Quello della canzone al femminile, svoltosi il Primo Maggio sul palco dell’Angelo May, non è stato un concerto “contro” quello di San Giovanni, pure iniziato e concluso tra polemiche per la scelta degli artisti e la mancanza di donne. Non è stata una ripicca per l’esclusione della canzone d’autore al femminile ma un segnale, per la verità preciso e forte. Con buona pace delle classifiche, delle mode musicali e dei piccoli e grandi “divi” del momento, le cantautrici e le musiciste donne ci sono, e da tempo. Amano riunirsi, confrontarsi, fare musica insieme e sfidare quella forma di “invisibilità” le cui cause dipendono dalle logiche commerciali e non certo dalla qualità del loro lavoro. Logiche commerciali che la conduttrice Ambra ha voluto pienamente sposare quando ha spiegato l’assenza di artiste al Concertone dicendo: “Le donne in classifica, non erano disponibili, quindi…”
Senza tornare sul senso storico del Concertone promosso dai sindacati, che avrebbe richiesto un’attenzione particolare ai contenuti sociali e al senso politico complessivo dell’evento, e sulla qualità delle performance che si sono viste sul grande palco di San Giovanni (non si capisce a quali fonti e a quali classifiche si siano ispirati gli organizzatori…) non si può sottovalutare il fatto che, a poca distanza dalla tradizionale kermesse del Primo Maggio, si è svolta per l’appunto una maratona musicale tutta al femminile. Nel giro di tre giorni si è formato spontaneamente un cast eccezionale di donne, che hanno dato alla festa dei lavoratori una voce femminile e un pensiero intelligente. Come dice una delle organizzatrici, la cantautrice Diana Tejera: “Nel 2019 non mi sarei augurata di organizzare un concerto di sole donne ma questa è la realtà, non è una polemica ma la voglia, il desiderio di farci sentire perché è triste che le cantautrici abbiano poco spazio nel mondo della musica”. L’artista Nathalie rincara la dose: “Le cantautrici esistono e sono tantissime ma troppo spesso appaiono invisibili; questa invisibilità non fa percepire quanto grande e importante sia la produzione artistica delle donne”. Angela Baraldi, Diana Tejera, Mara Redeghieri, Maria Pia De Vito, Andrea Mirò, Mimosa Campironi, Nathalie, Eleonora Bordonaro, Barbara Eramo, Livia Ferri, Merel Van Dijk, Ivana Gatti, Momo, Silvia Oddi, Dalise, Gabriella Martinelli, Bea Sanjust, Alice Pelle, Traindeville, Eleonora Betti, Vanessa Cremaschi e Giovanna Famulari, Giulia Mei, Adel Tirant, Agnese Valle, Valentina Amandolese, Lavinia Mancusi, Lilith Primavera, Raffaella Misiti e Annalisa Baldi, Opa Opa, queste le artiste che si sono esibite nell’evento all’Angelo May, davanti ad un pubblico entusiasta, in parte rimasto fuori dal locale per mancanza di spazio. Le artiste sono state presentate da quattro grandi attrici – Luisa Merloni, Liliana Donna FIorelli, Sylvia De Fanti e Gioia Salvatori – e non sono mancati, in questo caso, interventi di responsabili di associazioni sui temi del lavoro e sulle problematiche sociali. Avere un concerto “parallelo” dovrebbe essere per gli organizzatori della kermesse di San Giovanni un campanello d’allarme, un elemento da non sottovalutare, perché vuol dire aver perso la capacità di aggregazione e il senso corale dell’evento. Conosco la maggior parte delle artiste che si sono esibite nel “concerto parallelo” e so che non si fermeranno qui e che – a meno di un radicale ripensamento da parte degli organizzatori del Concertone che possa restituirgli un’anima più autentica – saranno già pronte l’anno prossimo a suonare su quel palco come su qualsiasi altro dove si possa fare e condividere musica vera.
Le donne esistono nella musica, non solo come muse ispiratrici, ma anche come firme di bellissime canzoni. Brava Grazia ?