Esce oggi I Testamenti, Margaret Atwood svela sovrapposizioni e divergenze dalla serie The Handmaid’s Tale

Margaret Atwood e lo showrunner di The Handmaid's Tale mantengono un fertile sodalizio creativo, ma l'autrice ha voluto smarcarsi dal materiale narrativo della serie

I Testamenti di Margaret Atwood, seguito de Il Racconto dell'Ancella

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I TestamentiThe Testaments il titolo originale – arriva oggi nelle librerie di tutto il mondo. Dopo un’attesa durata 34 anni, il seguito de Il Racconto dell’Ancella torna a tuffarsi nel mondo distopico di Gilead per raccontarne le orribili atrocità.

Le parole dell’autrice Margaret Atwood sono come sempre illuminanti per situarne l’intreccio e svelarne le possibili implicazioni. Anziché allontanarci da Gilead abbiamo iniziato ad avvicinarci a essa, soprattutto negli Stati Uniti, commenta. E non è un mistero che i diritti riproduttivi delle donne in alcuni stati del Paese sembrino riecheggiare le misure adottate nel regime de Il Racconto dell’Ancella. Dicono di avere a cuore la libertà individuale, prosegue, ma evidentemente non credono che tale libertà si estenda anche alle donne.

La notizia dello sviluppo di una nuova serie a partire dai contenuti de I Testamenti è di pochi giorni fa, ed è la stessa Atwood a svelare le possibili convergenze e le massime distanze da The Handmaid’s Tale, di recente rinnovata per una quarta stagione. I Testamenti riprende il filo della narrazione a circa 15 anni di distanza da Il racconto dell’Ancella, un arco temporale ben più ampio di quello coperto della serie tv firmata Hulu e disponibile in Italia su TIMvision. L’autrice e lo showrunner Bruce Miller sono in stretto contatto fin dall’avvio della produzione della prima stagione per sovrappore quanto più possibile le rispettive visioni su Gilead e i suoi abitanti.

Nonostante ciò, I Testamenti si presenta come un’opera autonoma rispetto all’adattamento televisivo del suo prequel. La voce narrante del nuovo romanzo, ad esempio, non appartiene più a Offred (interpretata nella serie da Elisabeth Moss), ma a tre donne distinte, compresa l’autoritaria zia Lydia (Ann Dowd). Non ho potuto riprendere la storia di Offred, ma ho proseguito con altre tre persone coinvolte negli eventi per raccontare la storia dell’inizio della fine, perché ne Il Racconto dell’Ancella si legge che Gilead finisce per scomparire. Come accade? Come svaniscono questi regimi? […] Mi interessava provare a capire questo.

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Il racconto dell'ancella
  • Atwood, Margaret (Author)

Per quanto riguarda invece il trasferimento dei materiali narrativi del romanzo nella quarta stagione di The Handmaid’s Tale, Atwood fa notare come diventi inevitabile un cambio di guardaroba. Nella copertina del libro si intravede un’ancella vestita di verde, non più di rosso. Gli esseri umani hanno sempre contato sul fatto che gli abiti dicano qualcosa di chi li indossa, basti pensare alle squadre di calcio o cose del genere. Quindi sì, abbiamo scelto dei nuovi vestiti.

L’abbigliamento non è però l’unico dettaglio che Atwood desideri coordinare con Miller. Lo showrunner riceve aggiornamenti regolari dall’autrice – come per esempio la sua volontà di sfruttare la storyline della piccola Nichole – e propone a sua volta spunti relativi al mondo della serie.

Il maggior potere di The Handmaid’s Tale, più ancora della sua versione letteraria, è però quello di traslarsi alla vita reale. Il costume delle ancelle, infatti, è diventato ovunque nel mondo un simbolo di resistenza e lotta per l’emancipazione femminile. Margaret Atwood ne è consapevole e a dir poco impressionata. Credo sia una tattica di protesta brillante, perché non fa alcun rumore. [Se indossi quel costume] non devi dir nulla, ti basta sederti in silenzio e in maniera composta, e nessuno può cacciarti per esserti vestita in modo inappropriato, dato che sei coperta dalla testa ai piedi. […] È un’immagine visivamente molto potente.

Un piccolo estratto da I Testamenti – in uscita oggi – è disponibile su Il Post e sull’e-reader di IBS.

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