Rabbia Iliad contro rimodulazioni TIM, Vodafone e Wind Tre: ci mette la faccia

Iliad violentemente contro le rimodulazioni TIM, Vodafone, Wind Tre: non se ne può più


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Non teme di dire le cose come esattamente le pensa: Benedetto Levi, CEO di Iliad, si scaglia contro le rimodulazioni da poco apportate da tutti i maggiori provider di telefonia fissa e mobile nazionali (solo per citare le ultime in ordine di apparizione, vi invitiamo a leggere i nostri articoli relativi alle modifiche unilaterali di TIM, Vodafone, Wind e 3 Italia). Puntuali come la primavera, per citare le parole utilizzate dal dirigente, rispuntano anche le rimodulazioni dei vari gestori telefonici, arrivate dopo un periodo di calma, dovuto probabilmente ad un assestamento obbligatorio per l’ingresso in scena proprio di Iliad.

Come sappiamo, il brand di origine transalpina ha sempre fatto della trasparenza la forza che lo contraddistingue, promettendo, e finora mantenendo, di non operare rimodulazioni alle tariffe proposte, per nessuna ragione possibile. La prima preoccupazione dei provider dovrebbero essere gli utenti, ma così non sembra essere: questo il succo del discorso imbastito da Levi su Twitter, in pubblica apparizione. Il CEO dimostra ancora una volta di non avere peli sulla lingua, ribadendo un concetto a lui caro: è impossibile fare la differenza se non si è diversi (diversi come lo è Iliad, cui va riconosciuto il merito di non aver mai applicato rimodulazioni ai propri contratti, almeno fino a questo momento).

Finora ad aver rimodulato di più è stata TIM, seguita da Wind, Vodafone e 3 Italia (secondo l’ordine che abbiamo appena citato). Sarà estremamente difficile sfuggire a questa baraonda di rimodulazioni, anche perché ormai vige la disillusione di chi ha compreso che è inutile sperare la propria offerta resti perennemente quella che si è sottoscritto, almeno relativamente al canone mensile previsto (a meno che non si voglia puntare su Iliad, che finora non ha mai modificato le proprie proposte commerciali, ma che tuttavia ancora difetta in termini di ricezione, almeno in determinate zone).