Con protagonisti Alessandro Preziosi, Nicole Grimaudo e Carmine Buschini di Braccialetti Rossi, il 22 gennaio va in onda su RaiUno Liberi di Scegliere, il film diretto da Giacomo Campiotti che racconta la vera storia di un progetto nato a Reggio Calabria per iniziativa di Marco Lo Bianco, giudice del Tribunale dei minori che decide di intervenire per togliere alle famiglie appartenenti alle cosche i loro figli affinché crescano in un ambiente sano e non ereditando un destino da criminali.
In conferenza stampa la direttrice di Rai Fiction Tinni Andreatta ha spiegato di aver ritenuto sin dall’inizio Liberi di Scegliere “un racconto necessario, doveroso“ e ha dunque immediatamente sposato il progetto, sia perché tratta di un momento della vita come l’adolescenza su cui c’è particolare attenzione nella linea editoriale Rai in questo momento (si veda il successo de La Compagnia del Cigno), sia perché incrocia questo spetto con un tema di grande valore civile, ovvero la crescita dei ragazzi nelle famiglie di ‘ndrangheta, quella tra le organizzazioni mafiose che più si basa sui legami familiari e la necessità di far crescere i propri figli con una mentalità criminale.
Nato da un’idea di Monica Zapelli, racconta la storia vera di un giudice minorile che a Reggio Calabria, Marco Lo Bianco, che nel 2012 ha intrapreso un progetto di reinserimento sociale per ragazzi cresciuti nelle famiglie di ‘ndrangheta che non avevano altre possibilità di vita se non quella di reiterare le scelte di padri e fratelli. Quando il giudice ha deciso di allontanare i ragazzi dal contesto familiare e di farne una “scelta non episodica ma strutturale” ha cominciato a cambiare anche “i rapporti all’interno delle famiglie, con donne che hanno cominciato ad affidare i figli al progetto per allontanarli dalla criminalità e dare loro una possibilità di scegliere” ha spiegato la Andreatta. Lontano da ogni fascinazione verso il potere criminale, questo film racconta invece un punto di vista opposto a quello prevalente nella finzione nostrana, ovvero che “la criminalità va prevenuta creando possibilità di futuro nei più giovani attraverso uno Stato che agisce non solo come repressore ma come guida“.
Un racconto non manicheo, questo è l’obiettivo di Liberi di Scegliere, in cui la sofferenza del ragazzo strappato alla famiglia e la sua iniziale resistenza a questa possibilità, così come la difficoltà del giudice nel metterla in pratica, sono raccontate con drammaticità restituendo tutta la difficoltà che i protagonisti della storia incontrano dai rispettivi punti di vista, quello di un giudice che fa un passo ulteriore rispetto alla mera interpretazione delle leggi e quello di un ragazzo che si vede sottratto, seppur per il suo bene, all’unico contesto familiare che abbia mai conosciuto. La finzione accompagna così l’informazione: “Liberi di Scegliere racconta temi con la forza dell’emotività, portando alla coscienza individuale e collettiva del paese un problema scottante“.
La sceneggiatura è frutto di un grande studio sul territorio e di incontri con il giudice Marco Lo Bianco, che tiene molto a questo progetto perché spera che possa condizionare positivamente le scelte di altre famiglie mafiose nell’allontanare i propri figli da contesti criminali. Sceneggiatrice esperta, Monica Zepelli ha lavorato con un gruppo di giovani sceneggiatori della scuola di Perugia della Rai. La regia è affidata a Giacomo Campiotti che già con Braccialetti Rossi ha dimostrato cura e sensibilità per i temi dell’adolescenza e il racconto sociale e civile.
Monica Zapelli ha raccontato che l’incontro col giudice Di Bella è avvenuto dopo aver seguito un ragazzo che aveva fatto questo percorso scrivendo un diario della sua esperienza.
Una storia vera con un ottimo potenziale drammaturgico, che però nella parte dei ragazzi è immaginaria, di modo che tutti i ragazzi si potessero riconoscere in un pezzetto di storia ma nessuno potesse rivedersi totalmente, per proteggere il loro anonimato in questa esperienza: non potevamo trasformarli in personaggi perché devono prima ritrovarsi come persone nella vita. Per la prima volta la tradizione dell’antimafia viene cambiata: mafia e antimafia agivano sui reati e la loro assicurazione alla giustizia, ma Di Bella ha fatto un passo in più, rappresentando uno Stato che tende la mano a questo mondo e ai giovani che possono uscirne. Non hanno la libera scelta di chi vogliono essere, hanno il “pensiero saturo”, sono predestinati. Lo Stato così dà l’occasione di vedere altri scenari di vita. Abbiamo voluto anche un film in cui le famiglie del territorio potessero riconoscersi. Non ci sono scene commoventi tra il ragazzo e il giudice, abbiamo dosato le loro interazioni perché il giudice non deve invadere il territorio di altri operatori come psicologi e assistenti sociali. Restituiamo con precisione quello che realmente lo Stato può offrire alle famiglie di ‘ndrangheta.
Il regista Giacomo Campiotti ha spiegato che Liberi di Scegliere, oltre che una storia d’impegno civile, è sopratutto un racconto motivazionale.
