Segui tutti gli aggiornamenti quotidiani dello “Speciale Nastri d’Argento 2019” di OM: https://www.optimagazine.com/category/speciale-nastri-dargento
Non voleva nemmeno fare l’attore Pietro Castellitto, ha spiegato più volte di averci provato ad intraprendere una strada diversa, eppure negli ultimi anni ha preso parte a molti titoli di successo, fino a conquistare il premio Guglielmo Biraghi ai Nastri d’Argento 2019 per il suo ruolo ne La profezia dell’armadillo.
Figlio d’arte – suo padre è il regista e attore Sergio Castellitto, sua madre la scrittrice Margaret Mazzantini – dopo aver esordito diretto proprio dal papà in Non ti muovere nel 2004, ha preso parte a La bellezza del somaro e Venuto al mondo, fino a stupire tutti nei simpatici panni di pornodivo in È nata una star? di Lucio Pellegrini nel 2012.
Ma a consegnargli il premio Biraghi ai Nastri d’Argento, il riconoscimento che annualmente viene assegnato ai giovani attori rivelazione, è il personaggio interpretato lo scorso anno ne La profezia dell’armadillo di Emanuele Scaringi. Nel film tratto dai fumetti di Zerocalcare è Secco, amico del protagonista Zero, entrambi simboli di una generazione di trentenni destinati a vivere in bilico, condannati all’incertezza dal precariato come condizione esistenziale eppure ancora animati da una vitalità che li spinge, per forza di cose, a reinventarsi continuamente.
Lo abbiamo incontrato al MaXXI di Roma nella serata di presentazione delle nomination ai Nastri d’Argento 2019, in cui ha ritirato il premio Biraghi per questo ruolo sopra le righe che ha conquistato la critica.
Sin da subito ho ricevuto complimenti per il personaggio di Secco, devo dire che riguardandomi mi piacevo e mi incantavo a guardare il personaggio, funzionava bene in quella messa in scena.
Eppure Castellitto si era presentato ai provini per il ruolo del protagonista, Zero, che è andato poi a Simone Liberati, come racconta ai nostri microfoni.
Avevo fatto il 90% dei provini per Zero, poi alla fine ho fatto Secco, ma forse proprio per questo ho dato a Secco un aspetto simpaticamente intellettuale che probabilmente se avessi fatto solo i provini per Secco non gli avrei dato.
Il risultato è il premio dei Giornalisti Cinematografici che lo identifica come rivelazione della scorsa stagione del nostro cinema.