Il debutto di Warrior su Sky Atlantic è fissato per il 15 luglio alle 21:15. Questa serie tv in dieci episodi – già rinnovata per una seconda stagione – è un drama ricco d’azione creato da Jonathan Tropper e Justin Lin con la collaborazione di Shannon Lee. L’ispirazione è offerta da alcuni scritti del padre, Bruce Lee.
Le vicende si svolgono nella San Francisco del 1878, dominata da violenza, sesso e individui moralmente ambigui. Il motore dell’azione è l’arrivo in città di Ah Sahm, un immigrato cinese molto abile nelle arti marziali. L’uomo prova a costruirsi una nuova vita, ma suo malgrado si ritrova coinvolto nelle guerre fra gang che insanguinano la Chinatown locale.
Nonostante Warrior si appresti a portare su Sky Atlantic una storia ambientata in un’epoca morta e sepolta, i temi attorno ai quali si sviluppa l’intreccio hnno un forte sapore contemporaneo. Oggi come allora, infatti, la corruzione, la xenofobia, la violenza e l’intolleranza attaccano e infettano la società.
La modernità della serie diventa ancor più apprezzabile se si considera che Bruce Lee ne ha elaborato la trama nel 1971. Sono passati quasi cinquant’anni da quando il grande attore e artista marziale ha proposto la sua idea a grandi case di produzione come Warner Bros. e Paramount, vedendosi però sbattere tutte le porte in faccia.
Il problema non è mai stato la scarsa qualità del progetto, quanto piuttosto la ritrosia degli studios a scommettere su una produzione con un protagonista asiatico. Costretto quindi a chiudere in un cassetto questo sogno, Bruce Lee ha proseguito la sua carriera sfornando i successi che conosciamo.
A distanza di quasi mezzo secolo il regista e produttore Justin Lin si è messo in contatto con Shannon Lee, figlia di Bruce, e insieme hanno rispolverato gli appunti sulla serie. Mi sono sentito molto fortunato, ha detto Lin, perché ho visto subito che si trattava di un progetto davvero ben strutturato. C’erano persino dei disegni. Mentre lo leggevo mi sono subito reso conto che [Bruce Lee] era un uomo troppo moderno per la sua epoca.
Da lì è iniziato lo sviluppo di Warror. Ideatori e produttori non hanno mai avuto dubbi sulla validità del progetto, soprattutto considerata l’età del manoscritto. Ad essere sincera credo che sia sempre stato il momento giusto, perché questa storia e quest’esperienza meritano di essere mostrate al mondo, e avrebbero già dovuto essere mostrate in passato, ha spiegato Lee.
Tuttavia penso che non sarebbe stato possibile farlo prima. Ovviamente una serie come questa non sarebbe mai stata trasmessa negli anni ’70, ma continua a essere rilevante ancora oggi perché affronta temi come la xenofobia e l’immigrazione.
Warrior parla di sopravvivenza, ha aggiunto Tropper. Nella serie tutti i personaggi sono vittime del sistema, dell’imperfezione intrinseca di un paese costruito sugli immigrati.
Ma cosa aspettarsi esattamente da Warrior su Sky Atlantic? L’estetica è cambiata, così come il tono della televisione, ma da un punto di vista concettuale esploreremo lo stesso universo che Bruce Lee aveva in mente. Ci sarà un artista marziale e la sua vita in un luogo che non era pronto ad accettarlo, ha spiegato ancora Tropper.
I temi della serie sono moderni, ma sviscerati nel contesto e con le modalità di una serie tv storica vera e propria. Warrior è stata girata in Sudafrica con l’obiettivo di ricreare in maniera quanto più fedele la San Francisco del 1870. Per quanto riguarda le esperienze di vita dei cinesi-americani, rievocarle fedelmente è stato molto più complicato perché le fonti attendibili scarsaggiano, ha spiegato Lin. I libri non si soffermano minimamente sul modo in cui le persone cinesi hanno vissuto questo periodo della storia americana.
Il cast della serie comprende Andrew Koji, Olivia Cheng, Jason Tobin, Dianne Doan, Kieran Bew, Dean Jagger, Joanna Vanderham, Tom Weston-Jones, Hoon Lee, Langley Kirkwood, Christian McKay, Perry Yung, Joe Taslim.
Superata la sua lunghissima genesi, vedremo finalmente Warrior su Sky Atlantic a partire dal 15 luglio. Ecco il trailer della serie.