La vera intuizione del giudice è stata quella di capire che i ragazzi sono delle vittime di una macchina infernale e di padri padroni a loro volta soggiogati da famiglie che li hanno cresciuti così. Se vivi in sopraffazione e violenza, non hai la possibilità di immaginarti diverso, il mondo esterno alla famiglia non è codificabile per questi ragazzi. Questa è una storia di mafia ma che racconta come oltre i condizionamenti, con l’aiuto di un mentore o di un’altra persona qualunque che fa semplicemente il suo lavoro, oggi ognuno può prendere la propria vita in mano e farne quello che vuole.
Alessandro Preziosi interpreta il giudice Marco Lo Bianco, che dopo aver incontrato Domenico, ultimo componente di una cosca di cui anni prima ha arrestato il fratello, decide di agire in modo più incisivo sulle vite dei ragazzi cresciuti in realtà mafiose e comincia ad implementare il suo sogno: strappare i figli alle famiglie di ‘ndrangheta per dare loro la possibilità di vivere come persone diverse e libere.
Il grande esempio del giudice è che prima di imporre una scelta a qualcuno devi essere sicuro della tua scelta, quella di essere un individuo e non un ingranaggio di uno Stato handicappato nell’affrontare questi problemi. Il giudice sceglie di impegnare la propria vita per mettere in salvo la vita di altri. La legge è tale quando l’individuo decide di metterla in pratica: questa è una storia antieroica che ha un valore enorme perché condiziona la responsabilità sociale e la coscienza morale. Dopo tante storie di mafia mi sono emozionato nel raccontare quella di un uomo che riesce a fare il proprio dovere senza dover morire per questo. Esistono persone che vivono per far vivere meglio gli altri. Questo è un personaggio che non vuole sedurre o risultare carismatico: l’ho invidiato perché avrei voluto tanto essere come lui. Un personaggio buono, perché bontà di un personaggio sta nel fatto che quello che fa lo fa per gli altri.
Simbolo degli “altri” per cui il giudice si spende è l’adolescente Domenico, figlio di un boss reggino che Lo Bianco decide di allontanare dalla sua famiglia. Lo interpreta Carmine Buschini, già protagonista di Braccialetti Rossi in cui era stato diretto proprio da Campiotti.
Chi ha la sfortuna di nascere in una famiglia potente della ‘ndrangheta, non ha mai potuto neanche immaginare una via differente dal prendere in mano le redini della cosca. Giovanni nella prima parte della sua vita non ha consapevolezza della differenza tra bene e male e tra giusto e sbagliato. Tutti devono avere il diritto di scegliere e ripartire da zero: c’è un punto critico nel quale non ci si riconosce più e dal quale è giusto ricominciare.
Nicole Grimaudo è Enza, la madre di Domenico, che si vede di fronte alla difficile decisione di affidare i suoi figli allo Stato.
La vita ha scelto per lei e lei non ha mai avuto strumenti per pensare ad una vita diversa. Forse non si rende conto della sua prigione perché troppo rassegnata. Quelle di ‘ndrangheta sono donne lasciate sole a crescere i figli, con i mariti boss che vedono solo nei bunker e ricchezze che non sanno nemmeno come godersi. Lo Bianco per lei è un nemico che vuole separarla dai suoi figli ma poi l’istituzione diventa amica, una possibilità di speranza. Quel guizzo con cui saluta i figli e dà loro dei soldi è un sacrificio di amore estremo, rinunciare a vederli crescere per il loro bene. Rimane accanto al figlio più grande e al marito latitante perché è l’unica realtà che conosce, l’unica identità che ha e a cui non riesce a sottrarsi.
Francesco Colella, che nel film interpreta il boss padre del ragazzo sottratto alla famiglia, ha ribadito quanto questo racconto sia diverso dalle logiche imperversanti nella finzione relativa al crimine organizzato.
Spesso sento raccontare di una divisione tra amore dei genitori e il crimine: questa è gente che non può amare, in loro c’è solo una rappresentazione dei sentimenti ma è soltanto possesso delle esistenze altrui, del loro controllo. Dentro hanno il vuoto. Recitare in questi ruoli vuol dire innescare o immedesimazione o repulsione, e io propendo per la seconda: spesso c’è una narrazione troppo seduttiva rispetto al crimine. Certi benpensanti ritengono che non si debba giudicare un personaggio, io penso che si possano anche disprezzare, la responsabilità morale non è mai semplice didattica, vuol dire prendere una posizione.
Proprio per restituire la veridicità della storia, il film è stato girato nei luoghi in cui i fatti sono accaduti, nella speranza che questo possa avere un effetto sulle famiglie di cui racconta le storie, che vi si possano identificare e trovare una via d’uscita alla propria condizione. Un racconto utile socialmente che potrebbe avere anche un seguito: “Sarebbe interessante capire cosa succede a questi ragazzi dopo che vengono strappati alle famiglie, le loro vite in comunità, come quelle di Libera che dà loro sostegno, e capire come ricomincia la loro vita” ha dichiarato il produttore Angelo Barbagallo.
Ecco il promo di Liberi di Scegliere, in onda il 22 gennaio in prima serata su RaiUno.
"Guardati intorno: a te non viene mai voglia di cambiare le cose?"#LiberiDiScegliere, ispirato a una storia vera.
Il #22gennaio in prima serata su @RaiUno, con Alessandro Preziosi, Nicole Grimaudo e @_Carmine_b.
Tra poco la conferenza stampa con il cast➡https://t.co/gDH3wczSFE pic.twitter.com/SONLnHYiJs— Ufficio Stampa Rai (@Raiofficialnews) January 17, 2019
Carmine BUSCHINI ?