Dopo un’attesa lunga un anno e una sfilza di trailer da mangiarsi le mani, Killing Eve 2×01 arriva su TIMvision ad appena un giorno di distanza dalla messa in onda su BBCAmerica. La première riprende il filo degli eventi senza troppe cerimonie, a soli trenta secondi dal clamoroso finale della prima stagione. Ancora sconvolta, Eve abbandona l’appartamento di Villanelle per sfuggire a un gruppo di finti poliziotti francesi, giunti (inutilmente) per far fuori la nostra psicopatica preferita. Nel giro di pochi minuti l’angoscia di Eve per le proprie azioni, il timore di essere scoperta, il lacerante dubbio di aver ucciso quell’unica fonte di eccitazione e adrenalina della propria vita recente, iniziano ad assumere i contorni di un crollo nervoso. Prima interrompe inconsapevolmente una proposta di matrimonio, congratulandosi con la coppia subito dopo aver ammesso al telefono che Villanelle potrebbe essere morta. Poi acquista una dose sconsiderata di caramelle, che consuma a mo’ di pop corn con lo sguardo perso nel vuoto. Infine esplode in una risata isterica dinanzi a una donna che le offre il proprio aiuto scambiandola per una tossicodipendente in difficoltà.
E Villanelle? In Killing Eve 2×01 l’assassina interpretata da una sempre più brillante Jodie Comer ha le sue belle gatte da pelare. Innanzitutto si fionda contro il parabrezza di un taxi in movimento e si fa lasciare fuori dalla porta di un ospedale dal tassista terrorizzato all’idea di ucciderla. Una volta ripresa conoscenza, il medico di fronte al suo letto le assicura che la ferita guarirà e che gli organi interni non sono stati compromessi. Fiuu!
Il punto, adesso, è capire come lasciare l’ospedale prima che gli assassini alle sue calcagna si rifacciano vivi. E qui la Villanelle che conosciamo lascia intravedere le prime, chiare differenze tra le menti che ne animano i gesti. Scomparsa l’arguzia stuzzicante e fondamentalmente giocosa instillata da Phoebe Waller-Bridge durante la prima stagione, in Killing Eve 2×01 scoppiano in Villanelle continui lampi di lucida follia, perfettamente consoni alle atmosfere oscure dipinte dalla nuova showrunner Emerald Fennell.
Proprio fra quelle stanze d’ospedale si riaffaccia uno dei tòpoi della serie, la fuga e la conseguente caccia. Ormai convinta che la coltellata ricevuta fosse una dimostrazione d’amore – sometimes when you love someone, you will do crazy things – Villanelle riabbraccia la missione di ritrovare la sua Eve. Il bisogno di fuggire l’avvicina al compagno di stanza, il giovane Gabriel, reduce da un serio incidente d’auto e dalle sue devastanti conseguenze. La loro è un’amicizia breve ma intensa, che termina con un pianto disperato – il ragazzo teme di non poter condurre una vita normale a causa delle sue orrende ferite – e un’azione di profonda carità – Villanelle gli spezza l’osso del collo per risparmiargli l’angoscia di una vita da reietto. Ah, la generosità dell’animo umano!
Eve, intanto, di rientro a Londra dopo essersi liberata dell’arma del (quasi) delitto, deve fare i conti con l’impossibilità di ritrovare una parvenza di serenità domestica con il marito Niko. Per non parlare delle domande di Carolyn, del peso delle cose non dette e dell’irresistibile aplomb tutto britannico con cui la sua mentore-capo-ex capo-di nuovo capo regala a tutti noi i suoi inconfondibili attimi di humour purissimo. Killing Eve 2×01 termina quindi con un ultimo sguardo al percorso di Villanelle, finalmente evasa dall’ospedale e pronta a tornare in Regno Unito nascosta nel portabagagli dell’auto di un’ignara famiglia in viaggio da Calais.
In aggiunta alle più semplici osservazioni sui temi della seconda stagione di Killing Eve – una nuova fase del gioco tra gatto e topo, la relazione tossica fra le protagoniste – possiamo intuire come al centro di tutto ci sia ancora l’interesse totalizzante verso l’oscurità che popola personaggi e situazioni. Eve e Villanelle sono attratte irresistibilmente dalla reciproca morbosità, ne sono alimentate e al contempo consumate. Si tratta in fin dei conti di una dipendenza profonda, e per questo non è un caso che Eve appaia all’estranea del bar come una tossicodipendente. La sua droga è proprio Villanelle. E come nella più seria delle dipendenze, le percezioni di Eve sono talmente offuscate da impedirle di rendersene conto. Figuriamoci, poi, provare a uscirne per osservare le cose con la necessaria lucidità.
D’altra parte, in Villanelle vediamo aggiungersi nuove, sorprendenti sfumature a una caratterizzazione già ricca. Se da un lato non possiamo non soffermarci a riflettere sulla – nostra, questa volta – malsana tendenza a empatizzare con una serial killer psicopatica, dall’altro finiamo per cadere ancora una volta nella trappola del suo irresistibile fascino. Che sia l’intrinseca sofferenza con cui è costretta a indossare un pigiama a tema fumetti e un paio di Crocs, l’incrollabile fiducia nella relazione profonda che è certa di aver instaurato con Eve, la determinazione con cui affronta una vulnerabilità fisica e psicologica alle quali non è affatto abituata, tutto in Villanelle ci lascia addosso una sorta di fame chimica che rende insopportabile l’attesa fra un episodio e l’altro.
Killing Eve 2×01 segna lo spettacolare ritorno di una serie che già promette di essere tra le migliori dell’anno. Felici della notizia del suo rinnovo per una terza stagione, godiamoci adesso il promo di Killing Eve 2×02.