Cesare Cremonini a Milano per Gaber intervistato dalla giornalista Marinella Venegoni. In occasione della nuova edizione della manifestazione dedicata alla memoria di Giorgio Gaber, Cesare Cremonini ha raccontato il suo percorso artistico e l’influenza che Gaber ha avuto su di esso.
Cremonini ha scelto di parlare alle masse, un concerto che a Gaber susciterebbe risata perché invece, al contrario, il suo interlocutore principale era l’individuo in quanto tale. Nonostante questo, Gaber ha influenzato il percorso di Cremonini che si definisce “discepolo di Gaber” ma aggiunge: “In quanto discepolo posso anche peccare”, in riferimento alla sua tournée negli stadi.
La dimensione preferita da Gaber era quella teatrale ma il cantante bolognese racconta di aver desiderato con tutto se stesso il debutto negli stadi fin da bambino, quando aveva come punti di riferimenti gli idoli inglesi da stadi, che sia Freddie Mercury o Mick Jagger. Lo stadio non esclude però un momento “teatralizzato”. Al tuo matrimonio è uno dei pezzi che Cremonini si diverte ad interpretare creando un contatto speciale con il pubblico, che lo apprezza particolarmente.
L’artista racconta il suo primo “incontro” con Gaber, il momento in cui l’ha scoperto. Aveva 23 o 24 anni e la sua carriera era iniziata con il boom nel gruppo dei Lunapop e un successo travolgente da fare invidia a molti ancora oggi. In seguito, ha optato per la carriera solista ed è stato costretto a fare nuovamente i conti con se stesso, in modo esclusivo.
“Quando ho ripreso in mano me stesso mi sono trovato impreparato”, ha quindi iniziato ad interessarsi a Pasolini e a Gaber, figura molto importante nella sua carriera, un “sorvegliante”, così lo definisce, in grado di innescare in lui il coraggio di trattare argomenti mai superficiali con l’obiettivo di dare un valore reale alla canzone ma anche di effettuare una sorta di autoanalisi. “Nelle mie canzoni c’è il mio sangue, le difendo e cerco di innalzarle”.
Gaber si colloca in un periodo fondamentale per la carriera di Cremonini, tra l’addio al gruppo che aveva fondato sui banchi di scuola e la carriera solista che gli ha consentito di essere apprezzato come cantautore e musicista. In quel momento Cremonini ha vissuto un momento in cui il suo pubblico non c’era più e ha dovuto ricostruirlo passo dopo passo attraverso un lavoro impegnativo e continuo per instaurare un rapporto di fiducia duraturo. Gaber aveva con il suo pubblico un rapporto speciale, importante, non mediato da fonte alcuna ed anche questo è stato d’ispirazione.
L’informazione di oggi e le nuove tecnologie, l’ascolto distratto della musica attraverso Spotify che evita l’acquisto del disco e le classifiche Fimi nelle quali sono particolarmente influenti i dati di streaming a favore dei nuovi idoli e a discapito di chi ha invece un pubblico più adulto sono argomenti di discussione nell’incontro con Cremonini che sul finale regala al pubblico Quello che perde i pezzi, a cappella.