Oggi 6 maggio occorre parlare nuovamente del Samsung Galaxy S8, dopo i dubbi che hanno accompagnato la scorsa settimana a causa del ritardo accumulato dal produttore asiatico in merito alla distribuzione dell’aggiornamento di aprile. Dopo aver trattato la questione, con relative spiegazioni per i possessori dello smartphone commercializzato poco più di due anni fa, stavolta è importante soffermarsi su un problema che a quanto pare si sta rivelando più diffuso di quanto ci si potesse aspettare.
Mi riferisco alla vicenda “burn-in”, quella che continua a farvi visualizzare frammenti di una schermata, nonostante vi siate spostati in un’altra app o in altro ambiente con il vostro Samsung Galaxy S8. Non si tratta certo di una novità assoluta per chi ha scelto un dispositivo Android, ma la particolare età del modello in questione viene a creare una situazione di difficile lettura. Il rischio, infatti è quello di affidarsi all’assistenza con garanzia ormai scaduta. Secondo alcune testimonianze che ho avuto modo di raccogliere, in questo caso la prospettiva è di imbattersi in una riparazione dal costo di circa 250 euro.
Già, perché al contrario di quanto ritenuto da alcuni possessori dello stesso Samsung Galaxy S8, l’anomalia è hardware e non software. Qualora abbiate superato i due anni di garanzia, le prospettive sono quelle appena riportate. Nel caso in cui non vogliate fronteggiare costi extra a causa del burn-in, ci sono dei rimedi che potrebbero metterci una pezza. Un esempio? Utilizzate il tema nero, o quantomeno impostate la luminosità al massimo solo per un breve arco temporale.
Altro consiglio che sento di dare ai possessori di un Samsung Galaxy S8 è quello di impostare lo spegnimento automatico dello schermo dopo 30 secondi di inutilizzo. Nel caso non utilizziate Always-On, disattivatelo. Tutte dritte che potrebbero aumentare la durata della batteria per il vostro smartphone e scongiurare i fastidiosissimi effetti del burn-in. Capitato anche a voi?