Non è tutto oro quello che luccica, tanto più le offerte operator attack che i vari operatori telefonici propongono ai clienti per il passaggio al loro ovile. Inutile negare che, nel corso degli ultimi 10 mesi, l’avvento di Iliad e la grande migrazione verso il nuovo operatore abbia resto gli utenti più assettati di risparmio e bundle di giga, minuti e SMS. Di qui la pioggia costante delle ben note offerte “passa a” tutte all’apparenza convenientissime, ma è davvero così?
Altroconsumo ha appena pubblicato una sua inchiesta personale mettendo alla luce un aspetto non sempre considerato da tanti clienti, soprattutto quelli meno maliziosi. L’associazione dei consumatori dice esattamente la verità quando sottolinea che di queste offerte “operator attack” o “passa a” (come dir si voglia) non c’è alcuna traccia in termini di documentazione né sui siti degli operatori, né tanto meno nei negozi fisici brandizzati. Quasi sempre i passaggi ai nuovi vettori avvengono senza che gli utenti visualizzino documentazioni esaustive sui nuovi piani telefonici che si vanno a sottoscrivere. Piuttosto, le informazioni vengono fornite quasi sempre a voce dagli addetti delle vendite, addirittura riportate al massimo su qualche foglietto di carta a penna ma nulla di più.
Cosa denuncia in particolar modo Altroconsumo con la sua inchiesta? Per delle offerte telefoniche studiate a tavolino per combattere ad esempio l’avversario più temibile del momento come Iliad, a discapito del risparmio mensile, sono aumentati i costi di attivazione, non vengono forniti adeguati chiarimenti sul traffico o le chiamate extra-soglia e ancora peggio, non vengono garantite le necessarie informazioni sui costi aggiuntivi procurati da tanti servizi aggiuntivi.
Insomma, i lati oscuri di molte offerte telefoniche di attacco verso i vettori low-.cost, in primis Iliad, non mancano. Non possiamo che auspicare un comportamento più trasparente da parte delle storiche compagnie operanti sul territorio nazionale come naturalmente Vodafone, TIM e Wind Tre.