Il Trono di Spade è finito per sempre, ed è tempo di tirare le somme: perché l’ultimo episodio ha deluso così tanto il pubblico? Teniamo a precisare che è un diritto e dovere legittimo che qualcosa possa non piacere; gli spettatori possono avere le proprie opinioni, e non per questo venire attaccati.
La delusione per il finale de Il Trono di Spade è più che sentita. Nonostante quasi 20 milioni di americani si siano sintonizzati per guardare in diretta l’ultimo episodio dell’epica saga fantasy, il pubblico non ha apprezzato la sua frettolosa conclusione. Diciamo che per certi versi si è sentito tradito. Il sentimento negativo è così forte che ha convinto migliaia di fan a lanciare una petizione da indirizzare alla HBO, per convincerla a girare di nuovo la stagione. Una petizione che ha raggiunto il milione di firme, facendo, però, molto rumore per nulla. Ovviamente la HBO ha ignorato la richiesta.
Veniamo al dunque: cos’ha funzionato e cosa no in quest’ultima stagione? Partiamo dagli aspetti positivi. La resa scenica de Il Trono di Spade è come sempre impeccabile; del resto non avrebbe vinto 47 Emmy (su 128 nomination) per nulla. L’ottava e ultima stagione brilla negli effetti visivi e il terzo episodio è spettacolare, in barba a coloro che polemizzavano sul montaggio troppo scuro: i protagonisti sono in battaglia, non vanno a fare una scampagnata. La recitazione è uno dei fiori all’occhiello del prodotto di casa HBO, e siamo sicuri che anche quest’anno la serie farà incetta di premi – su tutti, spiccano le espressioni facciali di Lena Headey, nei panni dell’algida e calcolatrice Cersei Lannister; Peter Dinklage, che nell’ultimo episodio ha dato spettacolo; ed Emilia Clarke, capace di passare da una regina addolorata a perfida tiranna nell’arco di minuti.
Gli aspetti negativi, purtroppo, ci sono. Tralasciamo gli errori di scena (la contestata tazza di Starbucks visibile come il sole, per fare un esempio, ma anche la bottiglietta di plastica lasciata accidentalmente nell’ultimo episodio), l’ultima stagione de Il Trono di Spade non è stata all’altezza delle aspettative. Il percorso narrativo era agli sgoccioli, David Benioff e Daniel Brett Weiss hanno avuto la “brillante” idea di ridurre tutto all’osso concentrando tutto in sei episodi che, seppur lunghi, meritavano la giusta attenzione. Dai dialoghi alle scene madre, spesso ci si dilungava troppo – come ad esempio è accaduto con la prima parte del quarto episodio, quello successivo alla battaglia che precede lo scontro con Cersei. Tasto dolente: la precaria risoluzione di alcuni personaggi. Jon Snow non è stato d’aiuto, soprattutto dopo aver appreso di essere un Targaryen nonché legittimo erede al trono; la svolta di Daenerys è bella e pungente, ma limitata; sulla fine di Cersei e Jaime è meglio non indugiare.
Il problema è che quando si giunge alla fine di un percorso, ormai lo spettatore medio è convinto di sapere esattamente come si concluderà il suo viaggio. Il rischio dei finali di serie sta in questo: deludere le aspettative. Per fortuna il mondo della televisione è ricco di finali controversi. Tutti ricordiamo l’ambigua sequenza conclusiva de I Soprano, a cui ancora oggi cerchiamo di dare una spiegazione; o perché no, il contestato finale di Lost. Anche How I Met Your Mother ci ha fatto innervosire, e ci siamo sentiti presi in giro. Così anche col finale de Il Trono di Spade ne siamo sicuri: che lo abbiate amato o odiato, resterà per sempre negli annali della storia della televisione.
Sulla fine di Cersei e Jaime è meglio non indugiare? E’ forse la scena più struggente che io abbia mai visto. Non avrebbero potuto fare niente di meglio!