“Smettila di postare foto da idiota”, è lo sfogo di una mamma contro il trapper Sfera Ebbasta in seguito alla tragedia di Corinaldo in cui hanno perso la vita 6 persone, tra le quali suo figlio di 16 anni, in attesa del concerto del suo idolo nel locale Lanterna Azzurra.
Le parole sono quelle di Donatella Magagnini, una donna che nella tragedia ha perso il figlio Daniele Pongetti, morto con altri 4 ragazzi e con una mamma che accompagnava i figli al concerto in provincia di Ancona. Un messaggio per le vittime e lo stop alle attività live, qualche giorno di silenzio e poi di nuovo quelle “foto da idiota”, come se niente fosse successo, come se del 2018 di Sfera Ebbasta non facessero già più parte quelle 6 persone che, uscite di casa per divertirsi in compagnia, non vi hanno più fatto ritorno.
6 giovanissimi – 5 minorenni e una mamma di 39 anni – hanno perso la vita mentre attendevano l’arrivo del trapper nel locale Lanterna Azzurra in una sala che accoglieva più o meno il triplo dei fan consentiti.
Nel gruppo Facebook aperto per chiedere giustizia per le vittime di Corinaldo, risuonano le parole addolorate di una mamma: “Tu e i tuoi collaboratori imparate a non giocare con i sogni dei ragazzini che, pur avendo pagato, sono stati presi in giro e sono morti nell’attesa che tu arrivassi”, scrive, e poi aggiunge un riferimento agli scatti condivisi dal cantante sui social: “Smettile di postare foto da idiota con il tuo “pacco”… Ricordati che il regalo più grande te lo sei fatto portandoti sulla tua coscienza 6 morti”.
Nel post si racconta anche di una lettera scritta da Sfera Ebbasta alle famiglie delle vittime, nella quale si è detto disponibile per qualunque cosa. Dopo la tragedia, Sfera Ebbasta si è tatuato 6 stelle sulla fronte, per portare per sempre sulla sua pelle il ricordo dei 6 fan scomparsi. Poi, ha ripreso la sua attività live e social accantonando l’accaduto, un gesto che viene aspramente criticato dalla signora che auspica solo che venga fatta giustizia.
“Premetto che la mia considerazione per Sfera è meno di zero ma comincia a farmi incaz*are. Si è fatto vivo solo dopo molti giorni dalla tragedia, per salvarsi la faccia, si è tatuato le stelline e mi ha fatto arrivare una sua lettera privata dove diceva che lui era molto provato e pronto a mettersi a disposizione per qualsiasi cosa. Dopo poco ha pubblicato la stessa lettera sui social naturalmente ricordando le date dei concerti così come se niente fosse accaduto. Ecco caro Sfera colgo l’occasione per risponderti sui social, è più cool. Se davvero eri così addolorato e colpito dell’accaduto, io al tuo posto, se è vero che stavi arrivando alla Lanterna, sarei venuto a verificare sul posto a vedere che era successo. A te non riesco nemmeno a considerarti, ma ce l’ho a morte con i tuoi collaboratori, i tuoi manager, la tua casa discografica… Penso che sia il loro lavoro preoccuparsi di organizzare al meglio i tuoi concerti o dj set…verificare i locali dove devi cantare. Eh sì perché la tua fama è mondiale e non puoi cantare in ex magazzini. Ciao Gionata, in bocca al lupo per la tua carriera da grande artista”.
Intanto continuano le indagini della Procura di Ancona per far luce sulle modalità di gestione della serata, dal numero di biglietti venduti all’idoneità dello spazio per l’evento, oltre all’accesso dello spray urticante utilizzato da minorenne artefice del fuggi fuggi generale.