Ci sono ancora vibranti polemiche qui in Italia per quanto riguarda le rimodulazioni TIM e Wind Tre, in particolare a proposito delle misure adottate dalle due compagnie telefoniche nel momento in cui è stato stabilito che gli operatori dovessero tornare a ragionare sui rinnovi mensili. In particolare, gli operatori finiti nel mirino di Codacons in queste ore sarebbero rei di aver applicato dapprima aumenti dell’8,6% alle proprie tariffe, continuando ad arrecare un danno economico al pubblico, per poi aver modificato in minima parte tale approccio.
Proviamo ad andare un pochino più nel dettaglio, perché negli ultimi tempi abbiamo parlato di questa storia solo dal punti di vista dei rimborsi, che vi ricordiamo saranno erogati da Vodafone, Wind, Tre e TIM entro la fine del 2018. Cosa contesta il Codacons rispetto alle rimodulazioni TIM e Wind? Probabilmente le oscillazioni verso il basso dello 0,4% e dello 0,3% dopo l’aumento di cui vi parlavo in precedenza, sono state ritenute insufficienti nel rispetto degli utenti.
AGCOM a questo punto dovrà nuovamente valutare la situazione ed avrà 150 giorni per prendere eventuali decisioni che potrebbero portare ad ulteriori sanzioni per i due operatori. Ad oggi, dunque, non sembrano esserci i presupposti affinché la situazione possa cambiare per il pubblico che ha dovuto fare i conti con le rimodulazioni TIM e Wind Tre, in quanto ormai le singole tariffe possiamo definirle in un certo senso congelate.
Insomma, vivremo una seconda parte di 2018 molto interessante dopo le notizie che abbiamo fronteggiato in questi giorni successive alle rimodulazioni TIM e Wind Tre di cui vi parliamo da tempo. La sensazione è che la storia non finisca qui è che le riduzioni minime rispetto alla fatidica soglia dell’8,6% non siano andate giù alle autorità. Cosa dobbiamo aspettarci sotto questo punto di vista?