe continuare ancora con un secondo film magari dalla stessa trama impalpabile, magari un po’ fiacca e senza colpi di scena clamorosi per la necessità di preservare la storia originale? Perché mettere in piedi un’altra reunion – con tutte le difficoltà del caso, visto il cast numerosissimo e impegnato in altri progetti – per il solo gusto di rivedere personaggi scambiarsi battute sagaci e commentare lo spirito dei tempi? Ha davvero senso imbastire un’altra sceneggiatura su una trama che sia priva di un reale fondamento narrativo?

L’operazione nostalgia è sicuramente riuscita, quella economica ce lo diranno gli incassi, ma l’accanimento non è mai un bene, nemmeno per il pubblico desideroso di rivedere all’infinito i suoi personaggi del cuore. A quel punto, meglio fare un re-watch della serie.

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