Nel film Mio fratello rincorre i dinosauri, Gassmann è il papà di un bambino con sindrome di Down, ma non è lui il protagonista della storia.
La scena è tutta di Francesco Gheghi che interpreta Jack e di Lorenzo Sisto, anche lui con sindrome di down, che a soli undici anni interpreta Giò ed è assolutamente a suo agio davanti la macchina da presa. Il film, come il romanzo, racconta la storia di due fratelli, un supereroe di nome Giò, come lo definisce in un primo momento suo fratello jack e le difficoltà di inserimento dei due nella società.
Tutto ha inizio quando il giovanissimo Giacomo Mazzariol decide di pubblicare su youtube un video che ritrae lui e suo fratello Giò. Il filmato è diventato virale in rete, tanto che da attirare l’attenzione di Einaudi che chiede a Giacomo di scrivere un libro sul rapporto trai due.
Stefano Cipani, al suo esordio dietro la macchina da presa, ha saputo trasporre il libro in un film di formazione riuscito e abbastanza leggero da diventare un film serio.
La giusta carica di leggerezza e l’accurata scelta del cast hanno sicuramente aiutato il successo della pellicola che ad oggi è il miglior film italiano in sala per numero di incassi.
Alessandro Gassmann interpreta Davide e Isabaella Ragonese, sua moglie Katia. La coppia è alle prese con il difficile compito di mandare avanti una grande famiglia. Oltre ai due maschi, infatti, ci sono anche Chiara e Alice interpretate da Gea Dall’Orto e Mariavittoria Dallasta.
La storia è anche uno spaccato della vita di provincia, nella pianura padana. Ritornano le loro riunioni di famiglia in un grande e anonimo parcheggio, prima nella mitica Volvo Polar e poi nelle moderne monovolume. I problemi, le discussioni di famiglia si terranno sempre in quel parcheggio.
I genitori sono quasi semplici spettatori della storia dei due fratelli. Crescendo Jack comincia a vergognarsi di Giò per via della sindrome di Down. Quando arriva nella nuova scuola e si innamora di Arianna (Arianna Becheroni), bella e spigliata attivista del collettivo, Jack decide di mentire sulla sua famiglia dando suo fratello per morto.
Le bugie lo inseguiranno e tormenteranno, fino a fargli perdere qualsiasi credibilità agli occhi di Arianna e il rispetto della famiglia. Arriverà ovviamente il momento del perdono. Quel che veramente attanaglia la mente di Jack è, al contrario, la paura di perdere prematuramente il fratello Giò.
Il film riesce proprio perché affronta il delicato tema, attraverso una storia soggettiva di formazione dei due fratelli. Non parliamo ovviamente di un capolavoro del cinema italiano, ma finalmente di un film nostrano che smette di pensare a come provocare lacrime facili attraverso lunghe scene tormentate. Scompaiono anche i dialoghi sussurrati e interrotti dai singhiozzi a cui ci ha abituato un certo cinema italiano nell’ultimo decennio.
Mio fratello rincorrei i dinosauri è stato presentato come Evento Speciale alle Giornate degli Autori della 76′ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il lungometraggio ha già vinto il Premio “Sorriso Diverso Venezia” 2019.
Ecco uno stralcio della motivazione della Giuria: “… Un inno alla diversità, vissuta dal protagonista prima come condanna poi come meravigliosa occasione di arricchimento interiore e integrazione sociale”.
Cuorisità: nella scena del carnevale, Cipani riesce nella citazione del film Jules e Jim di Francois Truffaut, solo che i protagonisti della scanzonata corsa sono Arianna e il piccolo Giò.