Lasciate ogni speranza voi che desiderate il revival di Friends, perché “potrebbe solo deludere”

Forse è arrivato il momento di farsene una ragione, il revival di Friends non ci sarà per due motivi semplicissimi


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Ce lo hanno ripetuto fino alla nausea, eppure c’è qualcosa in noi fanatici della serie che rende impossibile rinunciare per sempre a sperare in un revival di Friends. O in una qualche forma di reunion anche minuscola, anche insignificante, anche una tantum. Mai presa seriamente in considerazione l’idea di un eventuale film, scartata quella di un seguito per l’indisponibilità di parte del cast – quella maschile, a voler essere precisi, stando alle rivelazioni recenti di Jennifer Aniston – e negata l’intenzione di un remake, non resta che lasciare ogni speranza di fronte alla cruda realtà: non riavremo Friends in nuove forme, dovremo accontentarci delle repliche a profusione.

I creatori della sitcom hanno già respinto più volte le speculazioni sul possibile ritorno in tv del gruppo di amici del Greenwich Village che ci con le loro assurde disavventure personali, amicali e amorose ci hanno fatto ridere di gran gusto, sognare, riflettere e qualche volta piangere per un decennio intero tra il ’94 e il 2004 (e che continuano tutt’ora a farlo, vista la reazione del pubblico al suo potenziale ritiro dalla piattaforma che ha spinto Netflix ad acquistarne i diritti anche per il 2020).

E a confermare che nulla è cambiato negli ultimi mesi ci ha pensato Marta Kauffman, co-creatrice della serie, in una nuova intervista rilasciata a Rolling Stone. I motivi che impediscono di pensare ad un ritorno di Rachel, Ross, Monica, Chandler, Phoebe e Joey sono fondamentalmente due. In primis, non avrebbe senso raccontare la storia di un gruppo di amici che ormai è composto da nuclei familiari diversi, quando il focus dello show era sull’idea che gli amici fossero la famiglia che ognuno si sceglie, dunque inevitabilmente un focus legato alla gioventù. In secondo luogo, Friends è ancora tra gli show di cui ancora oggi si fa più binge-watch nel mondo (al punto che i protagonisti potrebbero vivere di rendita dai soli diritti percepiti per la partecipazione allo show), dunque perché non sfruttare ancora quel potenziale inesauribile anziché mettere su un altro, rischioso e certamente rischiosissimo progetto?

Ci sono diversi motivi. Uno, lo spettacolo riguarda un periodo della tua vita in cui i tuoi amici sono la tua famiglia. Non è più quel momento. Tutto quello che faremmo è rimettere insieme quei sei attori, ma il cuore dello spettacolo sarebbe sparito. Due, non so che ci fa bene. Lo spettacolo sta andando bene, la gente lo adora. Una reunion potrebbe solo deludere. ‘Quella volta che ha deluso tutti’.

La conclusione della Kauffman è la citazione della formula standard dei titoli di Friends (The One With…, The One When…) e che spiega perché non si procederà, pur in un periodo storico come questo che ha generato revival praticamente di qualsiasi cosa, ad una mera operazione nostalgia su Friends. Perché parliamoci chiaro, di questo si tratterebbe. Basterebbe davvero pochissimo, un buon piano di marketing e il semplice coinvolgimento del progetto dell’intero cast originale, per rendere un qualsiasi progetto su Friends l’evento televisivo dell’anno. Ma a quale prezzo? Quello di dare un seguito a un monolite che è entrato nella storia della televisione e che si è concluso con un classico “e vissero tutti felici e contenti”? Quello di rimestare nella nostalgia come se fosse quello l’unico motivo valido per riportare sullo schermo i sei del Central Perk? Fare inutile pornografia della nostra mania per personaggi, icone e ambientazioni indimenticabili?

Se noi spettatori fossimo tutti più razionali, dovremmo rispondere semplicemente ‘no, grazie’. La verità è che chi ha amato profondamente Friends non ha mai trovato nulla che potesse sostituirlo e riempire quel vuoto. E questa debolezza spinge inevitabilmente e istintivamente a sussultare ad ogni ipotesi di un ritorno a quell’universo narrativo così imperfetto ma così insostituibile al tempo stesso. Jennifer Aniston, Courteney Cox, Lisa Kudrow, Matt LeBlanc, Matthew Perry e David Schwimmer si sono già riuniti in più occasioni ritrovandosi qui e lì insieme ad un concerto, un evento, su un red carpet, anche se raramente tutti insieme, come nel caso dell’omaggio al regista televisivo James Burrows (unico assente Perry per motivi di lavoro). E forse dovremmo farci bastare questi sporadici incontri, lasciando la storia di Friends intatta e preservandone il ricordo, piuttosto che rischiare inutilmente di rovinarlo. Poi, quando avremo fatto leva sulla razionalità per accettare questa verità, correremo ad accendere Netflix per rivedere ancora una volta un episodio qualunque, scelto a caso, solo per il gusto di sentirsi un po’ meglio dopo quei venti minuti di puro piacere.